Is Just an Illusion – L’illusionismo

illusionismoSenza dubbio alcuno e con certezza davvero disarmante alcuni articoli sono davvero intriganti e come questo che andremo a “narrare” sono così straordinari che rasentano l’incredibile, l’impossibile… Come si dice… quello che si vede a volte….”Is Just an Illusion”,cioè solamente una Illusione. Ma che cosa è l’illusionismo e cosa è una illusione? L’illusionismo è? Scienza? E’ Arte? Una particolare forma di linguaggio denso di significato e mistero? Proviamo a guardare con occhi a-preconcettuali e considerare aspetti vari di questa  breve indagine affascinante…

La prima definizione calzante è che sia un arte, una  forma di spettacolo dove un personaggio carismatico definito Mago o Illusionista crea effetti magici o come tali percepiti con stupore da chi guarda ed osserva. Osservando il suo misterioso passato possiamo ricordare che il Mago, Prestigiatore o il Prestidigitatore studia ed approfondisce per anni ed anni l’arte magica alla ricerca costante della meraviglie da proporre al suo pubblico o a chiunque apprezzi tali prodigi creando effetti apparentemente magici e stupefacenti. Il Mago si affida anche alla Scienza per compiere le sue imprese? Certamente il Mago è conoscitore della chimica, della fisica, della idraulica,dell’ottica,della costruzione meccanica… Pensiamo alle grandi vasche verticali piene di acqua nelle quali viene legato ed ammanettato e dalle quali evade esperto in *Escapologia* lasciando a bocca aperta i terrorizzati spettatori. In apparenza le mani del mago si muovono con sicurezza e semplice eleganza ma dietro tutto questo esistono protocolli scientifici inscrivibili in algoritmi di riscontro psico-emozionale nello scopo di ricreare nella mente dello spettatore la famosa Illusione In pratica non è fondamentale quello che l’illusionista materializza ma «come» lo spettatore vive questo  effetto… Quindi approfondendo l’argomento illusionista è colui che studia la psicologia umana per trovare le strade mentali attraverso le quali  relazionare con una persona utilizzando anche la  distraibilità dell’essere umano e la funzione del completamento logico.

La mente, in pratica, date due azioni non consequenziali rivela che debba  esistere almeno una terza azione che porti dalla prima alla seconda. Come terza azione sarà scelta la più semplice disponibile. Se ad esempio la mano destra ha una pallina in mano mentre si avvicina alla sinistra e successivamente è la mano sinistra ad avere una pallina in mano, la mente rileva che la pallina sia stata passata dalla destra alla sinistra. Il mago utilizza questa debolezza per esempio, per trattenere una pallina nella destra nascondendola mentre la sinistra mostra un’identica palla che già aveva in mano. Altro parametro necessario al Mago è la “Naturalezza” e perché un’azione “truccata” sia accettata come normale da uno spettatore essa deve essere eseguita in modo naturale, ossia deve mimare esattamente il movimento naturale cui essa si ispira. Nell’esempio della pallina, il primo allenamento del prestigiatore sarà di studiare il modo in cui egli è abituato a passare realmente una pallina da una mano all’altra e poi escogiterà un modo per fingere l’azione del passaggio in modo che la finta azione sembri, per quanto possibile, identica all’originale e il “Timing” permette al Mago la tempistica e la necessaria coordinazione  con cui vengono eseguiti i gesti magici con movimenti fluidi, eleganti. Quando osserviamo una azione incredibile ed inusuale nella sua perfezione ed esecuzione non diciamo forse  tutti: “Ma …Quello è un Mago!Infatti un illusionista potrebbe cercare di ottenere cose diverse dall’intrattenimento, come condiscendenza, gratitudine, soggezione, denaro e più in generale potere sulle persone. Gli illusionisti nella accezione negativa del termine possono spacciarsi per “maghi”: astrologhi, cartomanti, chiromanti, utilizzando tecniche proprie dell’illusionismo per esercitare la propria professione. Molti lo fanno per fornire comunque un tipo di intrattenimento che si basa sulla fede più o meno marcata del soggetto ed alcuni lo fanno a volte in maniera anche purtroppo fraudolenta.

Il senso del magico e dell’illusione sono in realtà connaturate con l’essenza e la natura  umana e da piccoli a ben ricordare le ore passate a fantasticare con la testa tra le nuvole erano superiori quasi a quelle consapevoli e moltissime persone hanno poi messo con il tempo al servizio di se stessi e degli altri la fantasia, la creatività, il sogno. Alexander Lowen il padre della bioenergetica disse che in effetti viviamo in un “mondo stregato dalle immagini” e che recuperare il senso della realtà sarebbe stato sempre più arduo per le persone vista la grande crescente pressione esercitata in modo immaginifico dai mezzi di comunicazione e dalle modalità sociali come il gioco d’azzardo,lo status basato sulla pubblicità, la crostruzione di nuovi Avatar. Concordiamo perfettamente con Al Lowen che  l’osservazione del senso di irrealtà diffusa oggi è più che mai evidente.Basterebbe oggi osservare la differenza tra li dire e il fare, tra l’imbonire e il realizzare, tra il fantastico ed il concreto.Freud stesso parlando della Realtà  fissò in questo termine il limite stesso tra normalità e patologia,tra sogno e realtà appunto.

Oggi siamo in un certo senso invasi e circondati da”artisti”della menzogna e della illusione.L’arte di far apparire reale quello che reale in fin dei conti non lo è affatto è uno degli strumenti basilari su cui si basano molte promesse politiche,sociali,pubblicitarie, commerciali e chi più ne ha ne metta. Una volta si diceva che un uomo valeva quanto la sua parola e che non vi fosse spazio a pratiche illusorie quando si trattava di stipulare un accordo tra persone.Merlino o Morgana? Questi aspetti contraddittori volti al bene il primo e al male l’altro sono l’eterna altalena nella quale ci dibattiamo dall’inizio dei tempi e per i quali meglio riflettere prima di compiere scelte esistenziali.La storia della Magia è poi invero ricca di simboli e storie dal Ritratto di Dorian Grey ad Atlantide ,passando dai miti alle leggende e il senso del magico come nei libri di Lapassade e nei suoi saggi sulla trance. Trarre la nostra forza dalla meraviglia della magia della vita e della saggezza in essa contenuta è un dono prezioso e dovrebbe essere protetto a patto però di tradurre poi in realtà quello che si è generato,prodotto come astrazione o pura fantasia creativa.Oggi siamo tutti sconcertati da una mancanza di equilibrio e corrispondenza tra “dire e fare” sommersi da una marea di parole vuote e di evanescenze concettuali che non approdano poi a vere azioni concrete. Non siamo in fin dei conti  sempre più a chiederci se quello che ci viene detto e comunicato abbia un senso ed un vero effettivo consistente contenuto? Spesso non abbiamo la sensazione di essere diretti, indirizzati, plasmati, guidati da magiche ma poi false promesse? Potremmo forse ipotizzare che questo sia un vero,anzi uno degli aspetti negativi rilevabili della dinamica esistenziale odierna?Solo ognuno di noi in coscienza ed in fondo alle sue necessità può rispondere  alla annosa domanda ed è autorizzato a farlo in nome della assoluta libertà di ciascuno ma  non possiamo certo non notare in qualità di” maghi quotidiani della nostra vita”che sarebbe meglio un maggiore senso del fare in armonia e a seguito di un  dire spesso prolisso ed inconsistente.Io sono stato sempre vicino e praticante dei principi di Alexander Lowen padre della Bionergetica  maestro vero ed irripetibile della necessità di vivere in un principio di realtà e consapevolezza intesi come punti di arrivo di una elaborazione emotiva, mentale, spirituale. Non diciamo forse tutti che spesso “le chiacchiere stanno a zero” quando avvertiamo tutto il fastidio di un dire non seguito dal  fare?

