Biodiversità italiana a rischio
- Maria Carmen Giuditta
- 4 Marzo 2014
- Ambiente & Natura, Zoologia
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È lo scenario presentato nel “III Rapporto Direttiva Habitat 2007-2012” dall’ISPRA e dal ministero dell’ambiente il 27 febbraio scorso a Roma. Il lavoro, coordinato dall’ISPRA, è stato condotto in sinergia con il Ministero dell’ambiente, Regioni e Provincie autonome italiane e le principali società scientifiche nazionali, in ottemperanza della Direttiva Habitat, che impone ai paesi europei di inviare un rapporto ogni 6 anni sullo stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e sulle misure intraprese per la loro salvaguardia.
Da tale rapporto emerge che il 50% delle specie vegetali, il 51% delle specie animali e il 67% degli habitat presenti sul nostro territorio sono in un cattivo o inadeguato stato di conservazione.
La perdita di biodiversità è attribuibile all’attività umana e alla modifica incontrollata degli ecosistemi.
Molte specie si trovano in forte declino o a rischio di estinzione. La popolazione di Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), una sottospecie di orso bruno che vive esclusivamente in Italia centro – meridionale, si è ridotta a 40 – 50 individui. Un numero talmente esiguo non può assicurare la sopravvivenza della specie nel lungo periodo. Varie specie di pipistrelli sono minacciate dall’estinzione a causa delle aree agricole alterate e dall’uso di pesticidi. Situazioni di fragilità anche per gli anfibi, soprattutto per l’euprotto sardo (Euproctus platycephalus) e per il discoglosso sardo (Discoglossus sardus). Particolarmente a rischio sono le specie ittiche di fiumi e laghi, che si trovano in competizione con altre specie introdotte dall’uomo a fini di pesca, tra queste ricordiamo lo storione cobice e l’alosa.
Per quanto riguarda le specie vegetali, il quadrifoglio acquatico (Marsilea quadrifolia), una felce che vive negli stagni, si è estinto in alcune regioni italiane mentre è in forte declino in altre.
La Sardegna risulta essere la regione italiana con il maggior numero di specie vegetali a rischio. Ricca di specie endemiche (specie che vivono esclusivamente in una data regione geografica), l’isola rischia di perdere l’astragalo marittimo (Astragalus maritimus) e il cardo del Gennargentu (Lamyropsis microcephala).
Gli ambienti costieri risentano tantissimo dell’impatto turistico. In questi siti si è verificata una forte riduzione di alcune specie vegetali endemiche, talvolta sottoposte ad una indiscriminata raccolta, come ad esempio la granata rupicola (Kochia saxicola).
Situazione non meno preoccupante riguarda lo stato di salute degli habitat. Gli habitat dal peggiore stato di conservazione in Italia sono le dune e le torbiere. Le dune sono importantissime in quanto svolgono un ruolo fondamentale nella difesa delle coste. Non solo costituiscono un vero e proprio ostacolo fisico all’avanzamento del mare, ma grazie alla presenza delle piante che le colonizzano, sono anche serbatoi di sabbia, che possono ripasciare naturalmente le spiagge dopo essere state erose dalle mareggiate. Tali habitat purtroppo vengono spesso distrutti per dare spazio agli stabilimenti turistici e all’urbanizzazione non controllata. Sempre per ragioni legate alle attività umane, è cruciale la situazione delle torbiere e degli ambienti paludosi. La distruzione di questi habitat porterebbe alla conseguente estinzione di specie rarissime ed uniche in Europa.
Tuttavia, si prevedono prospettive positive per la metà delle specie animali e vegetali presenti negli habitat stabili e in via di miglioramento.
Maria Carmen Giuditta
4 marzo 2014