Resti umani e attrezzi litici in Cina svelano la prima migrazione dall’Africa 

Il rinvenimento di antichi rozzi strumenti, associati ad ossa umane in Cina suggerisce un’ipotesi destinata a spostare indietro le lancette del tempo: i primi esseri umani avrebbero lasciato l’Africa e sarebbero giunti in Asia molto prima di quanto si sia finora ritenuto.

I reperti mostrano difatti che i nostri più antichi antenati avrebbero colonizzato l’Asia orientale ben oltre due milioni di anni fa.

Antichi strumenti attribuibili ad esseri umani nel sito cinese di Shangchen (crediti: prof. Zhaoyu Zhu)

Il merito della scoperta va ad un team di studiosi cinesi, guidati dal professor Zhaoyu Zhu, dell’Accademia cinese delle scienze, che si è avvaso della collaborazione del professor Robin Dennell, archeologo della Exeter University, nel Regno Unito.

Gli strumenti sono stati scoperti in una località chiamata Shangchen, nel sud del Loess Plateau.

I più vecchi sono attribuibili a circa 2,12 milioni di anni fa  e sono da considerarsi più antichi di circa 270mila anni dei resti scheletrici creduti finora i più antichi, datati a 1,85 milioni di anni, rinvenuti a Dmilisi, in Georgia assieme a strumenti in pietra e che erano considerati i resti umani più antichi, la prima prova in assoluto della presenza umana fuori del continente africano.

I manufatti di Shangchen includono raschietti, pietre e ciottoli lavorati, alcuni appuntiti, tutto materiale che mostra segni evidenti di essere stati utilizzati.

La pietra appare infatti sfaldata intenzionalmente.

La maggior parte di queste pietre sono costituite da quarzite e quarzo, probabilmente provenienti dalle alture dei Monti Qinling, che distano 5-10 chilometri a sud del sito, e dai corsi d’acqua che discendono da queste alture.

In associazione, sono stati trovati resti di animali attribuibili a 2,12 milioni di anni fa.

Il Plateau Cinese di Loess si estende per circa 270mila chilometri quadrati e negli ultimi 2,6 milioni di anni è stato via via ricoperto da strati di polvere depositata dai venti in una notevole quantità, stimata tra i 100 e i 300 metri di spessore.

Gli 80 manufatti in pietra sono stati rinvenuti prevalentemente in 11 diversi strati di terreni fossili accumulatisi in una fase di clima caldo e umido.

Altri 16 elementi sono stati trovati in sei strati di loess depositati in condizioni di clima più freddo e più secco.

Questi complessivi 17 diversi strati di loess e di terreni fossili si sono formati durante un periodo di quasi un milione di anni.

Questo dimostra che i primi esseri umani occuparono il Plateau Cinese di Loess in totali differenti condizioni climatiche, tra 1,2 e 2,1 milioni di anni fa.

Gli strati contenenti gli strumenti in pietra sono stati datati considerando le loro proprietà magnetiche con i cambiamenti noti e datati del campo magnetico terrestre.

“La nostra scoperta fa riconsiderare e ricollocare nel giusto momento della nostra storia i primi esseri umani che lasciarono l’Africa per diffondersi nel resto del mondo”, dichiara il professor Dennell.

Leonardo Debbia