Che accade di nuovo in Garfagnana?

terremoto-GarfagnanaLa notte scorsa, 31 gennaio-1°febbraio, i sindaci di tutta la Garfagnana hanno fatto scattare l’“allarme terremoto”.

Per quanto riguarda la zona della Garfagnana, la lista ufficiale dei terremoti pubblicata sul sito dell’INGV, alle ore 21 di oggi, 1 febbraio (ora di redazione di questo articolo), riporta soltanto 4 scosse nelle ultime 48 ore e precisamente: una scossa alle ore 23.42 di magnitudo 3.3, il 30 gennaio; una seconda, alle ore 1.54 ed una terza, alle ore 3.47 del 31 gennaio (la scorsa notte, per chi scrive), entrambe di magnitudo 2.2. L’ultima, alle ore 18.23, di magnitudo 2.1 oggi 1° febbraio.

Cosa è successo allora durante la giornata scorsa, che i sismometri non hanno registrato e che tuttavia ha scatenato ieri sera l’“allerta terremoto” nei Comuni della Garfagnana? Per quale motivo è stata fatta scattare l’emergenza, costringendo migliaia di persone fuori dalle loro case, in attesa di un evento che – è stato detto e ripetuto da ogni parte – nessuno può prevedere? L’INGV? La Protezione Civile? I sindaci?

In un primo momento era corsa voce che il Capo della Protezione Civile avesse dato il via alle operazioni di sgombero. La smentita di Gabrielli è arrivata puntuale, attraverso varie televisioni: “Nessun provvedimento porta la mia firma”. Salvo poi l’intervento in Garfagnana dello stesso Gabrielli, in elicottero, nella giornata del 1° febbraio, per controllare che l’intera operazione avesse buon esito. Elicotteri, ambulanze, campi attrezzati, lettini da campo, sfollati e quant’altro, tra le facce stupite e gli interrogativi della gente comune che si domandava, inquieta e allarmata, che cosa stesse realmente accadendo.

Si è parlato di un messaggio inviato ai Sindaci dei Comuni della Garfagnana a mezzo Facebook o Twitter, emesso dalla Protezione Civile in base ad una segnalazione dell’INGV su una presunta anomalia riscontrata nei tracciati sismografici.

Tanto rumore per nulla, mi verrebbe da dire. Sì, perché un’operazione come quella che è stata fatta non ha senso, se non viene inquadrata esclusivamente in un’ottica di prova generale in vista di un evento che non si sa né dove, né quando e né se accadrà.

In realtà, una spiegazione c’è ed è da ricercarsi nella sentenza de L’Aquila di qualche mese fa.

Visto come sono andate le cose allora, chissà che qualche solerte magistrato, nel malaugurato caso di un evento disastroso, non possa condannare ancora la Commissione Grandi Rischi per non aver avvisato prima? E allora… via all’allarme; cosicché nessuno possa poi puntare l’indice su chicchessia per non aver avvisato (Ma… di cosa?). Tutto questo, alla faccia delle centinaia di persone che, ignare e spaventatissime, non sanno più a che santo votarsi.

Si potrebbe archiviare il tutto con una scrollata di spalle. Si è trattato di una esercitazione, in fondo! E tutto ha funzionato come doveva!

Mi viene in mente una vecchia favola di Esopo. “Al lupo! Al lupo!”, gridava un pastore burlone. Era solo uno scherzo! All’inizio, la gente del villaggio ci aveva creduto e si era spaventata. Dopo qualche tempo, visto che gli scherzi erano stati scoperti, nessuno ci credette più e quando il lupo arrivò davvero, furono guai per il pastore!

Il pericolo reale, ora, è questo: che il ripetersi di falsi allarmi, porti le persone ad una assuefazione e ad una sottovalutazione dei rischi di un potenziale terremoto.

Leonardo Debbia
2 febbraio 2013