Scoperto il più grande vulcano ‘singolo’ sulla Terra

8 Settembre 2013 - di Leonardo Debbia
vulcano
Immagine in 3D del fondale marino che mostra le dimensioni del Massiccio Tamu, nell’Oceano Pacifico settentrionale, che ha confermato di essere il più grande vulcano “a scudo” esistente sulla Terra
(fonte: Will Sager)

Un professore dell’Università di Houston, nel Texas (UH) ha guidato un team di scienziati alla scoperta del più vasto vulcano ‘a scudo’ esistente sulla Terra. Su una superficie più o meno equivalente alle Isole Britanniche o allo Stato americano del New Mexico, questo vulcano, chiamato ‘Massiccio Tamu’ è paragonabile, per grandezza, ai vulcani giganti di Marte, collocandosi così tra i più grandi dell’intero Sistema Solare.

William Sager, professore presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Scienze atmosferiche della UH, ha iniziato a studiare il vulcano circa 20 anni fa presso la Texas A & M College of Geosciences.

I risultati della ricerca sono sul numero dell’8 settembre di Nature Geoscience.

Situato a 1000 Km a Est del Giappone, il Massiccio Tamu fa parte della Shatsky Rise, una catena montuosa sottomarina formata 130mila-145mila anni fa dall’eruzione combinata di alcuni vulcani sottomarini. Finora non era chiaro se il Massiccio Tamu fosse un vulcano con un apparato a sé stante o un insieme di molti punti di eruzione che avevano dato luogo ad una gigantesca copertura lavica.

Integrando centinaia di prove, tra cui carotaggi e dati raccolti dalla nave da ricerca “JOIDES Resolution, gli autori hanno confermato che la massa di basalto che costituisce il Massiccio Tamu è effettivamente stata eruttata da una singola bocca eruttiva centrale.

“Il Massiccio Tamu è il più grande vulcano a scudo mai scoperto sulla Terra”, ha annunciato Sager. “Ci possono essere vulcani più grandi, con particolari caratteristiche ignee, come l’Onton Java Plateau, ma non siamo certi che queste caratteristiche rappresentino un vulcano oppure un complesso di vulcani. Per il Massiccio Tamu, è diverso”.

Il Massiccio Tamu non spicca solo per le sue dimensioni, ma anche per la forma.

“E’ basso e largo e questo mostra che le lave – molto fluide – hanno percorso lunghe distanze. Sul fondo del mare esistono molti vulcani sottomarini ma hanno tutti edifici  piccoli e con pareti ripide, a dimostrazione della viscosità dei materiali eruttati. Il fatto che i fianchi abbiano una pendenza leggera e l’edificio vulcanico sia piatto ed esteso significa invece, come già detto, un intenso flusso di lava basaltica molto fluida”.

Il vulcano ha una superficie di 120mila chilometri quadrati. Se si pensa che il Mauna Loa, il più grande vulcano attivo sulla Terra, è ‘soltanto’ circa 2000 chilometri quadrati, un paragone lo si può cercare solo su Marte, dove c’è Olympus, il vulcano gigante visibile, con modesti telescopi, dalla Terra, che è solo il 25 per cento più grande del Massiccio Tamu.

Lo studio si basa su fonti distinte: carotaggi raccolti durante l’Integrated  Ocean Drilling Program (IODP) Expedition 324 nel 2009  e dati provenienti dalla sismica a riflessione raccolti in due spedizioni separate dalla R/V Marcus G. Lanseth, nel 2010 e nel 2012.

I carotaggi, effettuati in diversi punti sul Massiccio Tamu, hanno mostrato che i flussi di lava che caratterizzano il vulcano sono spessi fino a 75 metri.

I dati sismici hanno rivelato la struttura del vulcano, confermando che la lava scorreva dalla sommità discendendo per centinaia di chilometri nei bacini adiacenti.

Secondo Sager, il Massiccio Tamu ha circa 145 milioni di anni ed è rimasto attivo solo per pochi milioni di anni. La sua cima è a 6500 metri di profondità mentre la base si estende fino a quattro miglia di profondità.

“E’ di forma molto diversa da qualsiasi altro vulcano sottomarino individuato sulla Terra ed è probabile che ci fornisca indizi sulla formazione dei grandi vulcani”, ha detto Sager. “L’immensa quantità di magma eruttato doveva provenire sicuramente dal mantello terrestre. E questa è un’informazione preziosa per quanti si occupano di come funziona l’interno della Terra”.

Leonardo Debbia
8 settembre 2013