Seduto sotto un albero tanti anni fa rivedo me stesso e mia nonna seduti per terra a mondare erbe aromatiche.Chiesi :”Nonna dimmi che cosa è un sogno?E lei con un sorriso dolcissimo mi rispose:”Il più bel sogno è la realtà”.

Francesco Alessandro Squillino
17 febbraio 2013

The Synergy

simbiosiAbbiamo noi tutti  incontrato nelle dialettiche comuni  di varia  natura e genere questa  interessante parola, termine entusiasmante preconizzante intenzioni prossime e future quando non già presenti ed operative di meraviglie ego sintoniche o di comuni azioni unitarie multilivello e direzionali. Ci sentiamo di molto confortati lusingati da questo termine ormai di accezione comune e  con risvolti carismatici  in economia e socialità  evocante l’unità di più soggetti in movimento per un comune intento od obiettivo. Vorremmo in questo articolo  quindi considerare questo termine, appunto ,sinergia, dal greco συνεργός, che significa “lavorare insieme”. In  generale, può essere definita come reazione di due o più “agent” o players che lavorano insieme per produrre un risultato non ottenibile singolarmente, concetto poi  applicato in tutte le discipline, dalla biologia alla sociologia e  molte altre ancora. Una certa evidenza maturata giorno per giorno nell’evolversi dell’odierno è quella  quindi di non poter fare a meno di notare come uno dei “mali “o “limiti” di questo nostro procedere socio_economico_culturale sia una  più o meno marcata assenza di <Sinergia >di capacità di muoversi all’unisono, di perseguire mete affini ,di pensare in ultima istanza, assieme.

Possiamo quindi riassumere che in un contesto organizzativo, considerato che un gruppo coeso ottiene risultati maggiori rispetto all’azione dei singoli, la sinergia può definirsi come  la maggiore capacità di resa di un gruppo grazie all’azione collettiva dei suoi membri. Queste conclusioni derivano da studi condotti da Jay Hall su una vasta casistica di elementi raccolti durante analisi delle attività di gruppo. Studi approfonditi  e mirati delle maggiori Università negli States e del globo  hanno evidenziato senza ombra di dubbio alcuno che in un’applicazione aziendale la sinergia corrisponde al lavoro di squadra che produce un risultato complessivo migliore di quello prodotto da ogni persona che stava lavorando per lo stesso obiettivo singolarmente. Ovviamente occorre introdurre un altro termine sinergico appunto che è “Coesione” che  come concetto espressivo corale del gruppo deve essere sempre considerato. La coesione del gruppo è  allora quella proprietà che viene dedotta dal numero e dalla forza dei reciproci atteggiamenti positivi tra i membri del gruppo. Osserveremo che più il   gruppo sarà  compatto più  il suo funzionamento sarà influenzato in vari modi. In primis interazione e comunicazione tra i membri del gruppo aumenteranno via via ed inoltre  sarà incrementata  la  soddisfazione  e gratificazione degli stessi componenti  poiché il gruppo offrirà amicizia e sostegno contro le minacce esterne. Se consideriamo  la Sinergia  in un contesto tecnico corrisponderà per esempio ad un gruppo di elementi diversi che lavorano insieme per produrre risultati non ottenibili con uno solo degli elementi.

Il gruppo in questione potrà  essere composto da persone, hardware, software, servizi, documenti e cose necessarie per produrre risultati a livello di sistema. In sostanza, un sistema costituisce un insieme di componenti che lavorano insieme con un obiettivo comune cioè soddisfare alcune necessità designate. Il termine “Sinergia” è stato considerato con attenzione da Richard Buckminster  Fuller, che ha analizzato alcune delle sue implicazioni coniando il neologismo  “Sinergetico”. La sinergia può  allora essere intesa anche  come opposto del concetto di entropia  infatti è uno stato dinamico nel quale l’azione di gruppo è favorita rispetto a quella di un singolo. Considerando quindi l’importanza davvero fondamentale evidenziabile della Sinergia nel nostro esistere non possiamo evitare alcune considerazioni di natura socio-scientifica inserita nell’umano e nella sua evoluzione. Non siamo avvezzi per cultura e per vocazione ad agire insieme, a muoverci in sintonia a perseguire scopi comuni se non in particolari situazioni come quelle artistiche, pensiamo ai concerti orchestrali per giungere agli scioperi generali che vedono la Sinergia come mezzo di momentanea creatività nel primo caso e come emergenza sociale  nel secondo.

Maggiore sinergia quindi potrebbe migliorare la nostra esistenza, la nostra vita ,il nostro costruire il futuro? Molti potrebbero obiettare che una grande  coesione potrebbe avere  anche effetti negativi perché il <gruppo> potrebbe prendere decisioni più rischiose di quelle che avrebbe preso un componente singolarmente. Ma resta il fatto incontrovertibile che ogni volta in cui l’uomo ha superato il concetto di isolamento e di solipsismo ha ottenuto in ogni campo e dove risultati altrimenti  impossibili per il singolo e molto positivi a dir poco per tutta l’umanità. Studiosi dell’essere come Elias Canetti, Ernst Bloch, Søren Kierkegaard ci  hanno spesso  ricordato come, una volta deciso , la potenzialità dell’unione e della Sinergia appunto sia, quando volta al bene comune,  una chiave di volta evolutiva irrinunciabile dell’evoluzione umana del pianeta. Inoltre per esempio, studi di alta finanza aziendale , evidenziano che  l’efficacia delle operazioni  di mercato positive riferendosi alla possibilità di realizzare delle sinergie conferma la logica economica sottesa alle operazioni in modo che  il valore delle business _ combinations  sia  sempre maggiore del valore delle due aziende considerate in modo indipendente. Muoversi  insieme è  allora il vero progetto di un futuro sostenibile in ogni settore della nostra vita? A ben guardare non esiste nulla che oggi possa fare ameno di una considerazione “Sinergetica” per sperare in risultati  fecondi e di buon fine. Il nostro amato paese come tanti paese europei non risentono  moltissimo forse in tutti i  settori  vitali sociali ed economici di mancanza di vera “Sinergia?” Continueremo dunque a coltivare i famosi orticelli personali perdendo di vista che siamo tutti legati da un comune destino planetario? Risposte importanti e vitali a tali quesiti ci attendono e anche in  tempi brevi  oltretutto…. Incontreremo naturalmente anche sempre persone allevate nella vecchia obsoleta concezione che salvando se stessi e il loro egoico personale tornaconto “tutto è salvo” senza più problemi. Niente di più errato dicono gli scienziati e gli studiosi mondiale. Forse il successo di  imprese come www.scienze-naturali.it  risiede  nella Sinergia Redazionale ed Editoriale? Certo è che a parte questa affettuosa mia considerazione di parte, sembrerebbe proprio così! Quindi possiamo  in sinergia appunto congedarci con quanto ricordato dal  grande poeta John Donne da queste nostre  brevi considerazioni sulla” Sinergia” e sul suo certo avvenire come forza irrinunciabile di umanità e progresso con queste immense parole:

*Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso.

Ogni uomo è un pezzo del mondo.

La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,

perché io sono parte dell’umanità.*

John Donne

Francesco Alessandro Squillino

Radiologia Interventistica, un grande futuro della Medicina

Il “Futuro” appare a noi tutti a volte assai lontano in apparenza distaccato da quelle intuizioni geniali che sono destinate invece  poi a mutare  per sempre concetti idee, visioni di insieme, scoperte straordinarie di ogni genere e grado. Nella Medicina poi e nel suo continuo aggiornamento evolutivo costante di uomini, metodiche e modalità di intervento osserveremo in questo articolo la dinamica medica del nuovo che avanza, rivoluzionando tempi e metodologie.

