E’ sicuro! Nel 2036 Apophis non colpirà la Terra
- Leonardo Debbia
- 17 Gennaio 2013
- Ricerca & Scienza, Spazio
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La NASA, con un comunicato del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California, ha escluso categoricamente che l’asteroide Apophis colpirà la Terra durante il passaggio ravvicinato del 2036. Gli scienziati si sono basati sulle informazioni riguardanti la distanza e la rotta dell’asteroide ottenute dai telescopi nel 2011 e nel 2012; dati che sono stati ulteriormente aggiornati il 9 gennaio scorso.
Quel giorno, infatti, l’asteroide è transitato “vicino” alla Terra, a circa 15 milioni di chilometri, una distanza di tutto rispetto, ma sufficiente per consentire agli studiosi di tutto il mondo una osservazione più attenta e una miglior conoscenza delle sue caratteristiche fisiche, nonchè una accuratezza maggiore sulla determinazione delle future orbite.
Scoperto nel 2004, l’asteroide Apophis, il cui diametro fu allora stimato tra i 210 e i 330 metri, catturò immediatamente l’attenzione degli scienziati spaziali e dei media allorchè i primi calcoli sulla sua orbita avevano indicato un 2,7 per cento di possibilità di una collisione con la Terra durante il sorvolo ravvicinatodel nostro pianeta nel 2009.
Battezzato provvisoriamente 2004 MN4, fu subito riconosciuto come appartenente agli asteroidi cosiddetti near-Earth, in pratica “nostri vicini”, dal momento che il suo moto di rivoluzione attorno al Sole, che veniva a compiersi in 323,58 giorni, meno di un anno terrestre, lo portava ad avvicinarsi periodicamente al nostro pianeta.
I dati rilevati durante la ricerca di vecchie immagini astronomiche avevano fornito tutte le informazioni supplementari utili per prevedere il 2029 come un futuro scenario per un primo impatto, oltre alla possibilità che un secondo impatto accadesse nel 2036.
Questo è quanto si riteneva fino al transito di mercoledì 9 gennaio.
Le foto ricevute nell’occasione dal telescopio spaziale europeo Herschel, scattate con diverse tecniche, dall’infrarosso all’ottico, hanno mostrato un corpo roccioso leggermente più grande delle precedenti stime ed elevato quindi il diametro ad un valore compreso tra i 310 e i 340 metri.
Misure a parte, negli Stati Uniti ci si è preoccupati di ricalcolare le orbite in vista degli impatti pronosticati.
“Con i nuovi dati forniti dagli osservatori di Magdalena Ridge del New Mexico Institute of Mining and Technology e del Pan-Starrs (Università delle Hawaii), insieme ai dati recentissimi forniti dal Radar Goldstone System Radar, abbiamo effettivamente esclusa la possibilità di un impatto con la Terra da parte di Apophis sia nel 2029 che nel 2036”, ha dichiarato Don Yeomans, direttore del Near-Earth Objet Program Office al JPL della NASA.
“Per quanto riguarda il 2036, le probabilità di collisione, secondo le indicazioni in nostro possesso, sono meno di una su un milione, che è come dire che un impatto con la Terra si può praticamente escludere. D’ora in avanti, il nostro interesse per l’asteroide Apophis sarà essenzialmente di carattere scientifico”, ha assicurato Yeomans.
Il 13 aprile 2029, invece, il passaggio dell’asteroide potrebbe finire quasi sicuramente nel libro dei record. Quel giorno, infatti, Apophis effettuerà il passaggio più ravvicinato alla Terra di un asteroide di quelle dimensioni, dato che si tratterà di una distanza di poco superiore a 19.440 miglia (31.300 Km), una distanza su cui orbitano i satelliti geostazionari. In quell’occasione, Apophis sarà visibile ad occhio nudo e la sua luminosità sarà di magnitudine 3,3.
Un passaggio del genere, così ravvicinato – è stato calcolato – avviene ogni 1300 anni circa.
Un avvenimento da record, come si diceva.
“E’ invece imminente, e precisamente previsto per la metà del mese prossimo, un fly-by (o sorvolo ravvicinato) di un asteroide meno conosciuto, di 40 metri di diametro, ribattezzato 2012 DA14, che passerà a circa 17.200 miglia dalla Terra”, ha annunciato Yeomans. “Con nuovi telescopi, l’aggiornamento di quelli in uso e il continuo perfezionamento dei processi di determinazione delle orbite, non c’è un momento di noia nello studiare gli oggetti che si avvicinano alla Terra”, ha aggiunto ironicamente.
Ma cosa si potrebbe fare – è lecito chiedersi – nel caso esistesse una qualche possibilità che le orbite calcolate non venissero rispettate e che un asteroide potesse rappresentare veramente un problema?
Nel 2009, il capo dell’Agenzia spaziale russa ipotizzò che si dovesse procedere ad una distruzione di Apophis, magari con cariche esplosive collocate materialmente da una apposita missione di astronauti, secondo la migliore tradizione hollywoodiana.
Recentemente l’astronauta Ed Lu , ex-ricercatore della Cornell University, ha proposto sulla rivista “Nature” una tecnica particolare e – se si vuole – alquanto insolita. Un “trattore gravitazionale”, cioè un’astronave teleguidata dovrebbe abbordare l’asteroide e per mezzo di getti propulsivi, favorirne la deflessione, ossia la deviazione su un’orbita che non fosse in rotta di collisione con la Terra.
Al di là di questi scenari – che, al momento, dovrebbero essere scongiurati – c’è da sottolineare che la NASA rileva, registra e segue asteroidi e comete che passano vicino alla Terra, utilizzando sia i telescopi al suolo che quelli installati sulle sonde spaziali.
Compito del Near-Earth Objet Program Office, comunemente chiamato ‘Spaceguard’, è proprio quello di scoprire questi oggetti, inventariarli e calcolare le loro orbite per garantire che non esista pericolo di alcun genere per il nostro pianeta.
Leonardo Debbia
17 gennaio 2013