Stoccare la CO2 nelle miniere

Scritto da:
Giulia Orlando
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L’ingegnere minerario e geologo Michael Hitch della British Columbia University ritiene sia il momento di sfruttare il grande potenziale economico che, a suo parere, avrebbero i rifiuti delle miniere.

Secondo l’ingegnere minerario, infatti, sarà presto possibile intrappolare CO2 all’interno delle miniere attraverso gli scarti di produzione.

Le rocce studiate dall’ingegner Hitch, che sono rocce di scarto delle operazioni minerarie, hanno infatti la capacità di assorbire CO2.

Le stesse operazioni minerarie sono tra i produttori di CO2 extra emessa nell’atmosfera: gli studi sulle rocce di scarto sono mirati alla particolare capacità delle rocce di scarto di assorbire CO2, compensando le emissioni prodotte dalle operazioni di estrazione.

Le rocce, denominate “rocce SP”, sono secondo l’ingegner Hitch il futuro “stoccaggio” di tutte le emissioni di CO2 delle miniere canadesi. Queste rocce sono infatti ricche di silicato di magnesio, che fissa la CO2 trasformandola in carbonato di magnesio: con qualche procedimento ancora da mettere a punto, la capacità “assorbente” di queste rocce può essere ulteriormente aumentata fino a raggiungere valori che vanno da 5 a dieci volte le emissioni di CO2, il gas responsabile dell’ effetto serra,  prodotte dalle lavorazioni minerarie.

Tutte le miniere potrebbero essere coinvolte: nichel, diamanti, platino, rame, cromite, talco, palladio la cui lavorazione produce sia CO2 che rocce di scarto ad alto potere assorbente.

Successivamente, le rocce SP potranno essere trasformate in crediti di CO2 ed il Canada potrebbe arrivare, grazie all’ utilizzo di tali rocce, a vendere crediti di emissione ai paesi che immettono CO2 extra nell’ atmosfera terrestre.

Secondo Hitch si potrebbero inoltre applicare i risultati di questa ricerca anche a progetti di incameramento di CO2 nei bacini sotterranei e marini aiutando quindi a ridurre la presenza diCO2 in eccesso nell’atmosfera trasformando in questo in questo modo un rifiuto in una vera e propria ricchezza, sia economica che ecologica.

Giulia Orlando
11 dicembre 2012