Specchi ed energia solare
- Giuliano Centonza
- 13 Luglio 2013
- Ambiente, Ambiente & Natura
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Il 3 luglio 2013 è una data che potrà rimanere nella storia della nostra Nazione e dell’ Umbria. Giorno in cui è stato inaugurato un “compendio di cervelli” italiani capace di dare lezione al mondo intero.
In questa data, infatti, è stato inaugurato a Massa Martana l’impianto solare a concentrazione: la prima centrale solare termodinamico a Sali Fusi a 550° con tecnologia a specchi parabolici.
Il progetto, guidato dalla Archimede Solar Energy (ASE), nasce da una intuizione del premio Nobel Carlo Rubbia sull’utilizzo dei Sali fusi come accumulatori di calore piuttosto che dell’ olio diatermico.
La differenza tra i due materiali usati come accumulatori è notevole.
I sali fusi:
– possono lavorare a temperature elevatissime (550°) senza che si infiammino;
– non sono inquinanti e quindi al momento del loro smaltimento possono essere stoccati senza alcun problema per l’ambiente visto che sono dei fertilizzanti naturali;
L’ olio diatermico:
– lavora al massimo a 400° (è facilmente infiammabile alle alte temperature);
– altamente inquinante e di difficile stoccaggio;
– resa più bassa per tali caratteristiche.
Il presidente di Ase Gianluigi Angelantoni, orgoglioso del traguardo raggiunto dichiara: “Lo scopo di questa centrale solare termodinamica che abbiamo inaugurato oggi non è commerciale, ma è quello di promuovere l’economia, la bancabilità e l’affidabilità degli impianti di energia solare a parabola”.
Un grande impianto come questo, va sostenuto con tutte le forze possibili dato che il suo miglioramento continuo può portare a produrre una energia dai costi molto più bassi rispetto a quella prodotta con le fonti fossili sempre più costose e in esaurimento.
Target di questo impianto sono i 50 MW di produttività ma può andare ben oltre sfruttando il suo funzionamento a ciclo continuo oltre alla concentrazione della luce solare grazie agli specchi.
Infatti, questa centrale, grazie alle proprietà dei Sali fusi, è dotata di 5 ore di Stoccaggio di Energia Termica (TES) e ciò permette di soccombere al fabbisogno energetico anche quando ci sarà scarso irraggiamento solare o comunque, altro aspetto molto importante, il surplus di quelle 5 ore potrà essere utilizzato nei picchi di richiesta energetica.
La fiducia in questo progetto è tanta, e così il ministero dell’ ambiente ha attivato un fondo perduto dal valore di 1,5 milioni di euro per sostenerlo.
Da sottolineare è l’impegno che la ASE ha messo nell’usare questo mega impianto non solo come proprio investimento e fonte di guadagno ma come molla per il rilancio delle eccellenze italiane sia in ambito industriale che nella ricerca. In una intervista Mauro Vignolini, responsabile ricerca e sviluppo Solare termodinamico ENEA afferma: “I brevetti ci sono stati richiesti dalle società straniere, ma abbiamo scelto di darli a società italiane per far diventare le nostre aziende più competitive. L’impianto è realizzato con il 100% delle industrie italiane; credo che questo sia uno dei risultati più importanti, tanto più se lo si confronta con il fotovoltaico, la cui tecnologia viene acquistata all’estero per l’85%” e continua “..per quanto riguarda il tubo ricevitore, una società del gruppo Angelantoni, Archimede Solar Energy, con sede a Massa Martana e con partecipazioni Siemens, utilizza il brevetto ENEA a livello industriale e intende produrre 100 mila pezzi all’anno per l’esportazione. I proventi dai diritti di utilizzazione consentiranno all’ENEA di sviluppare ulteriori innovazioni per mantenere il prodotto italiano sempre competitivo rispetto alla concorrenza internazionale”.
C’è di che esserne orgogliosi di una iniziativa di una tal portata da coinvolgere tra i vari investitori, anche colossi della super economia Cina.
Giuliano Centonza
13 luglio 2013