Amorphophallus titanum. Titan arum, la infiorescenza più grande al mondo.

Il Titan arum è il più famoso membro del genere Amorphophallus, che comprende circa 170 specie tropicali distribuite nell’Africa e nell’Asia, dove viva la maggioranza, fino alla Polinesia.

Fu scoperta nel 1878 da Odoardo Beccari nel corso dei suoi studi botanici a Sumatra, questa pianta cominciò a essere coltivata poco tempo dopo. Il seme mandato da Beccari all’Orto Botanico di Firenze germinò e la pianta fu distribuita ad altri giardini botanici.

Dopo dieci anni la pianticella inviata ai giardini di Kew produsse un capolino alto 2,2 m, insieme ad un odore insopportabile che secondo alcuni fece ammalare l’artista che stava realizzando illustrazioni di questa pianta fuori dal comune. Continue reading

I Limuli. I Granchi a ferro di cavallo

I granchi a ferro di cavallo sono gli unici sopravvissuti ad una specie di animali che prosperava 300 milioni di anni fa. Anche se sono chiamati “granchi”, appartengono al subphulum Chelicerato, un subphylum degli Artropodi al quale appartengono anche gli Aracnidi. Vivono in acque basse al largo delle coste del Nord America e del Sud-est asiatico, sono più facili da incontrare in primavera quando escono dal mare per accoppiarsi e deporre le uova.

Questi aracnidi hanno la testa fusa col torace, il cosiddetto “cefalotorace”, quest’ultimo è ricoperto da una resistente conchiglia a forma di ferro di cavallo e reca sei paia di appendici: 1 paio di cheliceri, 1 paio di palpi e 4 paia di arti locomotori. L’addome presenta una lunga coda simile a una spina e 5 paia di branchie a forma di foglia. Questi animali hanno un paio di occhi semplici davanti e un paio di occhi composti su ciascun lato. Il sangue è quasi incolore ma contatto con l’acqua diventa blu  dovuta all’ossidazione dell’emocianina. Continue reading

L’Actaea racemosa: il rimedio per i tanti malanni

L’Actaea racemosa è una pianta da giardino molto comune in Nord America, si trova nei Stati Uniti e nel Canada orientale. Appartiene alla famiglia delle Ranunculaceae. Spesso, viene ancora chiamata col suo primo nome scientifico Cimicifuga eacemosa ed è una bella perennante, ideale per gli angoli parzialmente in ombra che viene coltivata per i suoi lunghi e affusolati mazzi di fiori bianchi che sbocciano a metà della stagione estiva.

Questo fiore ha vinto l’ambito Award of garden Merit della Royal Horticultural Society inglese.

Oggi l’Actaea racemosa è considerata un’importante erba medicinale e la raccolta a livello industriale degli esemplari selvatici per usi farmacologici sta mettendo a rischio la sopravvivenza della specie in molte località. Questa pianta veniva usata dagli indiani d’America per curare reumatismi, il morso dei serpenti e i disturbi femminili. Le proprietà medicinali della pianta sono ormai apprezzate da tempo, il suo vecchio nome Cimicifuga deriva dal latino cimex (insetto) e fugare (scacciare), un riferimento ad una delle sue caratteriste come repellente. Continue reading

L’Echinacea. La pianta che aiuta il nostro sistema immunitario.

L’Echinacea è un genere di pianta erbacea della famiglia delle Asteraceae, note anche come Compositae (piante dicotiledoni dell’ordine Asterales), originaria del Nord America comprende nove specie d’interesse ornamentale ed erboristico. Questa pianta mostra una notevole adattabilità alla diverse condizioni ambientali, cresce spontaneamente nelle zone di pianura ed in alta quota in zone soleggiate senza particolari condizioni del terreno, anche se predilige zone tendenti al sabbioso.

Appare dalla primavera all’autunno e fiorisce nei mesi tra giugno ed agosto, è composta da foglie riunite in rosette basali e poi distribuite lungo gli scapi, sono lanceolate od ellittiche e generalmente provviste di peli. Il suo fusto, in altezza ha una misura variabile da 50 a 150 cm, mantiene una postura eretta e si presenta rivestito di poche o molte foglie a seconda della specie ed è più o meno peloso. Continue reading

L’ape: la grande lavoratrice

L’Ape fa parte della famiglia delle Apidi, dell’ordine degli Imenotteri e come tutti gli insetti possiede sei zampe ed ha il corpo diviso in tre parti: capo, torace e addome. Il suo apparato boccale è strutturato in modo che non abbia difficoltà a raccogliere i liquidi che l’insetto tramite la faringe mescola al secreto delle ghiandole salivari. Una volta entrati nell’ingluvie o borsa melaria, subiscono l’azione degli enzimi della saliva che cambia il nettare in miele. Oltre ai liquidi, l’elemento indispensabile per i melliferi è il polline che fornisce sostanze zotate, questo viene raccolto ed immagazzinato soprattutto nelle zampe.

L’Ape vive nell’alveare, la sua costruzione iniziale è affidata alle api più giovani, che realizzano un raggruppamento di celle esagonali di cera per contenere le larve della covata e per immagazzinare miele e polline. Le celle dove vengono deposte le uova sono chiuse da un opercolo di cera così come quelle che contengono miele, mentre le celle con il polline rimangono aperte. Un alveare può contenere fino a 100.000 api operaie, queste hanno una vita non superiore alle 5-6 settimane nel periodo di assiduo lavoro, mentre quelle nate in autunno riescono a vivere fino all’arrivo della primavera. La società delle api è matriarcale, si moltiplica per sciami ed è divisa in tre caste: regina, fuchi ed operaie. Continue reading