E’ bello vivere in “castelli di sabbia”: il Polichete Sabellaria alveolata
- Andrea Bonifazi
- 10 Agosto 2016
- Ambiente & Natura, Biologia Marina
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Ah che bella la vita del biocostruttore: puoi costruire come, quanto e dove vuoi senza essere accusato di abusivismo edilizio, non devi rispettare alcuna legge, non servono appalti, se lo fai in una riserva protetta è anche meglio e sei tutelato. Certo, se poi non ci fosse l’essere umano a distruggere ciò che erigi faticosamente sarebbe ancora meglio…
Ma cos’è esattamente un biocostruttore? Si tratta essenzialmente di un organismo marino, animale o vegetale, in grado di incrementare l’eterogeneità e il volume di un substrato edificando strutture scheletriche, di sostegno e/o di riparo.
Sono biocostruttori i coralli, le alghe, molti Molluschi e…alcuni vermi!
Tra questi ultimi svolge un ruolo fondamentale lungo le nostre coste l’Anellide Polichete Sabellaria alveolata, un verme lungo pochi centimetri, ma in grado di edificare strutture che si estendono per centinaia di metri!
Un vermetto che a molti può sembrare insignificante: piccolino, di un colore rosa pallido, senza tentacoli o ciuffi branchiali appariscenti e variopinti, sempre rintanato nella rigida celletta che costruisce faticosamente, oggettivamente bruttino. Eppure grazie a delle secrezioni ghiandolari è in grado di agglutinare i granelli di sabbia che si trovano nelle sue vicinanze, edificando tubicini lunghi una quindicina di centimetri dotati di un’apertura apicale da cui fuoriesce la sua bocca circondata da rigide setole con cui filtra l’acqua per cercare nutrimento.
“Tutto qui?” direte voi. No, c’è ben altro: è un verme che, volendogli dare un’accezione politica, potrebbe essere definito “socialconservatore”. Infatti il suo punto di forza è il gregarismo: migliaia di individui concentrati per metro quadro portano alla formazione di mammelloni sabbiosi che ricordano delle arenarie poco compattate e bucherellate, morfologicamente simili a un alveare. Non a caso in lingua anglosassone questo Polichete è chiamato “Honeycomb Worm”, ovvero “Verme nido d’Ape”. Se le condizioni sono favorevoli, le biocostruzioni assumono la morfologia di cordoni che possono estendersi per centinaia e centinaia di metri parallelamente a costa!
Ma non è facile convivere con lui: essendo molto geloso degli spazi che è riuscito a conquistare, se qualche altra specie sessile prova a insediarsi nelle sue vicinanze il vermetto conservatore prova a scacciarla o addirittura a cibarsene, se questa è ancora allo stadio larvale!
Un verme che vive da socialista e ragiona da conservatore, mantenendo così un equilibrio dinamico per lui vitale.
La struttura che edifica non ha certamente la bellezza, i colori e soprattutto l’appeal di una barriera corallina, ma non è ecologicamente meno importante di un reef tropicale. Anzi, è una delle biocostruzioni più importanti e più sottovalutate presenti in Mediterraneo: sviluppandosi nell’infralitorale superiore, quindi nei primi metri d’acqua, spesso rimanendo addirittura emersa durante la bassa marea, può fungere da vera e propria barriera in grado di ammortizzare il moto ondoso e di limitare l’erosione della spiaggia, agendo essenzialmente come quelle sgradevoli e costose strutture artificiali posizionate a difesa della costa, spesso con risultati scadenti.
Inoltre il reef a Sabellaria, fungendo da substrato duro secondario, costituisce un vero e proprio hot spot di biodiversità: anche se, come già detto, l’insediamento di organismi sessili è limitato, le specie vagili abbondano e proliferano. Anfipodi, Isopodi, Decapodi, Gasteropodi, Bivalvi, altri Policheti, Echinodermi, Nemertini, tutti invertebrati che sfruttano a loro uso e consumo gli anfratti che regala loro questa complessa biocostruzione.
Nonostante la sua importanza ecologica e la sua indiretta utilità per l’essere umano, Sabellaria nel Mar Mediterraneo non gode di misure di protezione, anzi, spesso è percepita come un fastidio. Non è raro scorgere gente che ci cammina sopra, bambini che la rompono per mero divertimento, pescatori che la disgregano per cercare comode esche a costo zero, scambiandola per la più gustosa “Tremolina”, cioè il Polichete Serpulide Ficopomatus enigmaticus.
“Il verme calpestato si rattrappisce. E questo è intelligente. Diminuisce infatti le probabilità di venir calpestato un’altra volta” diceva Friedrich Nietzsche. Un ragionamento che in linea teorica è corretto, ma non applicabile in toto a Sabellaria in quanto il calpestio può esserle fatale, danneggiando gravemente la biocostruzione, sebbene abbia una notevole resilienza.
Leggi ad hoc sono invece state promulgate fuori dal Mediterraneo: a Mont Saint-Michel, sulle coste atlantiche della Francia normanna, Sabellaria alveolata si estende per oltre 255 ettari, la più ampia biocostruzione europea, paradossalmente quasi sconosciuta al grande pubblico. Immaginate 255 campi di calcio e riempiteli di vermi e sabbia: avrete il paesaggio che può essere ammirato in quel tratto di costa francese. A questa ambientazione quasi surreale (soggettivamente sgradevole, per qualcuno) bisogna aggiungere un’escursione di marea che può arrivare a 14 metri: se siete abituati alle coste italiane, diventa difficile anche solo immaginare una situazione simile! Proteggere questi simpatici vermetti normanni è stato quasi un atto dovuto.
Un piccolo e setoloso vermetto rosa che ci aiuta a proteggere la costa, che incrementa la biodiversità delle nostre coste e che filtra continuamente l’acqua in cui ci facciamo il bagno. Ma si sa, “non è un mondo per vermi” e se fosse stato un cagnolino dagli occhi dolci avrebbe fatto indubbiamente più breccia nel cuore della gente comune.
Ma una cosa è certa: la prossima volta che insultate qualcuno definendolo “verme”, pensate che questo appellativo potrebbe anche essere considerato un gradevole complimento!
Andrea Bonifazi
Bilbiografia
Bonifazi A., Ventura D., Gravina M.F. (2015). Sabellaria from larvae to reef: growth, ecological role and habitat mapping. Atti S.It.E. – A.I.O.L., Abstract Book.
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