Radiologia-InterventisticaQuesto quanto accade oggi nelle evoluzioni e nelle scoperte della Radiologia Interventistica. Branca ultra-specialistica della radiologia, la Radiologia Interventistica comprende tutte quelle procedure diagnostiche e terapeutiche eseguite per via percutanea, cioè senza esposizione chirurgica della lesione da trattare e realizzate grazie alla guida delle tecniche di imaging a disposizione del radiologo, Ecografia, TAC, Fluoroscopia, RMN.

La Radiologia Interventistica in questi ultimi anni ha compiuto progressi eccezionali  grazie alle tecnologie supportate dai nuovi materiali e conseguente possibile  mini invasività finalizzata ad un massimo beneficio per il paziente a fronte di bassi rischi di complicanze unite a bassi costi e brevi tempi di ospedalizzazione. La Radiologia Interventistica ha ormai  un  ruolo  fondamentale nella diagnosi e nel trattamento di patologie di organi ed apparati. Ad esempio l’apparato vascolare in angioplastica con posizionamento di stent e nelle embolizzazioni, nelle trombolisi o nella esclusione di aneurismi. Inoltre nell’apparato urinario, nelle pielostomie o negli stent ureterali. Nel sistema epato-biliare ecco le colangiografie, drenaggi e protesi biliari; l’apparato digerente nelle gastrostomie e nell’apparato muscolo scheletrico le vertebroplastiche e le cifoplastiche, le nucleolisi e nella gestione mini-invasiva delle complicanze post-chirurgiche, attraverso il controllo delle emorragie ed il drenaggio delle raccolte ascessuali, in passato fronteggiate solo con complessi ed invasivi atti chirurgici.

L’attività di Radiologia interventistica sulla quale poniamo ora attenzione in questo articolo riguarda prevalentemente la colonna vertebrale, la vertebroplastica e la nucleolisi con ozonoterapia intradiscale. La Vertebroplastica Percutanea è procedura terapeutica mini-invasiva di Radiologia Interventistica per il trattamento delle fratture vertebrali dolorose e consiste nell’iniezione in una vertebra di un cemento osseo a bassa viscosità attraverso un ago metallico appositamente configurato, introdotto sotto guida fluoroscopica. Il polimetilmetacrilato o PMMA il cemento quindi  si espanderà  all’interno del corpo vertebrale fratturato, consolidando ulteriori cedimenti e determinando una concreta riduzione del dolore. Le indicazioni fondamentali sono le fratture vertebrali dolorose per osteoporosi, le metastasi vertebrali dolorose e le fratture postraumatiche.

I pazienti da sottoporre a Vertebroplastica Percutanea devono aver inevitabilmente eseguito una visita clinica e uno studio RM del rachide, indispensabile per la valutazione del grado di edema vertebrale. La Vertebroplastica percutanea viene eseguita in anestesia locale, con paziente in decubito prono, sotto guida fluoroscopica, in una sala angiografica munita di angiografo digitale. La Vertebroplastica determina una scomparsa del dolore o una significativa riduzione dello stesso in una percentuale variabile dall’ottanta  al novantacinque per cento  nei pazienti osteoporotici e dal settanta ala  al novanta per cento nei pazienti neoplastici, nei quali spesso la Vertebroplastica viene preceduta da una biopsia. La percentuale di complicanze maggiori è molto bassa del circa dell’uno per cento per fuga del cemento nel canale vertebrale o per embolia polmonare sintomatica. A tutt’oggi la Vertebroplastica percutanea può essere considerata un trattamento efficace delle fratture vertebrali dolorose consentendo al paziente che ha ridotto la propria attività fisica di riacquistare la perduta  mobilità. L’ozonoterapia intradiscale è un trattamento mini invasivo percutaneo che si inserisce tra le varie opzioni terapeutiche della lombo sciatalgia con modalità iniettiva discale inter somatico di ozono seguita da somministrazione peri radicolare di ozono in combine con  miscela di anestetico e cortisone. L’ozono ha azione meccanica disidratando l’ernia con riduzione del suo volume e miglioramento dell’ipossia dovuta alla compressione arteriosa e venosa unita azione antinfiammatoria. Le ernie che meglio rispondono al trattamento con ozono sono quelle di piccola o media entità, sotto legamentose, non calcifiche. In presenza di una lombo sciatalgia patologia che colpisce in media dodici abitanti ogni cento all’anno resistente ad altri trattamenti da almeno mese quanto detto è di grandissima certa  utilità. L’ozonoterapia intradiscale viene effettuata in seduta unica sotto guida fluoroscopica nella sala  angiografica e il  paziente dovrà  riposare a letto per circa tre ore dopo l’intervento, evitando gli sforzi nei successivi  quindici  giorni. L’ozonoterapia intradiscale determinerà quindi significativa riduzione del dolore lombo sciatalgico in  percentuale variabile dal settanta  all’ottanta per cento dei pazienti trattati con una bassissima percentuale di complicanze meno dello zero/cinque per cento per infezioni ed embolie e può, essere proposta in prima istanza come alternativa al trattamento chirurgico dell’ernia discale, senza compromettere un eventuale suo impiego in un momento successivo.

Prof. Dott.  Salvatore MasalaRadiologia Interventistica Osteo-articolare del Policlinico Universitario Tor Vergata di Roma.
Prof. Dott. Salvatore Masala
Radiologia Interventistica Osteo-articolare del Policlinico Universitario Tor Vergata di Roma.

In ambito oncologico la Radiologia Interventistica ha oggi un velocissimo ampliamento per  la diagnostica, nelle ago-biopsie imaging-guidate e nelle terapie loco-regionali tumorali. Nel campo summenzionato  i trattamenti delle masse tumorali vengono definiti ablazioni e termoablazioni con radiofrequenze o microonde e crio-ablazioni. I trattamenti endo-vascolari con uso del catetere sono spesso  pratica di embolizzazioni, con rilascio di sostanze avverse per il tumore stesso  come particelle  arricchite di farmaci o radioattive. I trattamenti vengono sempre decisi in approccio  e valutazione multidisciplinare con tutti gli  specialisti curanti il  singolo paziente in  alternativa ad altre cure o integrazione con altri interventi  come nelle resezioni chirurgiche o nelle chemioterapie. In prima linea in questo affascinante percorso attraverso l’oggi che diviene già domani incontriamo la figura straordinaria per esperienza, competenza ed umanità  del Prof. Salvatore Masala e dalla sua selezionata speciale equipe tutta di Radiologia Interventistica Osteo-articolare del Policlinico Universitario Tor Vergata di Roma. Il  portale www.colonnavertebrale.it è dedicato ai trattamenti di Radiologia Interventistica del sistema muscolo-scheletrico ed in particolare della colonna vertebrale. Una vasta raccolta di informazioni ed immagini che riguardano i principali trattamenti di radiologia interventistica dedicati alla patologia osteoarticolare sono presenti nella sezione «procedure» ed  indicate le patologie e relativi trattamenti che vengono di routine eseguiti con tecnica mini-invasiva senza necessità di incisione chirurgica. Le procedure descritte vengono infatti eseguite mediante semplici iniezioni  per via percutanea, con aghi di varie dimensioni e necessitano pertanto solamente di  piccola anestesia locale. Le procedure descritte utilizzano tecniche di Radiodiagnostica Ecografia, Fluoroscopia, TAC come guida per raggiungere gli organi e tessuti da trattare.

