L’arte che anticipa la scienza medica

Scritto da:
Elisa Scaringi
Durata:
1 minuto

Dipingere una patologia e non saperlo. È accaduto nella seconda metà del 1400 ad Andrea Mantegna. Nel suo quadro “La camera degli sposi” è rappresentata, infatti, la neurofibromatosi di tipo 1. Dipinta circa ottantasei anni prima della sua scoperta, avvenuta nel 1592, da parte del medico e naturalista Andrea Aldrovandi. A rivelarlo, sulle pagine della rivista inglese “The Lancet Neurology”, i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica dell’Università di Torino.

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L’arte conferma così le sue doti di osservazione e descrizione della realtà, in questo caso fondamentale anche per lo sviluppo della scienza medica. La fantesca dipinta, infatti, sul lato destro della tela presenta tutti i caratteri tipici della neurofibromatosi di tipo 1, nota anche come malattia di Von Recklinghausen. Sul viso cinque neurofibromi (tumori della guaina dei nervi periferici che si presentano sotto forma di lesioni cutanee, sottocutanee o plessiformi), sulle guance almeno cinque macchie caffè-latte, nell’iride destra e sinistra svariati noduli di Lish, oltra a un marcata riduzione della statura sconfinante in un nanismo ipofisari. Tratti tipici questi di una patologia ereditaria, che colpisce le cellule nervose e muco-cutanee con numerosi tumori benigni della pelle e del tessuto nervoso, e la cui prevalenza è stimata in un caso ogni 4.000-5.000 persone.

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L’arte non è nuova alla rappresentazione della scienza medica. Sono molti i casi di patologie, soprattutto dermatologiche, chiaramente riconoscibili nelle tele. Il Ghirlandaio, nel suo “Ritratto di vecchio e nipote”, traccia i segni di un rinofima, evidente malformazione del naso conseguenza ultima di una probabile acne rosacea. Frida Kahlo, invece, non disdegnava di esporre nei dipinti il suo famoso irsutismo, dato da una presenza abbondante di peluria sul viso, soprattutto tra le due sopracciglia e sopra il labbro superiore. Famosa è ancora la misteriosa dermatosi di Jean Paul Marat, rappresentato da Jacques-Louis David nella vasca dove passava gran parte delle sue giornate per lenire il prurito provocatogli da una malattia della pelle ancora oggi sconosciuta.

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L’arte, dunque, come osservatrice della realtà, è riuscita a tramandare patologie e segni della pelle di un’epoca altrimenti a noi sconosciuta. Tracce che, pur manipolate dall’estro creativo di artisti e pittori, hanno mantenuto la loro oggettività realistica.

Elisa Scarlingi