L’esercizio fisico migliora significativamente la memoria

Esercizio Fisico Memoria
Studio irlandese: rimarca l'importanza dell'esercizio fisico nella memoria.

Per comprendere meglio l’influenza dell’esercizio fisico sull’attività cerebrale è stato realizzato un test della memoria dove hanno attivamente partecipato circa duecento studenti universitari.

I duecento volontari erano maschi e prevalentemente sedentari. Il gruppo di ricercatori irlandesi ha quindi avviato il test fornendo diverse foto associate a precisi nomi di individui sconosciuti. A seguito di una pausa, di circa trenta minuti, è stato richiesto di ricordare i volti associandoli alle foto viste poco prima.

Gli studenti sono stati successivamente divisi in due gruppi, la prima metà è stata sottposta ad un duro esercizio fisico sulla cyclette fino sfinimento degli stessi. L’altra metà è rimasta in attesa senza compiere alcun tipo di pratica fisica o mentale.

Entrambi i gruppi hanno poi ripetuto il test destando curiosità, interesse e soddisfazione da parte dei ricercatori. Infatti, nel ripetere il test, i volontari che avevano praticato attività fisica avevano ottenuto risultati significativamente superiori rispetto a coloro che, nello stesso tempo, avevano fatto una pausa.

Al termine è stato eseguito un prelievo di sangue per verificare cosa fosse realmente accaduto sotto il profilo biochimico.

Il primo gruppo, quello che poco prima aveva praticato attività fisica, presentava infatti dei livelli decisamente più elevati di una proteina: “BDNF” alias “fattore neutrofico derivato” nota per i suoi effetti nei confronti delle cellule nervose. Il secondo gruppo, quello sedentario, non aveva ottenuto alcun cambiamento nel livello dei BDNF.

Gli scienziati, già da tempo, cercano di dimostrare che ci sia una correlazione tra attività fisica e memoria e come il fattore neurotrofico derivato (BDNF) sia il fattore protagonista di questa correlazione. Non sono state tuttavia comprese le modalità e le aree del cervello “colpite” dalla proteina. Ed è proprio attraverso questo studio che si avanza l’ipotesi che l’attività fisica sia effettivamente partecipe in prima linea nel processo di memorizzazione.