Nuovo progetto della Nasa per esplorare il sistema solare
La Nasa ha appena lanciato nello spazio il satellite Giunone che, dopo un lungo viaggio, dovrebbe entrare nell’orbita di Giove, il più grande pianeta del nostro sistema solare.
Giunone, lanciato a bordo del razzo Atlas V da Cape Canaveral, studierà dettagliatamente il pianeta al fine di fornire agli scienziati i dati necessari per scoprire le modalità che hanno portato alla sua formazione e la sua evoluzione. Giove, come tutti i pianeti esterni, è un corpo di grandi dimensioni allo stato gassoso la cui massa, nonostante sia notevole, non gli ha permesso di evolversi in una stella.
Lo studio del pianeta Giove fornirebbe importanti indizi sulla nascita e lo sviluppo del nostro sistema solare. I responsabili del progetto attendono i risultati delle verifiche telemetriche le quali indicherebbero se il veicolo spaziale ha raggiunto la traiettoria prevista.
Nell’arco di un giorno Giunone raggiungerà la Luna in modo tale da entrare nel suo campo di attrazione gravitazionale ed essere accelerata verso Giove; il veicolo spaziale dovrà coprire la distanza di 2 miliardi e 800 milioni di chilometri, percorribile, approssimativamente in cinque anni.
La sonda, una volta raggiunto il pianeta, percorrerà la traiettoria orbitale passando per i suoi poli per ben 33 volte scandagliando la superficie di Giove, esaminando l’atmosfera, la sua composizione chimico-fisica e quella dei suoi satelliti naturali, la sua magnetosfera e cercare un possibile nucleo solido all’interno del pianeta, con l’ausilio di otto strumentazioni scientifiche installate a bordo della sonda.
Lo studio del pianeta Giove è tutt’altro che semplice in quanto esso possiede 4 lune di grandi dimensioni ed un elevato numero di altri satelliti naturali che, insieme al pianeta, costituiscono una sorta di secondo sistema solare e, come tale, presenta una certa complessità. Basti pensare che se Giove avesse avuto una massa 80 volte maggiore sarebbe divenuta una stella: in questo modo sulla Terra non ci sarebbe stata mai la notte e la vita si sarebbe evoluta in modo del tutto differente. Inoltre, ha una composizione simile a quella del nostro Sole.
Giove è un pianeta allo stato gassoso: la sua superficie non può essere direttamente osservata a causa dell’eccessivo spessore della sua atmosfera che genera, sulla sua superficie, un’elevatissima pressione.
La possibile presenza di oceani di acqua liquida sui satelliti naturali Ganimede, Callisto ed Europa è alla base dell’intero progetto promosso dalla NASA ed appoggiato dall’ESA, al fine di studiare, in modo ravvicinato, i satelliti ghiacciati del sistema solare esterno.
L’ESA ha in programma il lancio di un nuovo strumento, previsto intorno al 2020.
Giorgio Martella