Ecstasy e Marijuana cure per tumori

l’MDMA, più comunemente denominata Ecstasy, è una metanfetamina che produce effetti entactogeni ed eccitanti per chi ne fa uso. È una potente droga che come ogni sostanza stupefacente ha la sua sfilza di controindicazioni quali irrequietezza, confusione, iperriflessia, alterazione della coscienza, mioclono, convulsioni, midriasi, piloerezione, secchezza alle fauci, diarrea e nausea per elencare solo le più comuni e meno tragiche ma può condurre alla morte.

Secondo alcuni ricercatori dell’Università di Birmingham, in Gran Bretagna, un tipo di Ecstasy potrebbe aiutare a combattere leucemie, linfomi e mielomi. Ed è così che si rilancia l’utilizzo di droghe che, per quanto leggere, possono essere dannose per l’organismo come cure per malattie che possono essere letali ed inguaribili.

Il gruppo di ricercatori di Birmingham ha modificato la sostanza così da potenziarne il suo potere mortale di cento volte per le cellule cancerogene. Il gruppo di studiosi già da sei anni era al lavoro su possibili soluzioni farmacologiche per combattere il cancro che colpisce i globuli bianchi oltre all’elaborazione di farmaci psicotropici come antidepressivi e dimagranti.

Portare avanti le ricerche è stato sicuramente difficile ed è lo stesso professor John Gordon a testimoniarlo. Inizialmente, infatti, la dose di MDMA necessaria a combattere e ipoteticamente a debellare il cancro era talmente elevata da essere fatale prima di essere utile allo scopo; così si è presa la decisione, resa necessaria, di isolare le proprietà positive e distruttive della droga per il cancro.

“I risultati hanno rilevato un potenziale miglioramento nei trattamenti per i prossimi anni” queste le parole di Gordon che reputa questi primi passi della ricerca “eccitanti”. Logicamente bisogna star a vedere cosa succederà con una somministrazione di questa particolare variazione dell’Ecstasy e quali saranno i suoi effetti su ammalati umani.

 Anche la Marijuana si sta dimostrando un possibile aiuto terapeutico per determinate malattie grazie al sequenziamento del suo Dna, anche se sono discutibili le sue proprietà non solo terapeutiche. In questi giorni è stato appunto tracciata una mappa grezza del genoma di una particolare sottospecie di Marijuana: la Canapa Sativa; a breve sarà disponibile anche la mappatura di una specie affine, cioè, la Canapa Indica.

La Medical Genomics, compagnia olandese, ne da la notizia in seguito ai lavori di sequenziamento nei suoi laboratori di Amsterdam. La cannabis potrebbe rappresentare una cura possibile per molti tumori poiché la sua tossicità è molto bassa e quindi la dose di cui si necessiterebbe perché sia efficace non è tanto alta da essere pericolosa per l’organismo e le sue normali funzioni. La Marijuana risulta promettere anche quale analgesico poiché sembra essere associata ad un minore rischio di dipendenza rispetto ad oppioidi e sembra utilizzare dei canali nervosi alternativi per annullare il dolore. La scoperta della sequenzialità genetica di questa sostanza faciliterà l’apprendimento profondo delle effettive proprietà dei singoli componenti, sia di quelli psicoattivi sia di quelli che hanno esclusivamente funzionalità terapeutiche.

La ricerca dovrà proseguire e molto per giungere ad un punto di svolta così da estrapolare da sostanze essenzialmente dannose per l’essere umano ciò che potrebbe garantire una cura ed una possibile guarigione da malattie tanto gravi quanto quelle sopraelencate.