Infine un chiaro indirizzo di posta elettronica presente sul sito fornisce ausilio e chiarimenti ove, descrivendo accuratamente Età/Sintomatologia/Localizzazione ed Irradiazione del Dolore/ Frequenza del Sintomo/Tipo di Dolore/Indagini e Visite Specialistiche già effettuate, potrete entrare in contatto telefonico diretto o via e-mail con la Radiologia Interventistica e con l’equipe del Prof. Salvatore Masala.

Dott.FKT Francesco Alessandro Squillino
27 gennaio 2013

Sant’Omero…
Un Diamante Italiano

Ci sono particolari e perfetti viaggi nella bellezza e nella armonia antica della nostra Italia, dei suoi  paesi e città che restano fermi nel profondo della memoria e dell’anima, indelebili, senza possibilità  alcuna di essere cancellati  pena la perdita certa di una armonia interiore.

Procedendo dalla “Strada Sentiero” che si addentra intrigata nella campagna profumata, intrisa di verde brillante come le ali  iridescenti di un coleottero raro, si scopre come l’immaginario collettivo detta per legge misteriosa della comunicazione simboli ed archetipi antichi che assumono significati profondi, santi e religiosi in primis e a volte profani all’occhio irridente del laico di passaggio.

Le parole sussurrate e altrimenti  dette sono ali veloci a Sant’Omero. Sfrecciano nella piazza e tra gli archi delle  porte di accesso alla città incastonata come un autentico gioiello tra le colline, i monti  e la pianura della Val Vibrata. Gli occhi degli abitanti di questa meraviglia chiamata paese siano essi chiari o scuri  “stanno” penetranti come a scrutare il mare che si concede come un’amante  gentile in lontananza con un azzurro perfino imbarazzante nella sua perfezione nei giorni di tempo limpido.

Girare per le stradine e per il vario saliscendi di piccole rampe dona un piacere profondo distratto solo dalle centinaia e centinaia  di fiori, colori, profumi e piante sdraiate sui balconi e sugli usci delle porte segnate dal tempo. Un dio né minore né maggiore ma certamente d’amore ha voluto Sant’Omero al mondo e il suo essere sospeso nel tempo con grazia speciale e che risuona nel calpestio delle antiche pavimentazioni che il Sindaco, Alberto Pompizi, Alberto come lo chiamano e conoscono assai bene tutti, dice sarebbe prezioso ripristinare, passando lentamente  la mano sulle pietre antiche come fa l’orefice con le pietre di valore.

E’questo che prende il cuore al reporter, questa tenerezza  del Primo Cittadino  e dei suoi amici e collaboratori nei racconti precisi, netti di un mondo antico che vuole resistere per testimoniare della grandezza e della storia del paese. Non basterebbero pagine e cento tomi per parlare  a fondo di questo paese sacro e magico ma ci limiteremo se pur a malincuore a parlare di una antica testimonianza: “Santa Maria a Vico”. La Chiesa. Siamo entrati  dunque nella Chiesa in silenzio per sentire l’eco, la suggestione mistica tra le piccole navate. Ci viene detto che già nel Trecento la chiesa fu oggetto di importanti restauri all’interno e che recano ancora tracce di affreschi sulle pareti anche se  alcuni  di essi  scoloriti dal tempo Una Madonna col Bambino, un Cristo sul trono, una Annunciazione ed ancora una  Madonna col Bambino parlano ai nostri occhi di una ascetica emozione. Furono dipinti nei primi decenni del Trecento, rivelando componenti di stile giottesco. Qualche tempo dopo furono invece dipinte anche figure poste sotto un arco, tra cui un Cristo benedicente e un San Giovanni Evangelista.

Gli antichi costruttori di Sant’Omero decisero la costruzione della chiesa che già dall’inizio esprimeva la sua particolarità in tre navate divise da sei piloni di mattoni, poggiati su semplicissimi e  rozzi capitelli. Nel Trecento venne realizzata una facciata nella quale si trova inglobata anche la tarchiata torre campanaria. Ancora oggi  si nota una differenza evidente  tra esterno della chiesa in mattone e interno della stessa in pietra fatta eccezione per le colonne che sono anch’esse in mattoni. Quello che stupisce sono le curiose decorazioni di laterizi realizzate  a spina di pesce presenti solo nella chiesa di San Leucio ad Atessa. Sulla la decorazione del portale  si scorgono blocchi di pietra scolpiti  con tecnica “a negativo”, a figure incassate nella pietra anziché a rilievo come di norma. Scopriamo così il misterioso Agnello con la Croce l’Agnus Dei, Agnello di Dio. Ancora Simboli Evangelici come  Il Leone Alato di San Marco, il Bue Alato di San Luca e l’Aquila di San Giovanni seguiti da gentili  motivi geometrici e floreali.

Gli studiosi europei hanno collegato questi elementi decorativi a reminiscenze di elementi paleocristiani contenuti nella riforma gregoriana che ebbe origine nell’abbazia di Montecassino. Molto belle sono le grate in pietra, le “transenne”, che chiudono le finestre. Tranne una, sono tutte ricostruite nell’ottocentesco come il rosone. Non potevamo quindi non regalarci  ancora elementi di  questa incredibile scoperta della Val Vibrata e degli altri comuni del circondario. Appare primo in evidenza naturale  tra questi  Sant’Omero, i suoi ruderi del castello e del  Palazzo Marchesale per volontà del Marchese e Abate Don Alvaro Mendoza y Alarçon ed un Crocifisso in legno risalente al Trecento custodito gelosamente nella chiesa parrocchiale.

Indicate da Sant’Omero come fedeli amiche civiche della valle ecco San Martino, a Nereto, nella  cui romanità ecclesiale si ammirano sculture, decorazioni, capitelli e blocchi di pietra scolpiti a rilievo con graziose rosette  incastonate nella facciata al portale. Ancora Sant’Egidio alla Vibrata dedicata come chiesa all’omonimo Santo, fondata addirittura nel XII secolo rifatta più volte e nel corso dei secoli con annessione del campanile e del portale nel Cinquecento.  Il percorso dei doni della Val vibrata è così ricco che la mente ci si perde.  Lungo la strada che porta verso la frazione di Villa Lempa sulla sinistra, un po’ infossate nella campagna, si scorgono le rovine di Faraone Vecchio, un borgo abbandonato suggestivo ed antico  e da Villa Lempa si raggiunge poi l’Abbazia di Montesanto, arroccata nel bosco su una collina che guarda da nord Civitella… Che dire ancora chiediamo al primo cittadino che ha voluto mostrare segreti e opere d’arte incommensurabili al narratore, che dire ancora di bello e interessante su questa terra benedetta? La risposta invero è contenuta dall’affetto ritrovato e spontaneo del visitatore che si inoltra lungo queste vie, questi passaggi emozionali, questa dolce amara canzone senza fine chiamata Val Vibrata. Ecco perché possiamo con la testa e con il cuore dire: “Benvenuti a Sant’Omero. Vi aspetta un vero diamante Italiano”.

Francesco Alessandro Squillino
9 novembre 2012 


Fondazione italiana per la lotta all’obesità infantile

Al mio ritorno dalla splendida manifestazione ospitata dalla Struttura Villa Silvana di Aprilia(LT) con il suo staff medico e direzionale al completo e con la numerosa presenza multidisciplinare di medici e specialisti esperti Italiani per la enorme rilevanza dell’argomento, non potevo invero per dovere sociale e come professionista perfettamente in sintonia con quanto espresso, non riportare in questo articolo speciale ripreso anche dalle web informations redatto per www.scienze-naturali.it, la tematica complessa ma fondamentale proposta in un grande progetto che guarda al futuro dei piccoli esseri umani di oggi e che saranno gli adulti di domani.

