Prevedere la formazione di placche coronariche

Un team di scienziati ha appena scoperto come prevedere la formazione di placche aterosclerotiche nelle coronarie attraverso gli ultrasuoni e il monitoraggio della pressioneplacche coronariche sanguigna intra-coronarica.

Molto frequentemente gli attacchi di cuore o ictus sono provocati da un coagulo all’interno delle arterie coronarie che bloccano il normale flusso sanguigno. Inoltre le coronarie sono quei vasi sanguigni che portano sostanze nutritive al miocardio. Con questa nuova tecnica, quindi, i ricercatori intendono prevedere in quale zona avverrà la formazione di placche aterosclerotiche.

I cardiologi ricercatori, studiando le coronarie in isolamento o negli animali, hanno scoperto da tempo un collegamento tra i rami delle arterie, i disturbi della pressione sanguigna e il sito dove si sviluppa la placca in questione. La sfida, per i ricercatori, è quella di tradurre le osservazioni in laboratorio in delle certezze da cui sviluppare nuove terapie da applicare ai pazienti. E’ come guardare un fiume e predire dove si formeranno gli accumuli di sedimenti.

Lo studio è stato molto lungo: infatti, già tra il dicembre del 2007 e il gennaio del 2009, sono stati esaminati 20 pazienti in laboratorio perché avevano un ECG (elettrocardiogramma) anomalo e un dolore cronico al petto. Essi sono stati sottoposti a diversi esami come l’ecografia Doppler e l’endoscopia con un filo guida intra-coronarico prima e dopo sei mesi di trattamento con Atorvastatina. Per meglio agevolare il lavoro le arterie dei pazienti sono state suddivise idealmente in 100 segmenti e l’ecografia ha permesso di stimare le dimensioni delle placche coronariche prima e dopo il periodo di cura di 6 mesi.

Dallo studio è emerso che alcune placche aterosclerotiche si sviluppano con una progressione costante mentre altre si sviluppano in modo spasmodico: quest’ultime, in particolare, possono staccarsi dalla parete del vaso arterioso a causa della pressione idrostatica esercitata dal sistema circolatorio e portano alla formazione di un coagulo che ostruisce il normale flusso sanguigno. Al contrario, in quelle sezioni dove si ha una progressione costante la placca è più stabile, a patto che il suo rivestimento fibroso sia sufficientemente robusto. Si è dimostrato inoltre che le dimensioni della placca aumentano in quei segmenti in cui lo sforzo di taglio è particolarmente basso; invece, nei luoghi in cui la tensione di taglio era più elevata è stato riscontrato un restringimento del rivestimento fibroso della placca.

I dati, infine, evidenziano che le placche arteriose possono crescere anche se il paziente si sottopone ad una terapia anti-colesterolo con statina.