Troppe ore di tv possono uccidere

Secondo uno studio australiano pubblicato sul British Journal of Sports Medicinè, guardare un ora di televisione fa lo stesso effetto del fumare due sigarette, infatti per ogni 60 minuti passati fermi davanti la tv la vita si accorcerebbe di ben 22 minuti, per un totale di quasi 5 anni di vita persi nel caso patologico di un ipotetico individuo fissato di televisione al punto da dedicarne più di sei ore al giorno.

Gli scienziati hanno stimato che nel 2008 gli adulti australiani over 25 hanno passato più di 9 miliardi di ore davanti al video associate a 286 mila anni di vita persi, da questo arriva il dato shoccante: 22 minuti di vita bruciati per ogni ora di tv, il doppio del tempo che si manda in fumo aspirando una sigaretta e addirittura per gli accaniti che restano più di sei ore al giorno c’è il rischio di morire dai 4 agli 8 anni prima di chi invece snobba completamente la tv. Continue reading

Amniocentesi sostituita dall’esame del sangue

L’analisi del sangue per le donne in gravidanza potrebbe essere sufficiente a scoprire eventuali malattie genetiche del nascituro. Negli ultimi anni le ricerche scientifiche si stanno muovendo in questo senso, per cercare di mettere a punto diagnosi che non siano invasive e non mettano a rischio il feto. Dalla Cina arriva la speranza che questa diventi presto una realtà. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Hong Kong è riuscita ad effettuare un test genetico su un feto semplicemente analizzando il sangue della madre. Gli scienziati sono partiti dalla scoperta, risalente al 1997, che nel sangue materno sono presenti diversi frammenti di DNA del nascituro in una quantità pari al 10%, in seguito allo smaltimento di cellule morte che attraversano la placenta. Da un campione di plasma di una donna incinta sono stati separati  separati i filamenti di DNA di madre e figlio. Continue reading

Drosera: la pianta mangia insetti

Le oltre  cento specie del genere Drosera vivono nelle arie umide di tutte le zone climatiche del mondo, dal Canda al Brasile e all’Australia. Le loro dimensioni ( in particolare quelle delle foglie carnivore con ghiandole o tentacoli mucillaginosi che le fanno risplendere al sole mattutino o serale) variano da pochi millimetri ad oltre 30cm. Durante l’ultimo secolo le drosere hanno subito un generale declino, sia per le bonifiche e la conversione del territorio a scopi agricoli sia per l’espansione edilizia e le attività forestali; alcune sono rimaste confinate in aree ristrette ma suscettibili di sviluppo ( e perciò in futuro i loro habitat potrebbero ulteriormente ridursi di numero e dimensione), mentre altre soffrono per la continua raccolta di esemplari selvatici. Quasi tutte le drosere vengono coltivate e si possono raggruppare in funzione della forma,delle dimensioni e delle condizioni ambientali necessarie alla loro crescita. Continue reading

I draghi di mare

I draghi di mare e le specie affini, tutti abitanti delle profondità marine, sono predatori caratterizzati da peculiari forme di adattamento. Essi sono infatti dotati di grandi mascelle flessibili, denti aguzzi e fotofori sparsi sul corpo per attrarre le prede. Oltre ai draghi di mare, il gruppo comprende i boccatonda, le vipere di mare, i pesci mandibola, i dragoni dentati. Anche se i nomi sono poco rassicuranti, si tratta di animali piuttosto piccoli, che si nutrono di altri pesci abissali e di invertebrati. Queste specie sono diffuse in tutti gli oceani, ma la loro distribuzione è spesso discontinua.

La maggior parte di questi pesci ha corpo allungato e testa piuttosto grossa, con mascelle modificate capaci di ampissima apertura. Il pesce mandibola, per esempio è privo di pavimento buccale; la vipera di mare ha un’articolazione supplementare che aumenta la sua capacità di spalancare la bocca. Quando le mascelle sono aperte, gli organi interni vengono spinti indietro e in basso, per non creare impedimenti al cibo che entrerà. Continue reading

Scoperto un raddoppiamento di geni collegati alla sclerosi multipla

Uno studio multicentrico internazionale ha individuato 29 nuove varianti associate alla sclerosi multipla, fornendo un apporto decisivo alla conoscenza dei meccanismi biologici di questa malattia neurologica.

La maggior parte dei geni individuati ha un ruolo nel sistema immunitario rendendo così chiari i meccanismi patogenetici implicati nello sviluppo della sclerosi multipla. La ricerca è stata finanziata dalla Wellcome Trust, coinvolgendo scienziati guidati dalle Università di Cmbridge ed Oxford ed è stata pubblicata sulla rivista Nature.

E’ il più grande studio sulla genetica della sclerosi multipla ed è stata condotta da centinaia i ricercatori Dell’International Multiple Sclerosis Genetics Consrtium e del Wellcome Trust Case Control Consortium.

Le nuove scoperte evidenziano il ruolo del sistema immunitario nel causare il danno ed aiuto a comprendere l’attacco immunologico all’encefalo e al midollo spinale, aprendo delle porte per nuovi target terapeutici. Continue reading

L’acqua: un aiuto per la memoria, per l’attenzione e la concentrazione.

Sono numerosi gli studi che dimostrano come il giusto apporto d’acqua, soprattutto nei periodi più caldi, sia indispensabile per mantenere alta l’ attenzione e la concentrazione e come aiuti a potenziare al massimo le capacità mnemoniche. La poca idratazione può incidere negativamente non solo sulle prestazione fisiche ma anche sulle cognitive. In uno studio condotto su dei giovani sani si sono osservati segnali di vertigini e stanchezza in cui si associavano riduzione della concentrazione, dell’attenzione e della memoria a breve termine. Un secondo studio ha evidenziato nei giovani che non bevevano acqua da qualche ora, rallentamenti nel tempo di reazione, riduzione nell’efficienza aritmetica e in quella motoria. Continue reading

Una proteina potrebbe aiutare a curare l’obesità ed il diabete

Secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Università di York, esiste una proteina di nuova identificazione che potrebbe essere la chiave per mantenere sotto controllo l’appetito e gli zuccheri nel sangue.

Suraj Unniappan, professore associato del Dipartimento di Biologia di York, nella Facoltà di Scienze e Ingegneria, ha approfondito gli effetti metabolici di una proteina chiamata Nesfatin-1, abbondantemente presente nel cervello. I suoi studi hanno provato che somministrando questa proteina ai ratti, mangiano di meno ed i grassi immagazzinati li rendono più attivi. Inoltre la Nesfatin-1 stimola la secrezione di insulina delle cellule beta pancreatiche. Continue reading