In che modo la cannabis provoca “il caos cognitivo” nel cervello

28 Ottobre 2011 - di Maria Grazia Midossi

Il consumo di cannabis è associato ai disturbi della concentrazione e della memoria. Una nuova ricerca dei neuroscienziati dell’Università di Bristol, pubblicata sul Journal brain cellof Neuroscience, ha scoperto che l’attività del cervello diventa scoordinata e imprecisa nel corso di questi stati di alterazione della mente, portando a disturbi neurofisiologici e comportamentali che ricordano quelli osservati nella schizofrenia.

Lo studio collaborativo, guidato dal dottor Matt Jones presso la Scuola dell’Università di Fisiologia e Farmacologia, ha verificato se gli effetti negativi della cannabis sulla memoria e sulla cognizione potrebbero essere il risultato di reti cerebrali disorchestrate. L’attività cerebrale può essere confrontata con la performance di un’orchestra filarmonica in cui gli  archi, gli ottoni, i legni e le percussioni sono accoppiati tra loro dai ritmi dettati dal direttore.

Allo stesso modo, le strutture specifiche del cervello si sintonizzano l’una con l’altra a frequenze definite: la loro attività ritmica dà origine a onde cerebrali, e la messa a punto di queste onde cerebrali normalmente permette l’elaborazione delle informazioni utilizzate per guidare il nostro comportamento. I ricercatori hanno misurato l’attività elettrica di centinaia di neuroni nei topi che hanno ricevuto un farmaco che simula  l’ingrediente psicoattivo della marijuana. Mentre gli effetti del farmaco sulle singole regioni del cervello sono stati lievi, il farmaco ha completamente disgregato le onde cerebrali nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale.

Entrambe queste strutture cerebrali sono essenziali per la memoria e il processo decisionale e pesantemente implicate nella patologia della schizofrenia. I risultati dello studio mostrano che, come conseguenza di questo disaccoppiamento tra ippocampo e corteccia prefrontale, i ratti sono diventati incapaci di prendere decisioni accurate quando si muovono intorno a un labirinto. Il dottor Jones, autore principale, ha detto: “L’abuso della marijuana è comune tra chi soffre di schizofrenia e recenti studi hanno dimostrato che l’ingrediente psicoattivo della marijuana può indurre alcuni sintomi della schizofrenia in volontari sani.  Questi risultati, sono quindi importanti per la nostra comprensione di malattie psichiatriche, che possono insorgere in conseguenza dei “ cervelli disorchestrati”  e potrebbero essere trattati con la risintonizzazione dell’attività cerebrale. “Michal Kucewicz, primo autore dello studio, ha aggiunto: “Questi risultati sono un importante passo avanti nella nostra comprensione di come l’attività ritmica del cervello è alla base di processi di pensiero in salute e in malattia”.