Comunicazione cerebrale nei pazienti affetti da coma e stati vegetativi

comunicazione cerebrale negli stati vegetativi
Mediante una precisa stimolazione è possibile recepire la presenza o meno di comunicazione cerebrale.

E’ stato pubblicato su Brain, un nuovo studio che vedere partecipe in prima linea il cervello e sue modalità di comunicazione con l’esterno quando questo è affetto da stati vegetativi.

Lo stato vegetativo, da sempre al centro di controversie, si è contraddistinto per risultare agli occhi della comunità scientifica come una patologia molto particolare. Una particolarità dovuta all’impossibilità di avviare una presunta comunicazione con le cellule del cervello e di avviare una comunicazione vera e propria con l’esterno.

Secondo lo studio è possibile avviare una valutazione della reale situazione del cervello anche quando questo è in uno stato vegetativo. La ricerca si è svolta nell’Università degli Studi di Milano con la partecipazione del Coma Science Group di Liegi. Il Team è stato in grado di realizzare un protocollo che sfrutta la stimolazione magnetica transcranica e l’elettroencefalogramma leggendo e visualizzando la comunicazione tra le aree del cervello nei pazienti aventi gravi o permanenti lesioni cerebrali con rispettivo stato vegetativo. Una tecnica che sfrutta la comunicazione con l’encefalo sorpassando l’aspetto del dialogo con il paziente.

Lo studio si è concentrato sull’attività onirica. Nella precisione sull’esperienza cosciente, quella dei sogni, che si sviluppa quando il cervello è scollegato dall’esterno. Si tratta di un vero e proprio passo avanti mediante il quale è possibile distinguere i pazienti in stato vegetativo rispetto a quelli che, invece, recuperano una parte minima dei livelli coscienza. Se dunque fino ad oggi le uniche possibilità di valutazione e definizione del livello di coscienza dei pazienti erano le modalità in cui questi ultimi si relazionavano con l’esterno ora, anche questa barriera, è stata superata.

Molto importante è anche la modalità di esecuzione del protocollo che molto semplicemente può essere sostenuto direttamente nel letto e senza alcun tipo di dipendenza da terzi oggetti che necessitino di capacità visive o dell’uso di precisi apparati e comandi.

Lo studio è stato in grado di dimostrare come in ben 17 pazienti affetti da coma ci sia stato un cambiamento cosciente evoluto in altri stati clinici. Lo stesso ha dimostrato come nello stato vegetativo ci sia un’assenza di comunicazione nelle aree corticali stato che, diversamente, non è presente nei pazienti aventi un livello minimo coscienza.