Parliamo della Fondazione Italiana per la Lotta alla Obesità Infantile (Onlus). L’obesità infantile ha una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause più o meno evidenti che interagiscono tra loro; in primo luogo una eccessiva/cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare; rari i casi ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali. Alimentazione – Spesso ci preoccupiamo quando il bambino mangia poco, raramente quando mangia troppo. Se è vero che una dieta insufficiente può portare a deficit di vario tipo (proteine, calcio, ferro, vitamine ed altri nutrienti essenziali alla crescita), di contro, un introito calorico eccessivo determina, dapprima un sovrappeso del bambino e poi, nella maggioranza dei casi, una manifesta obesità.

Sedentarietà – Oltre all’alimentazione scorretta e squilibrata, non dobbiamo sottovalutare, come fattore di rischio, la ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato, ma sempre di più frequente riscontro. I piccoli, infatti, sono spesso accompagnati in macchina dai genitori, anche se la scuola o la palestra distano pochi metri da casa, prendono l’ascensore anche per un solo piano, passano ore ed ore davanti al computer e alla televisione (con gli esempi negativi che accentuano le cattive abitudini alimentari), escono sempre meno e così via. L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo). E’ sufficiente praticare un’attività aerobica leggera, senza affaticare troppo l’organismo, come una pedalata in bicicletta o una camminata, che sottopongono i muscoli ad uno sforzo moderato ma costante e attingono carburante soprattutto dal serbatoio dei grassi; così dimagrire diventa più facile. Familiarità .I fattori familiari non sono meno determinanti dei precedenti.

L’obesità, sotto certi aspetti, può considerarsi un problema di natura ereditaria e, sotto altri, una conseguenza di fattori ambientali. Un’indagine multiscopo realizzata dall’ISTAT nel 2000 dimostra che circa il 25% dei bambini ed adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso, mentre la percentuale dei bambini sale a circa il 34% quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori. Sovrappeso e obesità rappresentano la vera epidemia sociale del terzo millennio, che investe il 40% della popolazione dei paesi industrializzati di ambo i sessi. Nel mondo, circa 300 milioni di individui sono obesi, più di 1 miliardo sovrappeso.

Tale numero è destinato ad aumentare, con gravi conseguenze per la salute; Il problema è più serio nell’America del Nord ed in Europa, ma è diffuso in aree dove, in passato, non era presente se non in minima entità (Asia, india, Cina, Giappone ed anche alcune regioni dell’Africa e del Sud America, comprendendo così anche alcuni Paesi in via di Sviluppo);’incidenza dell’obesità è raddoppiata in molti Paesi, negli ultimi anni. Nell’ultima decade, l’incidenza in Europa è aumentata del 10-50% Secondo uno studio della “International Obesity Task Force”, circa il 4% di tutti i bambini d’Europa e affetto da obesità ,il 37% da sovrappeso , e tale percentuale è in marcato aumento. Secondo uno studio della “International Obesity Task Force”, circa il 4% di tutti i bambini d’Europa e affetto da obesità ,il 37% da sovrappeso , e tale percentuale è in marcato aumento.

Gli elementi chiave per la prevenzione ed il trattamento dell’obesità sono identificati nell’alimentazione corretta, nel ruolo delle famiglie e nell’attività fisica. Si calcola che in Italia siano 4.898.496 le persone adulte obese ( prevalenza = 9,9%) ,e 16.000.000 quelle in sovrappeso ,con  un costo sociale annuo stimato intorno al 6,7% della spesa sanitaria pubblica. È stato calcolato che nella maggior parte dei Paesi Occidentali una persona obesa costa al sistema sanitario il 25% in più di una persona normopeso. In Italia i costi sanitari diretti dell’obesità sono stimati in circa 23 miliardi di euro l’anno (dati 2003). Si stima che la maggior parte di tali costi (più del 60 %) sia dovuta a ricoveri ospedalieri e ciò indica quanto l’obesità sia la reale responsabile di una serie di gravi patologie cardiovascolari, metaboliche, osteoarticolari, tumorali e respiratorie che comportano una ridotta aspettativa di vita ed un notevole aggravio per il Servizio Sanitario Nazionale.

I costi indiretti (dovuti alle morti premature, alla riduzione della produttività lavorativa e ai relativi guadagni) sono doppi rispetto a quelli diretti. Anche se sono più difficili da quantificare in termini finanziari, devono essere considerati tra i costi attribuibili all’obesità, anche altri costi intangibili, come per esempio il minor rendimento scolastico, la discriminazione lavorativa, i problemi psicosociali e la scarsa qualità della vita. I soggetti obesi senza lavoro sono molto più numerosi di quelli con peso normale perché i datori di lavoro preferiscono assumere soggetti non obesi, da cui si aspettano una maggiore produttività e meno giorni di assenza dal lavoro. Negli Usa, per esempio, la percentuale di donne bianche gravemente obese disoccupate è pari al 40%, contro il 30% di quelle con peso normale.

Una strategia simile in Italia costerebbe al Paese circa 17 euro a persona, una quota impercettibile della spesa sanitaria che però, nel nostro Paese, potrebbe salvare circa 150 mila vite l’anno di persone che muoiano per le conseguenze legate alla obesità (diabete, malattie cardiovascolari, tumori) un’analisi di questi dati, non può che rafforzare l’importanza del concetto di prevenzione. E’ necessario correggere le abitudini di vita  sbagliate fin da piccoli Trasferire nei ragazzi una cultura di vita “Sana” è di fondamentale importanza. Supportare i bambini obesi, correggendo abitudini sbagliate,( alimentazione, sedentarietà, ecc.) vuol dire far crescere ragazzi sani e consapevoli. L’obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno, denunciato a gran voce dai più autorevoli nutrizionisti (in Italia colpisce un bambino su quattro) è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo:  si introducono più calorie di quante se ne consumano, anche per stile di vita sedentario. La definizione di sovrappeso/obesità nel bambino è più complessa rispetto all’adulto, il cui peso ideale è calcolato in base al BMI (Body Mass Index o Indice di Massa Corporea = peso in Kg diviso l’altezza in metri, al quadrato).

Si definisce obeso un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale; in soprappeso se supera del 10-20%, oppure quando il suo BMI è maggiore del previsto. La crescita ponderale del bambino si calcola facendo riferimento alle tabelle dei percentili, grafici che riuniscono i valori percentuali di peso e altezza dei bambini, distinti per sesso ed età. La crescita è nella norma se si pone intorno al 50° percentile. Più si supera il valore medio più aumenta il rischio obesità. La Fondazione Italiana per la Lotta all’Obesità Infantile, nasce con l’intento di portare avanti un percorso rieducativo, alimentare e comportamentale dei bambini e delle loro famiglie che possa arrestare il trend positivo (+2% annuo) della incidenza del sovrappeso e dell’obesità infantile nel nostro paese e nel mondo ,che oggi interessa il 43% dei bambini. Al Presidente della Fondazione il Prof. Marco Gasparotti e al Presidente del Comitato Scientifico Prof. Manuel Castello formuliamo i migliori auguri per questa Fondazione a Carattere Europeo e Mondiale e che potremmo considerare fondamentale nella evoluzione  della nostra storia psico-fisio-endocrina nel mondo intero.

Di seguito il Comitato Scientifico che ben rende l’idea della importanza dell’argomento trattato e della sua  rilevanza a livello mondiale.

