Coccinelle italiane in trincea
- Marco Ferrari
- 28 Gennaio 2014
- Ambiente & Natura, Entomologia
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Le coccinelle asiatiche pongono a rischio le specie autoctone.
Immaginate per un momento di avere un ritaglio di tempo libero e di avere voglia di osservare da vicino una bella foglia verde, magari nella pagina inferiore. Probabilmente potreste osservare piccoli esseri globulari, raggruppati lungo la nervatura, dotati di antenne e di un paio di sifoni sulla parte posteriore: sono afidi che suggono la linfa grazie ad appuntiti stiletti boccali. Ma se osserviamo meglio potremmo scoprire nei paraggi anche una sorta di enorme scuro alligatore a sei zampe che si avvicina rapidamente… di che si tratta?
Avete presente quegli adorabili piccoli insetti rossi puntinati, allegri e portafortuna… esatto le coccinelle… siete davanti ad una larva di coccinella. Le larve, dal corpo lungo e segmentato, sono feroci predatrici di parassiti dei vegetali come afidi e cocciniglie. Lo sviluppo parte da piccole uova gialle deposte dalle femmine in gruppi, nei pressi delle colonie di afidi, alle larve basta predarne almeno 50/60 al giorno; poi si arriva all’insetto adulto passando per la pupa (uno stadio di metamorfosi profonda). E’ stato scoperto che le coccinelle depongono sia uova fertili che non fertili e questo per fornire una fonte di cibo per le larve che nasceranno dalle uova feconde, la loro proporzione varia in base alle disponibilità alimentari dell’ambiente.
Gli adulti di coccinella (ne esistono oltre seimila specie) hanno le elitre (cioè il primo paio di ali sclerificate a protezione del secondo paio, osservatele bene al decollo…) vistosissime e di colori brillanti (rosso, giallo con varie gradazioni) e spesso puntinate (provate a rintracciare una Coccinella septempunctata…dovreste contarne sette). Questa loro vistosità è un metodo difensivo che avvisa eventuali predatori della loro tossicità, il veleno viene emesso dalle articolazioni delle zampe. Se premete leggermente e con delicatezza una coccinella posatasi sulla punta del vostro dito noterete un’emissione color arancione, non temete la quantità è tale da non preoccupare, ma dopo liberate subito la vostra indispettita coccinella.
Le coccinelle adulte possono adunarsi in gruppi numerosi negli anfratti o in luoghi protetti dalle correnti d’aria per condividere il calore corporeo, gli insetti infatti, si inattivano a temperature relativamente basse o per meglio dire sono eterotermi ovvero non hanno una temperatura corporea stabile (come per gli umani nei quali le reazioni chimiche metaboliche avvengono alla stessa velocità ma con un dispendio energetico notevole). Il vantaggio degli eterotermi è che il loro metabolismo si adatta alla riduzione della temperatura rallentando e quindi consumando davvero poco ma non è tutto, questo espediente permette di sopravvivere anche con ridotte dimensioni quali quelle degli insetti.
Altro aspetto sconosciuto ai più è che questi adorabili amici possono diventare, se l’ambiente diviene povero di risorse, freddi cannibali seriali non risparmiando uova, larve e pupe della loro stessa specie. La nostra simpatica amica allo stadio larvale è utilizzata nella lotta biologica agli afidi sulle piante ornamentali, da frutto e orticole, evitando i trattamenti antiparassitari, e fornendoci così un prodotto per una tavola davvero biologica.
Ma veniamo alla guerra in corso di cui citavo nel titolo, le coccinelle nostrane sono state invase dalle coccinelle asiatiche. Questi coleotteri “esotici” hanno dimensioni maggiori (sono stati rintracciati esemplari di un centimetro), e in genere hanno punteggiature diverse, evanescenti o assenti sulle elitre.
Le loro caratteristiche di alta adattabilità, resistenza e di notevole longevità le rendono temibili avversari. La loro estrema prolificità getta nell’ambiente un numero superiore di concorrenti alle risorse rispetto alle coccinelle di casa nostra; altro vantaggio è anche la mancanza dei parassiti specifici che modulano le popolazioni delle coccinelle nostrane. I coleotteri asiatici hanno anche una notevole capacità nel colonizzare gli ambienti domestici, dando luogo a vere e proprie infestazioni.
Con ogni probabilità queste coccinelle sono state introdotte nel nostro territorio nell’ambito della lotta biologica agli afidi, in quanto appunto, più voraci e mobili delle nostrane, ma sono divenute, sfuggendo da serre e frutteti, un serio problema ambientale.
Appunto la voracità e l’ampio spettro delle vittime (afidi, acari, cocciniglie, larve di svariati insetti, uova e bruchi nonché le stesse coccinelle autoctone) rende questi coleotteri “alieni” una vera minaccia anche per altre specie utili; minaccia estesa quindi che al momento non pare possibile debellare. Sono in corso studi per la verifica degli agenti patogeni e dei predatori che nei paesi d’origine controllano queste intruse, ma servirà tempo ed eventuali introduzioni potrebbero spostare piatti, nella delicata bilancia dell’ecosistema, che ancora non siamo in grado di valutare correttamente. I tempi saranno lunghi.
Non possiamo che augurarci che le nostre care coccinelle riescano in qualche modo a difendere la loro nicchia ecologica.
Marco Ferrari
28 gennaio 2014