Arte rupestre, prima forma di comunicazione tra esseri umani

Quando e dove gli esseri umani hanno sviluppato il linguaggio?

Per scoprirlo, dobbiamo guardare nelle profondità delle caverne, suggerisce Shigeru Miyagawa, un professore del Massachusetts Institute of Tecchnology (MIT), di Cambridge.

Arte rupestre nei Monti Altai, Russia. Anche se i graffiti più famosi si trovano in Spagna e Francia, queste espressioni abbondano in tutto il mondo.

Più precisamente, alcune caratteristiche specifiche dell’arte rupestre potrebbero fornire indizi su come le nostre capacità linguistiche, simboliche e polivalenti si siano evolute fino a come lo sono oggi.

Una chiave di interpretazione di questa ipotesi è che le pitture e i disegni, le espressioni dell’arte rupestre insomma, trovano spesso la loro collocazione in punti acustici caldi, in zone delle grotte in cui il suono riecheggia più nitidamente, come è stato osservato da alcuni studiosi.

E’ un fatto accertato, infatti, che queste espressioni si rinvengono di solito nelle parti più profonde delle grotte, quelle difficilmente accessibili, a dimostrazione che l’acustica potrebbe rivestire il ruolo principale che ha guidato la loro collocazione all’interno delle caverne; come, del resto, gli stessi graffiti potrebbero anche essere rappresentativi dei suoni che i primi esseri umani sono riusciti a riprodurre proprio in quei punti.

In un nuovo articolo sulla questione scritto da Miyagawa, questo incontro tra suono e disegno è, sostanzialmente, una convergenza di informazioni uditive e arte visiva che “avrebbe permesso agli esseri umani di migliorare la loro capacità di trasmettere il pensiero simbolico”.

La combinazione di suoni e immagini è, difatti, anche una delle caratteristiche precipue dell’attuale linguaggio umano, insieme al suo aspetto simbolico e alla sua capacità di generare infinite nuove frasi.

“L’arte rupestre faceva parte dell’insieme di termini con cui l’Homo sapiens arrivava ad avere questa elaborazione cognitiva di altissimo livello”, dice Miyagawa, che è docente di linguistica, nonchè di lingua e cultura giapponese al MIT. “Questo processo cognitivo converte un segnale acustico in una rappresentazione mentale e lo esternalizza come elemento visivo”.

Gli artisti delle grotte non erano quindi solo dei Monet ante litteram, dei pittori che erano soliti raffigurare gli spazi aperti come a loro piaceva o come li ‘sentivano’, esprmendo una forma d’arte, bensì erano piuttosto umani coinvolti in una sorta di processo di comunicazione vera e propria.

“Penso che sia abbastanza evidente che questi ‘artisti’ comunicavano in questo modo tra di loro”, dice Miyagawa.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Psycology da Miyagawa e dai colleghi Cora Lesure, delMIT, e Vitor A.Nobrega, dell’Università di San Paolo, Brasile.

Non è chiaro l’avvento della lingua parlata nella storia dell’uomo. La nostra specie ha circa 200mila anni e la lingua è stata spesso considerata essere antica di almeno 100mila anni.

“E’ molto difficile cercare di capire come il linguaggio umano sia comparso durante l’evoluzione” sostiene Miyagawa, sottolineando che ‘si conosce forse il 99,99 per cento di quello che stava accadendo allora”.

“Tuttavia – aggiunge il professore – si ritiene, a ragione, che il linguaggio non si fossilizzi, e forse in questi  disegni rupestri possiamo vedere alcuni indizi dell’Homo sapiens come essere simbolico”.

Mentre gli esempi di arte rupestre più famosi sono stati rinvenuti in Francia e in Spagna, esistono, comunque, in tutto il mondo.

Una forma di arte rupestre che suggerisce il pensiero simbolico – incisioni geometriche su pezzi di ocra della Grotta di Blombos, nell’Africa meridionale è stata stimata sui 70mila anni di età.

Questa arte simbolica indica una capacità cognitiva che gli umani hanno portato con sé dappertutto, nel resto del mondo.

“L’arte delle caverne è ovunque”, dice Miyagawa. “Ogni grande continente abitato dall’Homo sapiens ha una propria arte rupestre…La si trova in Europa, in Medio Oriente, in Asia; ovunque, proprio come il linguaggio umano”.

Negli ultimi anni, ad esempio, gli studiosi hanno scoperto l’arte rupestre indonesiana che ritengono essere di circa 40mila anni più antica degli esempi più noti dell’arte rupestre europea.

Se l’arte rupestre è implicata nello sviluppo del linguaggio umano, trovare e datare correttamente i graffiti più antichi conosciuti ci aiuterebbe a localizzare gli organi del linguaggio nella storia umana, cosa che dovrebbe essere avvenuta abbastanza precocemente durante il nostro sviluppo.

Leonardo Debbia