Una scoperta apre nuove opzioni per migliorare le trasfusioni

Scritto da:
Maria Grazia Midossi
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1 minuto

Secondo i ricercatori del Duke University Medical Center i globuli rossi perdono il loro potere di salvare la vita quanto più a lungo sono stati conservati. La scoperta, pubblicata sulla rivista Critical Care Medicine, spiega come il sangue conservato subisce un cambiamento durante il processo di mantenimento che diminuisce la sua capacità di trasportare ossigeno. Rallentare questo processo potrebbe essere un buon modo per aumentare la longevità e la vitalità del sangue conservato.

“ Gli studi indicano che i globuli rossi più vecchi sembrano non funzionare per alcuni pazienti ”, ha detto Timothy J. McMahon professore associato di medicina presso la Duke e autore senior dello studio, “con le attuali riserve di sangue sarebbe molto importante trovare dei modi per ottimizzare i benefici ed estendere la durata di conservazione del sangue.”

I ricercatori hanno osservato che il sangue conservato perde molto rapidamente l’ossido nitrico, una sostanza chimica che aiuta a mantenere i vasi sanguigni aperti, rendendo più difficile l’apporto di ossigeno nelle varie parti del corpo. Inoltre i globuli rossi conservati perdono la capacità di rilasciare una molecola chiave, chiamata adenosina-5′-trifosfato(ATP), che funziona come una sorta di anti-adesivo. Senza il rilascio di questa molecola, i globuli rossi diventano appiccicosi e tendono ad aderire ai vasi sanguigni nei polmoni anziché trasportare il loro carico di ossigeno in tutto il corpo. Quando ciò accade i pazienti sono a rischio di attacchi cardiaci, insufficienza respiratoria e altre complicazioni che sono state associate alle trasfusioni.

Lo scopo dello studio di McMahon e degli altri scienziati è quello di studiare a fondo questo meccanismo di adesione e verificare se esiste la possibilità di diminuire il problema, fortificando i globuli rossi conservati con l’aggiunta di ATP o con un agente che stimoli il rilascio di ATP.