Jet Lag: perché l’organismo ci mette tempo ad abituarsi ai cambiamenti?

5 Settembre 2013 - di Redazione

jet-lagI ricercatori dell’Università di Oxford e della Notre Dame hanno potuto eseguire una ricerca sui topi che rivela il motivo per cui il nostro corpo ci mette tempo per riprendersi dal jet lag, ovvero perché si ha uno scombussolamento dovuto ad un lungo viaggio in aereo che ci fa attraversari diversi fusi orari.

Da questa ricerca si è potuto identificare come realizzare farmaci che possono aiutarci ad adattarci più facilmente ai cambiamenti di fuso.

Tutti gli esseri viventi sulla Terra posseggono un orologio biologico circadiano che scandisce le fasi della vita in porzioni di 24 ore, all’interno delle quali si configurano i bisogni di dormire e mangiare in base al ciclo di luce e buio del giorno solare.
Quando si viaggia in un fuso orario diverso, l’organismo ha bisogno di tempo per adattarsi, ed è stato stabilito che per ogni ora di differenza tra fusi orari, c’è bisogno di un giorno di recupero per smaltire i disturbi come senso di affaticamento, sonnolenza e confusione.

È stato identificato un meccanismo che limita la capacità dell’orologio biologico ad adattarsi ai cambiamenti dei cicli di luce e buio, ed una volta bloccata l’attività di questo gene nei topi utilizzati per l’esperimento, questi sono stati in grado di recuperare più velocemente gli scompensi dovuti ai cambiamenti di orario e adeguarsi più facilmente ai nuovi orari.

In particolare, alcuni  geni SCN si attivano quando vengono colpiti dalla luce – che stimola i recettori entrando nell’organismo attraverso gli occhi – scatenando una sequenza di eventi che compongono il ciclo circadiano. Tra questi geni, la molecola SIK1 è stata identificata come freno alla risposta dei geni SCN alla luce per limitarne gli effetti sull’orologio biologico; quando è stata bloccata l’attività della SIK1, i topi sono riusciti ad adeguarsi velocemente ai diversi cicli di luce-buio.

Russell Foster, Professore dell’Università di Oxford e dell’Istituto di Neuroscienza, ha affermato che “Siamo ancora lontani dalla cura definitiva per il jet lag, ma comprendere i meccanismi che regolano il nostro orologio circadiano ci aiuta a sviluppare farmaci che possono alleviare i disturbi dal cambiamento di fuso orario”.

5 settembre 2013