 

Prof. Miguel Garcia Fuentes, Direttore Dip. Pediatria Università di Cantabria, Santander, Spagna

Judith Sean Palfrey MD, Professor of Pediatrics Boston Children Hospital Medical School, USA

Prof. Rafael Tojo Sierra, Direttore Clinica Pediatrica Università di Santiago de Compostela, Spagna

Prof. Serafin Malaga Guerrero, Direttore Clinica Pediatrica Università di Oviedo, Presidente della Asociacion    Espanola de Pediatria, Spagna

Prof. Angel E Cedrato , Professore Emerito di Pediatria e puericultura ,Università di Buenos Aires, Argentina

Prof. Osvaldo Blanco Grande-Primario Pediatra Istituto di Medicina dell’Ospedale Italiano a Buenos Aires Argentina Rettore

Prof. Jacques Battin, Professore di Pediatria Università di Bordeaux FR

Prof. Luigi Chiarello, Direttore Istituto Cardiochirurgia Università Tor Vergata, Roma

Prof. Pierluigi Granone, Direttore Istituto di Patologia Chirurgica Università Cattolica ,Roma

Prof. Marco De Vincentiis, Direttore Dipartimento Otorinolaringoiatria Università La Sapienza ,Roma

Prof Antonio Dal Monte, Fisiatra, Medico dello Sport, già Direttore dell’Istituto di Scienza dello Sport del CONI

Prof. Giorgio Calabrese, Nutrizionista , Docente di Nutrizione Umana e Dietoterapia presso l’Università del Piemonte Orientale-Alessandria.

Prof. Anna Oliverio Ferraris, Titolare della Cattedra di Psicologia dell’età evolutiva presso l’Università di Roma , La Sapienza Prof. Raffaella Docimo, Direttore Istituto di Odontoiatria infantile Università Tor Vergata, Roma

Prof. Antonio Del Cogliano, Associato Clinica Ortopedica Università Cattolica di Roma.

Prof. Francesco Bove, Responsabile Reparto Ortopedia INI, Roma

Prof. Giulio Alessandri, ricercatore cellule staminali, Istituto Neurologico Besta Milano

Prof. Marco Gasparotti, Docente di Chirurgia Plastica Ed Estetica Master Università di Siena.

 

Francesco Alessandro Squillino
28 ottobre 2012 

 

Bats and Batman

Dracula? Vampiri? Creature delle tenebre? Batman Forever? Nel buio della situazione facciamo luce per accostarci meglio ad un argomento davvero affascinante. Lo straordinario mondo dei Pipistrelli.

Mammiferi evoluti con caratteristiche assolutamente uniche, sono creature in grado di volare, grazie alla loro speciale linea evolutiva che ne ha plasmato la portanza di ala perfetta. I pipistrelli il cui nome scientifico è Chirotteri dal greco letterale “Mano Alata” hanno un altra caratteristica unica, quella di sapersi muovere e cacciare al buio utilizzando un sistema chiamato bio-eco localizzazione, una sorta di meraviglioso “Sixth Sense ”che funziona come un vero sonar. Un pipistrello emette brevi ultrasuoni e ne ascolta l’eco di ritorno.

Attraverso questa eco analisi riesce a costruire un’immagine “sonora” di ciò che lo circonda. In base al tempo che l’eco impiega a tornare un pipistrello è in grado di stabilire la distanza della sua preda. Incredibile ma vero al mondo esistono circa milleduecento varietà/specie di pipistrello che rappresentano un quarto di tutti i mammiferi terrestri. Tutte queste specie possono essere raggruppate in due grandi categorie: i megachirotteri, conosciuti anche come “volpi volanti” e i microchirotteri. I megachirotteri hanno grandi dimensioni anche con due metri di apertura alare. Si nutrono di frutta o nettare ,non usano ultrasuoni e vivono in Africa, Asia, Australia. I microchirotteri hanno piccole dimensioni.

Il più piccolo mammifero al mondo è proprio un pipistrello e  vive in Thailandia con un peso di soli due grammi per una lunghezza di circa tre cm. Questi ultimi pipistrelli utilizzano gli ultrasuoni e si nutrono di varietà animali e vegetali. A seconda della specie sono diffusi praticamente in tutte le regioni del mondo, incluso il circolo polare artico. I pipistrelli si sono adattati a sfruttare moltissime risorse alimentari e al mondo esistono specie che si nutrono anche di polline e sono quindi importantissimi impollinatori di piante che senza di loro non potrebbero più riprodursi o andrebbero incontro all’estinzione. Altre specie si nutrono di frutta e aiutano quindi a disperdere i semi delle piante di cui si nutrono in un ampio raggio, attraverso i loro escrementi. Altre specie sono carnivore  nutrendosi  di piccoli mammiferi, rane, piccoli uccelli o pesci, che catturano al volo.

Ci sono poi pipistrelli che si nutrono di insetti, come quelli che vivono in Europa che offrono all’uomo un ottimo servizio eliminando  insetti dannosi per l’agricoltura o nocivi come le zanzare. I famosi pipistrelli vampiro che si nutrono di sangue praticando minuscoli tagli sulla pelle di altri animali sono solamente costituiti da solo tre le specie al mondo che adottano questa dieta. Proseguendo nel viaggio nel regno dei pipistrelli vediamo l’ala del pipistrello è differente da quella di un uccello ed è costituita da una sottile membrana detta patagio composto da un sottile strato di tessuto connettivo lasso vascolarizzato e compreso tra due strati di cute, sotteso sulle ossa della mano e delle dita. Una marea di inesattezze folkloristiche circolano su questi animali, utilissimi invece all’ecosistema. Sono in molti, in tutto il mondo a non amare i pipistrelli e a temerli ingiustificatamente, quando sono spaventati magari per un forte suono possono anche  inavvertitamente toccare una persona ma non attaccano mai di proposito.

Altri miti da sfatare su questo meraviglioso utilissimo animale notturno è che siano cechi mentre ci realtà vedono bene e lo dimostra il fatto che cacciano a vista gli insetti. I pipistrelli non sono roditori ma mammiferi ricordiamolo ed animali notturni e per questo i media li associano  spesso in modo improprio a creature spaventose e mostruose come il Conte  Dracula e mostri alati. Fra i vertebrati viventi, il volo vero e proprio è limitato ai pipistrelli e agli uccelli. Tuttavia, a differenza della maggior parte degli uccelli, i pipistrelli sono in grado di volare a velocità relativamente bassa con grandissima capacità di manovra.

L´ala del pipistrello è una sottile membrana polposa, sostenuta anteriormente dalle ossa degli arti anteriori e dal secondo dito, entrambi molto allungati e posteriormente tesa fra il terzo, quarto e quinto dito. La membrana è attaccata lungo la linea mediana del dorso e in molte specie si estende anche fra gli arti posteriori e la coda. Solo il primo dito, o pollice, è libero e nella maggior parte dei pipistrelli è l´unico a essere munito di artiglio. Questa struttura consente ai pipistrelli di variare notevolmente la convessità delle ali, modificando, in modo rapido  la aerodinamicità. Tutti i microchirotteri si orientano, e la maggior parte delle specie insettivore individua anche la preda, mediante eco localizzazione. Con questo termine si intende l´emissione intermittente di suoni ad alta frequenza, i quali vengono riflessi come onde sonore dalle superfici presenti nell´ambiente, in feedback al pipistrello indicando la posizione, distanza e sostanza degli oggetti circostanti, come avviene nel caso della tecnologia del sonar.

Questo sistema consente ai chirotteri di orientarsi nella completa oscurità. Le proprietà fisiche dei suoni emessi variano in modo caratteristico da una specie all´altra generati dalla laringe e in specie diverse possono essere emessi dalla bocca o dalle narici. I megachirotteri si orientano servendosi della vista. Solo un genere ha evoluto un meccanismo di eco localizzazione, che comporta l´emissione di schiocchi udibili e impiegato dall´animale solo quando vola nell´oscurità. Sebbene gli occhi dei megachirotteri siano relativamente più grandi di quelli dei microchirotteri, nessun pipistrello è totalmente cieco e anche i microchirotteri capaci di eco localizzazione possono servirsi di grandi punti di riferimento per orientarsi in volo Con poche eccezioni, tutti i microchirotteri sono notturni. Durante il giorno essi riposano in grotte, anfratti rocciosi, alberi cavi, nascondigli sotto le rocce o la corteccia degli alberi, e all´interno di edifici.

