Salici al vento: fonte di biocarburante

Scritto da:
Giulia Orlando
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1 minuto

saliciI salici che sono sottoposti a condizioni ambientali di stress, come ad esempio le condizioni di forte vento, affrontano questa difficoltà producendo più molecole di zucchero per cercare di raddrizzarsi.

Questa aumentata produzione di molecole di zucchero nel fusto degli alberi, con una lavorazione non ancora messa del tutto a punto poiché in precedenza la quantità di zuccheri era troppo poco elevata, potrebbe portare alla sviluppo di un biocarburante competitivo con gli altri.

Il modo di stimolare una maggiore produzione di molecole di zucchero è stato messo a punto dopo aver identificato il motivo, che per molto tempo non era ben chiaro, per cui in alcune piantagioni britanniche alcuni salici risultavano più produttivi di altri.

Il metodo che è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori dell’Imperial College, a Londra, nasce in realtà dalla necessità di far crescere salici più robusti. La scoperta della iperproduzione di quello che potrebbe essere il componente di base per un nuovo tipo di biocarburante è stata una gradevole scoperta.

Una volta individuato il fattore che stimola la crescita di fusti più robusti, i ricercatori hanno adottato una sorta di trucco per stimolare la produzione del surplus di molecole di zucchero che rendono più robusti i salici, ovvero hanno piantato le piccole piante non in verticale sul terreno, ma con una inclinazione del 45%, come se  gli alberi crescessero battuti da forte vento o su pendii molto scoscesi per cui questa iperproduzione di sostanze zuccherine serve all’albero letteralmente per raddrizzarsi e, in situazione naturale, sia per andare incontro alla luce che per equilibrare a livello idraulico il passaggio della linfa.

Il fattore individuato, la differenza fra alcune piante rispetto ad altre, è un fattore genetico: alcune specie sembrerebbero predisposte in misura maggiore di altre a questa crescita in situazioni difficili.

Prima della individuazione di questa differenza genetica, infatti, il motivo per cui alcuni tipi di salici reagivano ed altri no restava un mistero e rendeva ovviamente difficoltosa la individuazione delle cause, mentre concentrandosi solo sui salici geneticamente predisposti, la scoperta è stata abbastanza veloce.

Giulia Orlando
29 gennaio 2013