Heart Exhibition: intervista alla dott.ssa M. Marziali

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Redazione
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Di seguito l’intervista alla dott.ssa Marziali, Medico Cardiologo e relatore dell’Heart Exhibition. Per maggiori informazioni vi rimandiamo alle precedenti pubblicazioni relative al convegno Heart Exhibition, Advances in Cardiac Electrophysiology e ad un “messaggio per non morire” nonché all’intervista al Prof. Leonardo Calò.

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Buonasera dott.ssa Marziali, siamo felici di incontrarla in questa quinta edizione dell’Heart Exhibition può dirci cosa maggiormente l’ha colpita di queste due intense giornate?

Sicuramente una grande partecipazione ma non una partecipazione formale, generalmente nei congressi medici quello che si vede è tanta gente nei corridoi e poca seduta ad ascoltare perché i medici sono stanchi, lavorano tutto il giorno e vedono nei congressi anche un momento di svago. Qui c’erano sale in cui non si riusciva a entrare perché gli argomenti trattati non erano legati all’azienda farmaceutica, a quello che vuole vendere il mercato ma al reale interesse medico, ed è la cosa che mi ha colpito moltissimo.

Di morte improvvisa si parla solo quando riguarda qualche personaggio noto basti vedere il caso del calciatore Morosini è un fenomeno tanto scioccante quanto evitabile può dirci, secondo lei, cosa si potrebbe fare per evitare queste situazioni?

La prevenzione passa soltanto per una parola, l’educazione. L’educazione che riguarda il paziente stesso, quindi la consapevolezza, la coscienza, diventare noi stessi persone che trasmettono salute e l’educazione della popolazione che sta crescendo, partendo principalmente dai ragazzi… Perché quando si impara una cosa da giovani si ricorda per sempre.

Quali sono i casi più frequenti, quali i sintomi da non sottovalutare?

Per quanto riguarda la morte improvvisa dobbiamo distinguere due popolazioni, una popolazione più grande, una popolazione più giovane… se pensiamo alle persone sopra i 40 anni la causa più frequente d’arresto cardiaco è sicuramente la cardiopatia ischemica. Il campo in cui io in particolare sto lavorando invece grazie al prof calò è il campo della morte improvvisa giovanile, quindi legata a malattie tra virgolette rare che però possono esporre a un rischio di aritmie fatali e non vanno sottovalutati sintomi come la palpitazione, cioè il cuore che va veloce, e sopratutto la sincope, cioè lo svenimento. Molte persone che hanno avuto arresto cardiaco, anche lo stesso Morosini, avevano avuto prima degli svenimenti che non sono stati valutati adeguatamente.

Come ha appena detto la prevenzione è sicuramente lo strumento principale per evitare la morte improvvisa. Ma anche una corretta gestione delle situazioni di emergenza può contribuire a salvare molte vite. Cosa secondo lei si potrebbe fare per migliorare la qualità degli interventi nelle situazioni critiche?

La diffusione del defibrillatore semiautomatico è il punto centrale, noi non possiamo pensare di mandare i nostri figli a fare lo sport in un luogo non sicuro in cui il personale che insegna un attività sportiva, che insegna a star bene, che insegna a stare insieme non sa esser d’aiuto nel momento in cui ci sia un emergenza. Deve essere la coscienza sociale, la coscienza civile che deve cambiare però deve essere supportata da degli strumenti che sono ormai economici ma che spesso le comunità non riescono ad acquistare autonomamente e quindi ci devono essere perlomeno delle agevolazioni se non una donazione gratuita da parte dello stato.

L’ultimo incontro di questo congresso si intitola “un messaggio per non morire”. Qual è il suo messaggio per non morire?

(ride) Il mio messaggio per non morire.. mi piacerebbe avere la formula magica per non morire. Lavorare insieme, lavorare coesi, confrontarci, essere umili cercare di capire che cosa si può migliorare, cercare di mettersi in discussione quindi continuare la ricerca scientifica e continuarla insieme ai nostri pazienti, perché i nostri pazienti hanno veramente tanto da insegnare.