I pipistrelli possono anche stare su posatoi esposti e alcuni fra i megachirotteri più grandi stanno appesi a testa in giù in foltissimi gruppi, sui rami degli alberi. Il fatto di essere notturni conferisce a questi animali molti vantaggi, ad esempio una competizione molto ridotta per gli insetti e altre fonti di nutrimento, la sostanziale libertà dai predatori e la protezione dal surriscaldamento e dalla disidratazione, alla quale sarebbero particolarmente esposti perché, a causa della membrana alare, hanno un rapporto superficie-volume elevatissimo. Alcune specie di pipistrelli sono solitarie, ma la maggior parte è gregaria.

Durante il giorno l’aggregazione può consistere nella formazione di piccoli gruppi un maschio e una dozzina di femmine, per arrivare a immensi raduni di molte migliaia e addirittura milioni di individui. In alcune specie ‘aggregazione può presentare diverse modalità di variazioni stagionali e segregazione sessuale. Associazioni casuali di specie diverse sono comuni fra i pipistrelli che fanno uso di ripari protetti come le grotte. In massima parte i chirotteri si nutrono di insetti e sono in grado di catturare la preda in volo o di individuare insetti fermi sulle foglie o altre superfici. La maggior parte dei megachirotteri e molte specie di fillostomatidi dell´America tropicale sono frugivori. Altri chirotteri mangiano parti di fiori o estraggono il nettare dalle piante fiorite mediante la lingua, molto allungata, contribuendo così all’impollinazione. Sebbene i cicli riproduttivi della maggior parte delle specie seguano il modello generale dei mammiferi, esistono alcune eccezioni. Molto interessanti sono alcune specie delle zone temperate che durante i mesi invernali vanno in letargo. L´accoppiamento avviene prima dell´ibernazione e gli spermatozoi sono trattenuti nel corpo della femmina per tutto il periodo del letargo. La fecondazione avviene quando un uovo viene liberato dall’ovaio, dopo risveglio primaverile della femmina. Questo fenomeno è chiamato fecondazione ritardata. Una variante di questo modello si osserva in un genere europeo nel quale l´accoppiamento, l´ovulazione e le prime fasi di sviluppo dell´embrione avvengono nella normale sequenza prima dell´ibernazione, ma lo sviluppo si ferma prima dell´impianto nell’utero, che avrà luogo solo in primavera, quando il metabolismo della madre tornerà normale. Ma dopo questo volo notturno nel l mondo dei pipistrelli rilassiamoci con un po’ di sano e divertente cinema ricordando il personaggio che dai pipistrelli trae la sua fama e notorietà mondiale. Batman. Narra la storia che il  medico Thomas Wayne si reca al Monarch Theatre con la moglie Martha e il figlio di otto anni Bruce per vedere il film Il segno di Zorro.

All’uscita dalla sala, i tre vengono rapinati da un balordo, Joe Chill, che  spara  uccidendo i genitori di fronte al bambino. Traumatizzato, il piccolo Bruce promette un giorno di vendicarsi e combattere per sempre  i criminali. Bruce, erede di una fortuna milionaria viene così cresciuto da Alfred Pennyworth, maggiordomo di casa Wayne, e raggiunta la maturità gira il mondo, apprendendo arti marziali e tecniche investigative dai migliori maestri del mondo. Ed ecco ritornato a Gotham City un pipistrello irrompe da una finestra e Bruce decide  di utilizzare allora l’ oscuro travestimento ispirato all’animale per spaventare i criminali. Grazie al suo patrimonio mette a punto un sofisticato equipaggiamento in sintonia con la struttura del pipistrello, collaborando con il commissario di polizia James Gordon nella lotta alla malavita. Batman, combatte così da sempre, terribili criminali. Chi non conosce lo psicopatico Joker, l’acuto Enigmista, l’ex-procuratore distrettuale Harvey Dent, conosciuto come Due Facce, il Pinguino e Mr. Freeze? Forse in un quasi folle riscatto nell’inconscio collettivo la figura del pipistrello che incute paura come portatore di una misteriosa oscurità e Batman che protegge e rassicura  come portatore di luce e bene si fondono così in una sorta di magico alchemico ridisegnarsi  ricordandoci che spesso come diceva Confucio che alla fine :“Le stelle sono solo dei buchi attraverso i quali filtra la luce dell’infinito”

Francesco Alessandro Squillino
26 ottobre 2012

“Tattoo”

Ci sono articoli che a scriverli donano un vero senso di libertà e di ricerca nelle riflessioni  multidimensionali che in noi possono stimolare. Questo è uno di quelli… Miles Davis uno degli interpreti più grandi e misteriosi del mondo del Jazz quando interpretava con la sua tromba il suo brano intitolato “TUTU” a detta dei musicisti che lo accompagnavano era come se un incisore un tatuatore di eccezionale perizia stesse cesellando con una serie di punte adatte sulla pelle di una splendida donna o di un uomo senza tempo il suo tatuaggio più incredibile e straordinario raffigurante la Musica con la sua lunga chioma di note e suoni.

Incredibile ma vero forse per assonanza archetipa con i nostri reconditi ricordi millenari la parola polinesiana “TATAU” con la sua antica scarificazione della pelle contiene una radice assai comune indicando la permanenza di un disegno sul nostro corpo destinato a durare per sempre, fino alla fine della vita del portatore di tatuaggio. Si narra che l’imperatore Costantino avesse vietato esplicitamente una volta convertito al Cristianesimo, la pratica del tatuaggio. Dal Levitico Costantino ricordava a tutti quanto recitava il sacro testo:” Non  vi farete incisioni nella carne per un defunto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il Signore” <Levitico 19.28 > anche se molti cristiani si tatuavano anche allora sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria coincidenza spirituale. Ma cosa evoca  ancora oggi nelle persona il tatuaggio e quale sono i significati sociali  e della  gamma di reazioni associate al gesto di farsi tatuare?. Le motivazioni per cui oggi ci si tatua sono assai differenti e diverse da quelle per le quali  l’essenza del  tatuaggio contrassegnava l’individuo come componente o non aderente ad una definita etnia. Le strutture artistiche  del tatuaggio erano un tempo non solo espressioni per celebrare l’io individuale o il proprio fisico ma aveva legami intimi connessi a convinzioni religiose, spirituali e magiche dove l’individuo non era liberato dal potere di decidere di essere “contrassegnato” o meno, né tantomeno libero di scegliere i motivi ornamentali.

Pensiamo alle donne di etnia Dinka nel Sudan meridionale che   sono costrette  a sottoporsi a  riti che sottolineano ogni stadio della loro vita a cominciare dalla comparsa della fertilità al matrimonio e dalla maternità in età avanzata, alla menopausa Nel mondo del tatuaggio antico  e moderno per certi versi ruota ancora la concezione mai scomparsa del tutto della medicina arcaica, della superstizione dell’animismo  dei riti tribali e delle cerimonie millenarie  di iniziazione  che contraddistinguono ad esempio i caratteristici tatuaggi dei Maori dove giovani donne vengono sottoposte alla scarificazione diretta. Proseguendo nell’inevitabile dualismo tra marchio, sua persistenza corporea e dolore è con molto dolore appunto che viene imposta ancora oggi  per  pura forma estetica e sociale alle donne di alcune etnie della Birmania, le donne Kayan, il rimodellamento del collo e delle gambe, utilizzando anelli metallici via via inseriti ed assemblati in una sorta di <body modification> oggi così presente in alcune particolari intuizioni umane.

