Doha: deludente la prima settimana d Conferenza sul Clima

Scritto da:
Giulia Orlando
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Le emissioni inquinanti dei paesi sviluppati mettono a rischio l’intero ecosistema terrestre.

I cambiamenti climatici, l’innalzamento della temperatura terreste dovuto all’effetto serra, richiedono misure drastiche, sia in materia di riduzione di emissioni inquinanti, sia in materia di misure per effettuare interventi salva clima. La comunità scientifica già da tempo ha segnalato che la situazione sta divenendo via via sempre più difficoltosa.

Le aspettative con cui l’Africa, che soffre di un aumento delle aree desertiche proprio in virtù di questi cambiamenti climatici, è giunta alla Conferenza di Doha erano alte, ma durante la prima settimana le risposte dei paesi ricchi sono state deludenti.

Nessuna netta decisione in merito alla riduzione delle emissioni inquinanti, nessuna presa di posizione precisa riguardo agli impegni economici presi  per aiutare i Paesi più poveri a far fronte ai devastanti effetti dei cambiamenti climatici, impegni che non vengono adeguatamente rispettati.

Secondo il Presidente del Comitato Direttivo del PanAfrican Climate Justice Alliance, Agostino Njamnshi, la sopravvivenza del contenente africano dipende dall’impegno dei paesi più ricchi, responsabili delle emissioni che provocano i cambiamenti climatici, dei quali devo assumersi la responsabilità ed ai quali devono porre rimedio, senza farlo gravare sulle nazioni più povere che subiscono gli effetti ma non sono responsabili del danno.

Il PanAfrican Climate Justice Alliance, riunisce oltre 300 Associazioni non governative africane che si battono per il raggiungimento di accordi equi e che, in occasione della Conferenza sul Clima di Doha, si attendevano risposte che almeno per ora,  passata la prima settimana di conferenza, ancora non sono state date.

La situazione dell’Africa è preoccupante: non solo per l’inquinamento e per i suoi effetti lungo la catena alimentare che sono diffusi in tutto il mondo, ma anche e soprattutto, data la gravità e l’urgenza del problema, per l’aumento insostenibile della temperatura, che fa si che si creino sempre più stati di gravissima siccità.

La situazione dell’Africa è ovviamente resa più grave a causa della impossibilità economica di acquisire le tecnologie atta sia a mettere un freno che a gestire le spaventose conseguenze del surriscaldamento del nostro pianeta.

Giulia Orlando
5 dicembre 2012