Fondazione italiana per la lotta all’obesità infantile

Scritto da:
Francesco Alessandro Squillino
Durata:
1 minuto

Al mio ritorno dalla splendida manifestazione ospitata dalla Struttura Villa Silvana di Aprilia(LT) con il suo staff medico e direzionale al completo e con la numerosa presenza multidisciplinare di medici e specialisti esperti Italiani per la enorme rilevanza dell’argomento, non potevo invero per dovere sociale e come professionista perfettamente in sintonia con quanto espresso, non riportare in questo articolo speciale ripreso anche dalle web informations redatto per www.scienze-naturali.it, la tematica complessa ma fondamentale proposta in un grande progetto che guarda al futuro dei piccoli esseri umani di oggi e che saranno gli adulti di domani.

Parliamo della Fondazione Italiana per la Lotta alla Obesità Infantile (Onlus). L’obesità infantile ha una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause più o meno evidenti che interagiscono tra loro; in primo luogo una eccessiva/cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare; rari i casi ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali. Alimentazione – Spesso ci preoccupiamo quando il bambino mangia poco, raramente quando mangia troppo. Se è vero che una dieta insufficiente può portare a deficit di vario tipo (proteine, calcio, ferro, vitamine ed altri nutrienti essenziali alla crescita), di contro, un introito calorico eccessivo determina, dapprima un sovrappeso del bambino e poi, nella maggioranza dei casi, una manifesta obesità.

Sedentarietà – Oltre all’alimentazione scorretta e squilibrata, non dobbiamo sottovalutare, come fattore di rischio, la ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato, ma sempre di più frequente riscontro. I piccoli, infatti, sono spesso accompagnati in macchina dai genitori, anche se la scuola o la palestra distano pochi metri da casa, prendono l’ascensore anche per un solo piano, passano ore ed ore davanti al computer e alla televisione (con gli esempi negativi che accentuano le cattive abitudini alimentari), escono sempre meno e così via. L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo). E’ sufficiente praticare un’attività aerobica leggera, senza affaticare troppo l’organismo, come una pedalata in bicicletta o una camminata, che sottopongono i muscoli ad uno sforzo moderato ma costante e attingono carburante soprattutto dal serbatoio dei grassi; così dimagrire diventa più facile. Familiarità .I fattori familiari non sono meno determinanti dei precedenti.

L’obesità, sotto certi aspetti, può considerarsi un problema di natura ereditaria e, sotto altri, una conseguenza di fattori ambientali. Un’indagine multiscopo realizzata dall’ISTAT nel 2000 dimostra che circa il 25% dei bambini ed adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso, mentre la percentuale dei bambini sale a circa il 34% quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori. Sovrappeso e obesità rappresentano la vera epidemia sociale del terzo millennio, che investe il 40% della popolazione dei paesi industrializzati di ambo i sessi. Nel mondo, circa 300 milioni di individui sono obesi, più di 1 miliardo sovrappeso.

Tale numero è destinato ad aumentare, con gravi conseguenze per la salute; Il problema è più serio nell’America del Nord ed in Europa, ma è diffuso in aree dove, in passato, non era presente se non in minima entità (Asia, india, Cina, Giappone ed anche alcune regioni dell’Africa e del Sud America, comprendendo così anche alcuni Paesi in via di Sviluppo);’incidenza dell’obesità è raddoppiata in molti Paesi, negli ultimi anni. Nell’ultima decade, l’incidenza in Europa è aumentata del 10-50% Secondo uno studio della “International Obesity Task Force”, circa il 4% di tutti i bambini d’Europa e affetto da obesità ,il 37% da sovrappeso , e tale percentuale è in marcato aumento. Secondo uno studio della “International Obesity Task Force”, circa il 4% di tutti i bambini d’Europa e affetto da obesità ,il 37% da sovrappeso , e tale percentuale è in marcato aumento.

Gli elementi chiave per la prevenzione ed il trattamento dell’obesità sono identificati nell’alimentazione corretta, nel ruolo delle famiglie e nell’attività fisica. Si calcola che in Italia siano 4.898.496 le persone adulte obese ( prevalenza = 9,9%) ,e 16.000.000 quelle in sovrappeso ,con  un costo sociale annuo stimato intorno al 6,7% della spesa sanitaria pubblica. È stato calcolato che nella maggior parte dei Paesi Occidentali una persona obesa costa al sistema sanitario il 25% in più di una persona normopeso. In Italia i costi sanitari diretti dell’obesità sono stimati in circa 23 miliardi di euro l’anno (dati 2003). Si stima che la maggior parte di tali costi (più del 60 %) sia dovuta a ricoveri ospedalieri e ciò indica quanto l’obesità sia la reale responsabile di una serie di gravi patologie cardiovascolari, metaboliche, osteoarticolari, tumorali e respiratorie che comportano una ridotta aspettativa di vita ed un notevole aggravio per il Servizio Sanitario Nazionale.

