Alcuni metalli pesanti aumentano le prestazioni immunitarie
- Maria Grazia Midossi
- 30 Settembre 2011
- Ricerca, Ricerca & Scienza
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Un nuovo meccanismo di difesa naturale contro le infezioni è stato evidenziato da un team internazionale guidato da ricercatori del CNRS, Inserm, Institut Pasteur e l’Université Paul Sabatier – Toulouse III. Lo zinco, un metallo pesante, tossico a dosi elevate, è utilizzato dalle cellule del sistema immunitario per distruggere i microbi come il bacillo della tubercolosi o di E. coli.
Pubblicata nella rivista Cell Host & Microbe il 14 settembre 2011, tale scoperta consente di ipotizzare nuove strategie terapeutiche e sperimentare nuovi vaccini. Una delle strategie utilizzate dal nostro sistema immunitario per distruggere i microbi consiste nel privarli di nutrienti essenziali come i metalli pesanti, soprattutto ferro.
Per la prima volta, uno studio internazionale guidato dai ricercatori dell’Institut de Pharmacologie et de Biologie Structurale (CNRS / Université Paul Sabatier – Toulouse III), il Centre d’Immunologie de Marseille Luminy (CNRS / Inserm / Université de la Méditerranée) e l’Institut Pasteur ha dimostrato che è vero il contrario: le cellule immunitarie sono in grado di mobilitare le riserve di metalli pesanti, in particolare lo zinco, per avvelenare i microbi.
Questo fenomeno è stato dimostrato per il Mycobacterium tuberculosis, l’agente responsabile della tubercolosi negli esseri umani, che provoca quasi 2 milioni di morti ogni anno nel mondo, e per l’Escherichia coli, che può causare gravi infezioni all’apparato digerente e urinario. Nelle cellule del sistema immunitario (macrofagi) che hanno ingerito M. tuberculosis o E. coli, i ricercatori hanno osservato un accumulo rapido e persistente di zinco. Essi hanno anche osservato la produzione, sulla superficie dei microbi, di numerose proteine il cui ruolo è quello di “pompare”, in altre parole eliminare, metalli pesanti.
Nei macrofagi, i microbi sono quindi esposti a quantità potenzialmente tossiche di zinco e cercano di proteggersi contro l’intossicazione, sintetizzando queste pompe. Inibendo le pompe, l’ingegneria genetica fornisce la prova delle prove: M. tuberculosis e E. coli diventano ancora più sensibili alla distruzione da parte dei macrofagi. Lo zinco, anche se tossico se ingerito in quantità troppo elevate, ha effetti positivi per il sistema immunitario, in particolare perché viene utilizzato dai macrofagi per avvelenare i microbi. Meccanismi equivalenti potrebbe esistere per altri metalli pesanti come il rame. Questi risultati hanno implicazioni cliniche molto concrete. In particolare, riaprono il dibattito sull’ integrazione alimentare (ad esempio con zinco) e possono anche portare a nuovi antibiotici.