Dalla Levi’s i pantaloni con bottiglie riciclate

Scritto da:
Giulia Orlando
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1 minuto

levis-riciclatiDopo la azienda svizzera che produce calde e morbide lenzuola interamente composte da plastica riciclata, è la volta della Levi’s.

Il PET, la plastica delle bottiglie, una volta riciclata potrebbe presto essere utilizzata per produrre alcuni dei prodotti di una delle più famose aziende di produzione di jeans.

La collezione, che dovrebbe chiamarsi Waste<Less, ovvero minor spreco, sarà composta da capi di abbigliamento che conterranno almeno il 20% di tessuto composto da materiale riciclato e dovrebbe essere disponibile già nella primavera 2013.

L’azienda farà quindi da un lato un lavoro di riutilizzo dei rifiuti, dall’altro sperimenterà un nuovo, resistente filato che potrebbe competere in robustezza con tessuti più tradizionali.

La Levi’s non prende questa decisione solo perché l’anno scorso Greenpeace ha accusato questo ed altri famosi marchi di abbigliamento di utilizzare prodotti tossici nella filiera della lavorazione del tessuto, ma anche perché i nuovi filati, prodotti con materiale riciclato, offrono la possibilità di creare tessuti resistenti e versatili ad un costo davvero irrisorio rispetto alle normali fibre utilizzate in campo tessile.

L’azienda si è comunque impegnata ad eliminare, entro il 2015,le scorie tossiche dal proprio processo produttivo, in particolare si è riproposta di eliminare completamente i PFC, composti perfluorinati, che hanno effetti sul sistema nervoso, sul metabolismo, sull’accrescimento e sullo sviluppo sessuale maschile.

L’azienda si è inoltre impegnata a richiedere ai suoi fornitori principali, situati in Cina, in Messico ed in alcuni paesi in via di sviluppo, dati puntuali sulle emissioni nell’ambiente delle sostanze residue della lavorazione, il che permetterà di valutare con esattezza l’impatto degli stabilimenti sulle risorse idriche nelle vicinanze delle fabbriche.

Seppur lentamente e seppur con grande ritardo, è importante che le grosse industrie del tessile si muovano in una direzione di tutela sia delle popolazioni nelle vicinanze delle fabbriche, sia più in generale di una miglior tutela dell’ ambiente in generale, essendo il tessile uno dei rami industriali che immette sostanze nocive nell’ambiente su larga scala, sotto forma di scarti e di acque reflue della lavorazione dei tessuti.

Giulia Orlando
11 febbraio 2013