L’invasione dei Pesci leone

Scritto da:
Marco Affronte
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In ogni acquario marino tropicale che si rispetti, ce n’è almeno uno: stiamo parlando del Pesce leone (Pterois volitans). Le sue striature, i suoi colori, ma soprattutto l’incredibile sviluppo delle sue pinne, lunghe e distese a raggiera, ne fanno un animale affascinate e curioso, e per questo motivo, appunto, molto ricercato dagli appassionati acquariofili. E questo nonostante i primi 3 raggi della pinna anale e ben 13 di quella dorsale, siano in realtà degli aculei cavi collegati a una ghiandola velenifera – da qui gli altri nomi comuni di Pesce cobra o Pesce scorpione.

Ma la diffusione di questo pesce, al di fuori del suo habitat naturale, non a che fare solo con le vasche domestiche di molti appassionati. Il Pesce leone infatti è originario dell’Oceano Pacifico, soprattutto nelle regioni del sudest asiatico, fino all’Australia, il Giappone e le Filippine, dove abita bassi fondali in prossimità di barriere e scogliere naturali. Ma negli ultimi anni è balzato all’onore delle cronache, per la sua capacità di adattamento e la conseguente occupazione di nuovi areali. In particolare, è ormai diffusissimo in tutta l’area sud-orientale degli Stati Uniti e dei Caraibi e continua la sua “invasione” anche verso il golfo del Messico e il Sudamerica. In alcune località sono riportate concentrazioni di 1000 Pesci leone per acro (un acro=circa 4000 metri quadri).

Ed è proprio l’incredibile velocità di diffusione di questa specie in acque non sue, a lasciare sbalorditi gli scienziati che ne studiano il fenomeno. In poco meno di tre anni il Pesce leone ha completamente ricoperto il territorio dei Caraibi. Nelle acque della Florida esistono ben 30 specie di organismi cosiddetti “alieni”, cioè non autoctoni (cioè originari del luogo) ma fra queste nessuna ha mostrato l’abilità di sopravvivere, riprodursi e diffondersi dello Pterois volitans. La conquista delle coste atlantiche della Florida è iniziata negli anni ’80, ma è a partire dal 2000 che ha preso le sembianze di una vera e propria invasione. E nessuno sa come sia cominciata, quale siano e da dove fossero venuti i primi Pesci leone colonizzatori.
Ancora più preoccupante è il fatto che al momento è difficile stabilire come la presenza massiccia di questo pesce possa influire sugli ecosistemi della barriera corallina di queste aree; ecosistemi che non “prevedevano” in origine la presenza del pesce Leone. E i ricercatori che cercano di farsene un’idea hanno ben presente la natura di vorace predatore dello Pterois volitans. E’ ovvio che questo possa sia predare specie locali, sia competere efficacemente con altre.

I biologi che seguono il fenomeno ammettono che pensare di eliminare la popolazione dei Pesci leone invasori è oramai impossibile. Quello che si può fare è tenere sotto stretto controllo la situazione, e mettere in atto programmi di controllo della popolazione stessa. E in effetti, alcune nazioni caraibiche e delle Isole Caymans hanno davvero iniziato con le “battute di caccia”: recentemente una gara di pesca di questo pesce, organizzata dall’associazione REEF, nelle Florida Keys, ha portato a ben 600 catture. La stessa organizzazione ha pubblicato anche un… libro di ricette su come cucinare l’invadente pesce.
E non manca nemmeno una pagina Facebook, sul programma per contrastare il fenomeno.

Marco Affronte