Le nuvole: un mistero ancora da svelare

Scritto da:
Adele Guariglia
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1 minuto

Da cosa sono originate le nubi? Qual è la causa delle variazioni climatiche che avvengono sullanuvole terra?

 I ricercatori del CERN di Ginevra hanno ultimamente avanzato una teoria che potrebbe apparire alquanto bizzarra, un’eccentricità pseudo-scientifica che potrebbe ampiamente essere messa in dubbio da diversi scienziati. La pubblicazione su Nature, una delle più antiche ed importanti riviste scientifiche esistenti, dei primi risultati, però, potrebbe porre fine al dibattito in merito alla credibilità dello studio proposto dagli scienziati svizzeri.

I raggi cosmici provenienti dall’universo sarebbero la causa della produzione di nuvole nell’atmosfera terrestre e di variazioni climatiche; questo ciò che i ricercatori del CERN hanno dedotto. È fatto ormai noto che il nostro pianeta sia perennemente bersaglio di particelle provenienti dallo spazio cariche, per la maggior parte protoni originati dalle supernove.

Quando i protoni raggiungono la nostra atmosfera sono capaci di ionizzare dei composti volatili e ne possono determinare la condensazione in piccole gocce condotte poi dal vento, o aerosol. Il sole può mutare la quantità dei raggi cosmici che giungono alla Terra. Il campo magnetico solare, quando la stella mette in circolazione un gran numero di radiazioni, funge quasi da scudo facendo sì che l’esposizione alle particelle cariche diminuisca drasticamente.

Alcuni studiosi, già negli anni novanta del secolo scorso, hanno avanzato ipotesi simili a quella sopra riportata, sostenendo che una più intensa attività solare sia in grado di attenuare la quantità di raggi cosmici e così la nuvolosità terrestre facendo aumentare il riscaldamento del nostro pianeta. Molti ricercatori invece hanno messo in evidenza come queste teorie non abbiano una base fondata per sostenere queste correlazioni. Insomma, nel campo della comunità scientifica non esiste un reale accordo in merito a questo dilemma.

Jasper Kirkby ed il suo gruppo di studiosi ha dato vita ad un esperimento chiamato Cosmics Leaving Outdoor Droplets (CLOUD) per definire i meccanismi sui quasi si basa la capacità dei raggi cosmici di modificare la nostra atmosfera.

Lo stesso acceleratore di protoni che alimenta l’LHC produrrebbe protoni  poi rilasciati in una camera nella quale è presente sono aria extra-pura e quei componenti chimici che dovrebbero funzionare da condensanti delle nuvole, cioè vapore acqueo, biossido di zolfo, ozono e ammoniaca. Questi protoni riuscirebbero ad acuire la creazione di particelle nanometriche nell’atmosfera gassosa di fattore 10, osservando i primi riscontri dell’esperimento. Il valore ricavato, anche se interessante e significativo teoricamente, non risulta sufficiente a motivare la formazione dei nuclei di condensazione che poi possono dar vita alle nuvole.

Kirkby ha commentato: “Al momento non è possibile trarre conclusioni definitive su un possibile effetto dei raggi cosmici su nubi e clima, ma si tratta di un primo passo molto importante”.