I costi indiretti (dovuti alle morti premature, alla riduzione della produttività lavorativa e ai relativi guadagni) sono doppi rispetto a quelli diretti. Anche se sono più difficili da quantificare in termini finanziari, devono essere considerati tra i costi attribuibili all’obesità, anche altri costi intangibili, come per esempio il minor rendimento scolastico, la discriminazione lavorativa, i problemi psicosociali e la scarsa qualità della vita. I soggetti obesi senza lavoro sono molto più numerosi di quelli con peso normale perché i datori di lavoro preferiscono assumere soggetti non obesi, da cui si aspettano una maggiore produttività e meno giorni di assenza dal lavoro. Negli Usa, per esempio, la percentuale di donne bianche gravemente obese disoccupate è pari al 40%, contro il 30% di quelle con peso normale.

Una strategia simile in Italia costerebbe al Paese circa 17 euro a persona, una quota impercettibile della spesa sanitaria che però, nel nostro Paese, potrebbe salvare circa 150 mila vite l’anno di persone che muoiano per le conseguenze legate alla obesità (diabete, malattie cardiovascolari, tumori) un’analisi di questi dati, non può che rafforzare l’importanza del concetto di prevenzione. E’ necessario correggere le abitudini di vita  sbagliate fin da piccoli Trasferire nei ragazzi una cultura di vita “Sana” è di fondamentale importanza. Supportare i bambini obesi, correggendo abitudini sbagliate,( alimentazione, sedentarietà, ecc.) vuol dire far crescere ragazzi sani e consapevoli. L’obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno, denunciato a gran voce dai più autorevoli nutrizionisti (in Italia colpisce un bambino su quattro) è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo:  si introducono più calorie di quante se ne consumano, anche per stile di vita sedentario. La definizione di sovrappeso/obesità nel bambino è più complessa rispetto all’adulto, il cui peso ideale è calcolato in base al BMI (Body Mass Index o Indice di Massa Corporea = peso in Kg diviso l’altezza in metri, al quadrato).

Si definisce obeso un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale; in soprappeso se supera del 10-20%, oppure quando il suo BMI è maggiore del previsto. La crescita ponderale del bambino si calcola facendo riferimento alle tabelle dei percentili, grafici che riuniscono i valori percentuali di peso e altezza dei bambini, distinti per sesso ed età. La crescita è nella norma se si pone intorno al 50° percentile. Più si supera il valore medio più aumenta il rischio obesità. La Fondazione Italiana per la Lotta all’Obesità Infantile, nasce con l’intento di portare avanti un percorso rieducativo, alimentare e comportamentale dei bambini e delle loro famiglie che possa arrestare il trend positivo (+2% annuo) della incidenza del sovrappeso e dell’obesità infantile nel nostro paese e nel mondo ,che oggi interessa il 43% dei bambini. Al Presidente della Fondazione il Prof. Marco Gasparotti e al Presidente del Comitato Scientifico Prof. Manuel Castello formuliamo i migliori auguri per questa Fondazione a Carattere Europeo e Mondiale e che potremmo considerare fondamentale nella evoluzione  della nostra storia psico-fisio-endocrina nel mondo intero.

Di seguito il Comitato Scientifico che ben rende l’idea della importanza dell’argomento trattato e della sua  rilevanza a livello mondiale.

 

Prof. Miguel Garcia Fuentes, Direttore Dip. Pediatria Università di Cantabria, Santander, Spagna

Judith Sean Palfrey MD, Professor of Pediatrics Boston Children Hospital Medical School, USA

Prof. Rafael Tojo Sierra, Direttore Clinica Pediatrica Università di Santiago de Compostela, Spagna

Prof. Serafin Malaga Guerrero, Direttore Clinica Pediatrica Università di Oviedo, Presidente della Asociacion    Espanola de Pediatria, Spagna

Prof. Angel E Cedrato , Professore Emerito di Pediatria e puericultura ,Università di Buenos Aires, Argentina

Prof. Osvaldo Blanco Grande-Primario Pediatra Istituto di Medicina dell’Ospedale Italiano a Buenos Aires Argentina Rettore

Prof. Jacques Battin, Professore di Pediatria Università di Bordeaux FR

Prof. Luigi Chiarello, Direttore Istituto Cardiochirurgia Università Tor Vergata, Roma

Prof. Pierluigi Granone, Direttore Istituto di Patologia Chirurgica Università Cattolica ,Roma

Prof. Marco De Vincentiis, Direttore Dipartimento Otorinolaringoiatria Università La Sapienza ,Roma

Prof Antonio Dal Monte, Fisiatra, Medico dello Sport, già Direttore dell’Istituto di Scienza dello Sport del CONI

Prof. Giorgio Calabrese, Nutrizionista , Docente di Nutrizione Umana e Dietoterapia presso l’Università del Piemonte Orientale-Alessandria.

Prof. Anna Oliverio Ferraris, Titolare della Cattedra di Psicologia dell’età evolutiva presso l’Università di Roma , La Sapienza Prof. Raffaella Docimo, Direttore Istituto di Odontoiatria infantile Università Tor Vergata, Roma

Prof. Antonio Del Cogliano, Associato Clinica Ortopedica Università Cattolica di Roma.

Prof. Francesco Bove, Responsabile Reparto Ortopedia INI, Roma

Prof. Giulio Alessandri, ricercatore cellule staminali, Istituto Neurologico Besta Milano

Prof. Marco Gasparotti, Docente di Chirurgia Plastica Ed Estetica Master Università di Siena.

 

Francesco Alessandro Squillino
28 ottobre 2012