Megalodonte: il più grande squalo mai esistito

Scritto da:
Marco Ferrari
Durata:
1 minuto
Riproduzione del Megalodonte presso il Museo di Calvert, USA (Fonte: Calvert Marine Museum)
Riproduzione del Megalodonte presso il Museo di Calvert, USA (Fonte: Calvert Marine Museum)

Un documentario Discovery Channel dal titolo Megalodon: the shark monster that lives  ha ipotizzato che vi siano ancora, nelle profondità oceaniche, esemplari vivi di Megalodonte, un gigantesco squalo preistorico lungo pare oltre 15 metri e dal peso stimato in circa 40 tonnellate, estintosi 2,6 milioni di anni fa. Nel documentario si lasciava credere che, in qualche modo, vi fossero prove dell’esistenza odierna della creatura e pareva vi fosse anche del credito all’ipotesi da parte della comunità scientifica.

Biologi marini ed esperti hanno però smentito l’esistenza di prove certe della sopravvivenza dello squalo ai giorni nostri, anche nelle acque di profondità dove le fonti di cibo sono minori. Inoltre non si sono mai verificati avvistamenti di squali di tali dimensioni in caccia (da non confondersi con avvistamenti di grandi cetacei o squali elefante) e non ultimo il fabbisogno stimato di un Megalodonte pare fosse di svariate tonnellate di cibo al giorno, il che impedisce di non lasciare tracce.

I titoli di coda del documentario, a ben guardare, indicavano comunque che si trattava di docu-fiction (documentaristica fantastica) ma uno spettatore disattento poteva essere ingannato.

Questo ci conferma come debbano essere valutate con spirito critico tutte le fonti.

Stima delle dimensioni del Megalodonte comparate a squalo balena e bianco (Fonte Wikipedia)
Stima delle dimensioni del Megalodonte comparate a squalo balena e bianco (Fonte Wikipedia)

Le uniche prove certe che abbiamo sono i denti fossili (oltre alle vertebre) che, similmente agli squali odierni, venivano cambiati a rotazione svariate volte durante la vita (una bocca di squalo poteva contenerne oltre 300). L’apertura mascellare era superiore ai due metri con una pressione del morso di oltre 10 tonnellate sufficiente per frantumare qualsiasi scheletro. Pare certo, inoltre, che lo squalo fosse anche in grado di attaccare le balene dell’epoca. La diffusione del Megalodonte era notevole in quanto sono stati ritrovati denti fossili in molti mari diversi a conferma del suo successo evolutivo.

Dente fossile di Megalodonte. Il termine significa “dente gigante” (Fonte Wikipedia)
Dente fossile di Megalodonte. Il termine significa “dente gigante” (Fonte Wikipedia)

I denti fossili ricordano per forma quella degli squali bianchi, infatti il nome scientifico del grande squalo è Carcharodon megalodon (in sinonimia con Carcharocles megalodon), il che lo imparenterebbe col moderno squalo bianco Carcharodon carcharias,  ma alcuni paleontologi credono che le somiglianze siano dovute al processo di evoluzione convergente per cui linee di evoluzione diverse, che vivono nello stesso ambiente, possono nel tempo maturare similitudini.

Ricostruzione di mascella di Megalodonte
Ricostruzione di mascella di Megalodonte

Le ipotesi di estinzione più accreditate riguardano il raffreddamento dei mari a seguito di una glaciazione con conseguente riduzione del numero di prede, anche se ultimamente si sta valutando la possibilità che l’estinzione sia stata causata dall’avvento di predatori più efficienti e competitivi.

Marco Ferrari

Bibliografia

Pimiento, C., & Clements, C. F. (2014). When did Carcharocles megalodon become extinct? A new analysis of the fossil record. PLoS One, 9(10), e111086.

17 marzo 2014