Due nuovi ominidi scoperti nelle grotte di Sterkfontein

Scritto da:
Leonardo Debbia
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1 minuto

Due nuovi fossili di ominidi sono stati rinvenuti in una sala, finora inesplorata, all’interno delle grotte di Sterkfontein, a nord-ovest di Johannesburg, in Sud Africa.

  I due nuovi resti, un osso del dito e un molare, fanno parte di una serie di quattro fossili che paiono essere attribuibili a ominidi primordiali, associati tuttavia a strumenti in pietra, che si stabilirono nella grotta più di due milioni di anni fa.

Molare di ominide ritrovato nelle grotte di Sterkfontein, ripreso da più angolazioni (credit: Jason Heaton)
Molare di ominide ritrovato nelle grotte di Sterkfontein, ripreso da più angolazioni (credit: Jason Heaton)

“I campioni sono interessanti, non solo perché rinvenuti assieme ad utensili in pietra, ma anche perché sembrano possedere un insieme di caratteristiche realmente interessanti, che di fatto sollecitano domande più che fornire risposte”, spiega Dominic Stratford, docente della Scuola di Geografia, Archeologia e Studi ambientali presso l’Università di Witwatersrand, Johannesburg, nonché coordinatore della ricerca presso le Grotte di Sterkfontein.

Il primo fossile, un grande osso del dito prossimale, è significativamente più grande e più robusto di qualsiasi altro osso di ominide rinvenuto finora nei siti plio-pleistocenici sudafricani.

“E’ quasi completo e mostra un insieme di caratteristiche sia moderne che arcaiche, dato che è marcatamente ricurvo; più curvo che in Homo naledi – l’ominide posto tra Australopithecus afarensis e Homo – ma altrettanto curvo quanto le ossa molto più antiche dello stesso Australopihecus afarensi, la specie a cui appartiene lo scheletro parziale di ‘Lucy’, datato 3,2 milioni di anni”, commenta Stratford.

Da sottolineare che il livello di curvatura sovente è collegato all’esistenza arboricola, pur mancando qui di inserzioni muscolari pronunciate che avrebbero dovuto invece essere presenti.

“Il dito è simile, nella forma, al modello parziale proveniente dalla Gola di Olduvai, in Tanzania, che è stato riferito a Homo habilis, ma è molto più grande. Nel complesso, questo esemplare è unico tra gli ominidi fossili del plio-pleistocene del Sud Africa e merita di essere esaminato ulteriormente.

L’ osso del dito rinvenuto nelle grotte di Sterkfontein (credit: Jason Heaton)
L’ osso del dito rinvenuto nelle grotte di Sterkfontein (credit: Jason Heaton)

L’altro fossile è una porzione relativamente piccola di un dente adulto quasi completo, il primo molare, che presenta anche impressionanti similitudini con la specie Homo habilis.

“Per dimensioni e forma questo dente ha una certa somiglianza con due dei dieci molari degli esemplari di Homo naledi, anche se sono necessari ulteriori e più dettagliati confronti per confermarlo”.

La forma del dente, e in particolare la morfologia e le dimensioni della superficie masticatoria, suggeriscono che questo esemplare appartenesse ad uno dei primi individui del genere Homo.

L’altro indizio di cui tenere debito conto è l’associazione con gli utensili in pietra rinvenuti e datati sui 2,18 milioni di anni fa.

“Gli altri due fossili di ominidi trovati sono ancora in fase di studio e si spera di portare alla luce altri resti  per poter ampliare la nostra comprensione degli esseri che vissero e morirono in queste grotte, sulla collina di Sterkfontein, più di due milioni di anni fa”, dichiara Stratford.

Le grotte di Sterkfontein sono uno dei siti paleoantropologici più prolifici del mondo, a partire da quando, 80 anni fa, proprio qui venne scoperto il primo fossile di un Australopithecus, il primo Australopithecus africanus, ribattezzato anche ‘Mrs Ples’, ‘signora Ples’ (ma che poi – per inciso-  si rivelò essere un maschio), per proseguire con ‘Little Foot’ nel 1997, ed arrivare ai quattro fossili in argomento. Solo per citarne alcuni.

La rete sotterranea di grotte si estende per 5 chilometri e i sedimenti fossiliferi che le riempiono si ritiene siano stati depositati in un periodo di 3,67 milioni di anni.

Tuttavia, ben pochi di questi depositi profondi sono stati scavati sistematicamente e quindi, al momento, rimangono in gran parte sconosciuti. Il Milner Hall, dove sono stati rinvenuti i quattro fossili di ominidi è uno di questi, identificato da tempo ma esplorato e scavato solo dall’inizio del 2015.

E’ certo che gli scavi e le ricerche sulla collina di Sterkfontein hanno ancora molto da rivelare sui primi esseri della scala evolutiva che conduce agli esseri umani.

Leonardo Debbia