Parente stretto del tatuaggio nell’immaginario collettivo è il piercing che nella medicina ayurvedica o nell’agopuntura fa .rifermento ad una mappa di  punti ben precisi da stimolare  per ottenere una adeguata reazione fisica e sensoriale .Forare le narici delle donne indiane o del  Bangladesh o delle ragazze pakistane, rappresenta purtroppo al di là di una convinzione di bellezza in  realtà un  simbolo di sottomissione sociale che molte adolescenti occidentali  che ricorrono  allegramente alla stessa pratica forse se ne conoscessero fino in fondo il vero  significato non approverebbero davvero  molto. Parente stretto del tatuaggio ad ago e del piercing ma molto meno invasivo ,il body painting ,che  può essere collocato invece nella categoria delle decorazioni transitorie viene dagli aborigeni australiani utilizzato per assolvere funzioni rituali nella la scelta individuale che rende le pratiche tribali molto lontane dal mondo occidentale. Le zone della topografia corporea scelte da tatuare sono molto importanti come messaggio.

Viso e  collo sono zone  molto rare nel mondo nel tatuaggio civilizzato dove l’accentazione del io costituito dal viso oltre ad essere zone particolarmente dolorose da tatuare , esprime motivi psicologici e sociali che evitano queste parti corporee in quanto esposte allo sguardo continuo del mondo relazionale degli altri .I tatuaggi sul volto poi oggi  quando presenti costituiscono un profondo linguaggio simbolico come quelli utilizzati  nelle gang metropolitane, un riconoscimento nei riti  di iniziazione, un simbolo di chiara appartenenza. Basti pensare alle più note gang americane giovanili e di quartiere. Quindi  l’uomo fin dal passato ha sentito la spinta ad abbellire non solo gli oggetti intorno a sé, ma particolarmente il proprio corpo. A conferma di tale tesi vi sarebbe il ritrovamento di alcuni strumenti di epoca primitiva che si pensa fossero stati utilizzati per praticare un tatuaggio. Il Body painting, la scarificazione e il tatuaggio, sono da considerarsi arti antichissime, nate allo scopo non solo di soddisfare un impulso individuale, ma con impulsi, connotazioni e risvolti sociali, tanto da poter parlare di atto sociale primitivo. Nel novecento però nelle società occidentali il tatuaggio non viene già più considerato espressione di arte e di libertà, ma  associato ad una confusione morale. Il tatuaggio inizia  per questo a dilagare tra i ceti più bassi quelli dei malavitosi, carcerati e marinai, tanto da diventare un vero e proprio simbolo di appartenenza alla criminalità. Con l’avvento degli anni sessanta e ottanta con il diffondersi della controcultura che il tatuaggio ammalia chi sceglie di stupire e porsi in alternativa alla mentalità comune. Nei movimenti  Punk e Angels  tatuarsi  era espressione di ribellione e rabbia. Tornando ai motivi per cui ci si tatua oggi invece sembra ci sia un’apertura verso un’epoca più dischiusa ai cambiamenti, un’epoca molto più ricettiva. Oggi si sceglie come autentica celebrazione dei propri gusti e del proprio modo di essere, oltre che manifesto dei propri personali eventi di vita.

Il tatuaggio può essere considerato come una cicatrice del proprio sentire. Oggi ci si tatua per tirare fuori quello che si ha dentro trasformando il proprio corpo come strumento di comunicazione, vi è una sorta di riappropriazione di esso. Il tatuaggio è stato utilizzato con finalità diversissime e ancor più vari sembrano essere i motivi che hanno contribuito allo sviluppo di questa antichissima pratica. Ecco alcune interpretazioni dei tatuaggi più comuni ad esempio con utilizzo di simboli del regno animale.. Ovviamente non è scontato che chi porta un tatuaggio incarni le caratteristiche dell’animale, perché a volte ci si lascia condizionare da fattori culturali o estetici, ma è in ogni caso interessante, provare a fare qualche collegamento simbolico .Il tatuaggio è un arte antica così diffusa da considerarsi  un atto sociale. Il corpo è come una tela grezza e i colori e i segni coi quali lo caratterizziamo, parlano di noi. Anche la scelta di un tatuaggio può essere letta e interpretata tramite i simboli o gli animali che lo rappresentano. Possiamo dunque trarre qualche indizio sulla personalità di chi porta un tatuaggio, interpretando l’animale totem corrispondente.  Farfalla – La farfalla è un simbolo di leggerezza e cambiamento. Indica dunque una personalità dotata di grazia e immaginazione, che ama la libertà e i viaggi. Il lato ombra può essere rappresentato dall’incostanza e talvolta dalla superficialità. Aquila – Simbolo del guerriero, rappresenta l’indipendenza, l’elevazione spirituale e la ribellione.

Tatuaggio molto amato dai ribelli, e da chi vuole sentirsi sempre libero, a qualsiasi costo. In negativo può indicare estremismo e aggressività Falco – Rappresenta il messaggero, la luce e la capacità di cogliere i segnali nascosti. Chi lo porta è creativo, intuitivo e audace. Il lato ombra può essere rappresentato dalla vanità Gufo – Rappresenta la chiaroveggenza, la saggezza e l’intuizione. Anche se giovane chi ha questo tatuaggio si rivelerà maturo, intellettuale e consapevole. Il gufo e la civetta vedono nel buio, quando gli altri dormono. Il lato negativo può essere rappresentato dalla presunzione e dalla saccenza. Corvo – Popolare tra i fan e gli appassionati di occulto, simboleggia l’ignoto e il viaggio interiore. Chi lo porta sarà dunque affascinante, misterioso e carismatico, e vestirà preferibilmente di nero. Il lato ombra può essere rappresentato da dogmatismo e introversione, spesso mascherata.  Un mondo double face quello del Tattoo come lo spazio della nostra pelle che con il suo linguaggio dentro/fuori trova una sua espressione poetica e carezzevole in uno dei brani più suggestivi ed originali di Chico Barque de Hollanda, tradotto dal grande Sergio Bardotti e inserito nel CD … “Io dentro” del  1977  ed interpretato dalla mitica Ornella Vanoni. Nelle parole  suggestive e perfette la conclusione di questo breve ma intenso sguardo/viaggio nel mondo del corpo immagine della scrittura e dei simboli impressi sul corpo. Dell’anima esposta al mondo e del  mondo quando scrive sull’essere umano…

“Tatuagem”,
Chico Barque de Hollanda,
Traduzione di Sergio Bardotti
CD… Io dentro” (1977)
Voglio restare sul tuo corpo
come un tatuaggio
che per darti coraggio e proseguire il viaggio
quando è notte in te.
Voglio essere una schiava sulla tua pelle
che tu rinneghi raschi e sfreghi ma non cancelli.
Voglio ballare sul tuo corpo
come ballerina
che ad un tratto si spira salta e ti s’inchina
quando è notte in te.
E sui tuoi muscoli sfiniti dall’ultima carezza
riposare stanca piena vuota… morta di stanchezza.
Voglio pesarti sulle spalle, come una croce
che ti fa un male atroce ma in fondo ti piace
quando è notte in te.
Io sarò la cicatrice ridente e corrosiva
marcata a ferro a freddo a fuoco in carne viva.
Ancore sirene navi e un nido di serpenti
che io ti incido in tutto il corpo ma non li senti.
Ancore sirene navi e un nido si serpenti
che io ti incido in tutto il corpo ma non li senti.

 

“TUTU” Miles Davis

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=atVp9s2BtfY

 

Francesco Alessandro Squillino