Videogiochi: ottimi effetti sulla memoria

Scritto da:
Krizia Ribotta
Durata:
1 minuto

videogameSe finora si è sempre pensato che trascorrere troppe ore davanti ad un videogioco fosse dannoso per la salute, grazie ad una ricerca statunitense condotta a San Francisco, è stato dimostrato come questo strumento sia in grado di sviluppare effetti benefici sul cervello.

Un gruppo di ricercatori californiani hanno voluto sperimentare come, al di là degli aspetti negativi legati ad i videogames, tra cui danni alla vista, dipendenza e sviluppo di una maggiore aggressività, queste tecnologie possono migliorare sia la memoria che le capacità multitasking, nonché tenere la mente viva ed in continuo allenamento.

Il segreto, come riportato dalla rivista scientifica Nature su cui è stato pubblicato lo studio, consiste nel creare giochi la cui funzione è quella di ostacolare il declino cognitivo di chi è avanti con l’età. A questo proposito, lo stesso team ha ideato un videogioco apposito, il NeuroRacer, che vede l’utente impegnato nella guida di un’auto che deve percorrere una strada ripida in salita e piena di curve. Ma non solo: dovendo eseguire più comandi allo stesso tempo, ogni volta che compare un determinato cartello stradale, è necessario cliccare un pulsante.

Per l’esperimento sono stati coinvolti alcuni volontari di età compresa tra i 60 e gli 85 anni, sia uomini che donne, che per circa un mese, 3 volte alla settimana, si sono sottoposti ad un’ora di sessione.

I dati raccolti hanno permesso all’equipe di registrare un significativo miglioramento non solo dell’attenzione, ma anche della memoria e della capacità di svolgere più azioni contemporaneamente. Risultati, questi, che sono rimasti stabili nell’arco dei 6 mesi successivi al test.

Un’interessante scoperta che, come ha sottolineato Adam Gazzaley, coordinatore dello studio, mostra come il cervello degli anziani sia decisamente più duttile di quanto si pensi. “Stimolandolo, è possibile guidarne la plasticità e migliorarne le sue funzioni” ha spiegato l’esperto, avanzando l’ipotesi che si possa arrivare ad utilizzare alcuni videogames per contrastare alcune patologie di natura neurologica e psichiatrica.

Krizia Ribotta
10 settembre 2013