Euroflora 2011: un insieme di colori e di biodiversità

Scritto da:
Massimo Gigliotti
Durata:
1 minuto

Nella sua decima edizione, la fiera di Genova ha ospitato dal 21 aprile al 1 maggio la manifestazione vivaistica internazionale di Euroflora. L’evento ha avuto inizio nel 1966 e da allora si ripete ogni cinque anni con la partecipazione di numerosi floricoltori e vivaisti a titolo individuale o riuniti in associazioni. Il corteo di piante, fiori e colori ha richiamato visitatori da tutta Italia e anche dall’estero. Gli organizzatori hanno proposto temi attuali come l’unità nazionale, la biodiversità e l’ecosostenibilità. Inoltre, Euroflora è anche un occasione per gli espositori di vincere prestigiosi premi in diverse categorie per tecnica e per estetica, che hanno spesso determinato nuove mode e nuovi stili di consumo. Nei diversi padiglioni si sono potute ammirare le diverse composizioni regionali in cui risaltava la flora tipicamente mediterranea. Numerosi sono stati gli agrumi della terra sicula e le composizioni di camelie piemontesi, come anche i contrasti tra le diverse tonalità di verde tipici della Val d’Aosta e i secolari ulivi della Puglia.

Nella sua varietà tra composizioni, giardini e habitat, di particolare nota possono essere le ambientazioni desertiche, luogo che nell’immaginario appare privo di vita ma che, in realtà, ospita una ricca varietà di cactus e piante di aloe molto varie e dai fiori coloratissimi. Di particolare attrazione per il pubblico è stata una pianta di agave in procinto di fiorire, in quanto la sua infiorescenza si innalzava per qualche metro fino a sfiorare il soffitto. Piante di questo genere sono caratterizzate dal fatto che, pur avendo una lunga vita in condizioni estreme, dopo la sua unica fioritura, sopraggiunge la morte, rendendo così il suo fiore più unico che raro.

Ma l’Italia non è stata l’unica protagonista di questa edizione perché diversi stati hanno portato le loro composizioni artistiche come i giardini spagnoli e le rose dell’Ecuador, le ambientazioni  dell’Azerbaigian e i giardini zen che vanno tanto di moda negli ultimi anni. Fontane e cascate hanno arricchito il tutto meravigliando con i loro giochi d’acqua, affiancate da sculture floreali.

Tra i diversi padiglioni sono stati allestiti stand e aiuole dedicate alla sostenibilità ambientale e alla comunicazione naturalistica allestendo orti biologici del XXI secolo e banchi informazione su temi che spaziavano dal mantenimento di un piccolo orto nel proprio giardino alla divulgazione sulle energie rinnovabili.

La storia di Euroflora è stata fin da subito riconosciuta a livello internazionale e la partecipazione di pubblico ha permesso all’Italia di ritagliarsi uno spazio importante nel campo florovivaistico mondiale e, dal 2006, Euroflora è membro dell’AIF (Association of International Floralies).

Le novità e le  più belle composizioni degne di nota potrebbero comporre un elenco infinito. Ma la composizione più originale e che ha ottenuto maggior interesse per la sua particolare stranezza, è stato il Rottam Garden. Questo giardino, ideato da florovivaisti del Distretto Alto Lombardo, ha voluto promuovere un ambiente tristemente tipico del nostro secolo: un’area abbandonata al limitare di un bosco circondata da rottami. Questo spazio è stato realizzato recuperando arredi dimenticati nei magazzini dei loro consorzi. Al centro della composizione spicca una vecchia roulotte affiancata da un tavolino bianco da giardino e un barbecue arrugginito. Attorno a questi abbondano secchi dai quali nascono fiori, sedie e panchine rotte avvolte dalla vegetazione, pneumatici e roba vecchia. Per gli ideatori, Luca Nespoli e Leonardo Magatti, è stata una sfida, subito presa con un sorriso consapevole di creare un disordine controllato che donasse, in Euroflora 2011, un giardino dove tutti possono rivivere spazi reali con la spontaneità delle essenze ricercate. Il Rottam Garden ha vinto il primo premio del concorso per l’originalità del progetto e della realizzazione.

Un altro protagonista della fiera 2011 è stato un gigante del passato di nome Kauri. Il Kauri è un legno molto particolare e che detiene diversi record. Fu scoperto per la prima volta nel 1772 in Nuova Zelanda durante le spedizioni di esplorazione francese. Per ragione che ancora oggi restano ignote, nel corso dei millenni numerosi alberi furono sepolti e, per motivi ancor più inspiegabili, non si sono né decomposti né fossilizzati; per più di 50.000 anni sono rimasti sepolti sotto il fango. Hanno dimensioni enormi e nessun altro legno ha mai presentato una venatura come quella del Kauri. La sua disponibilità è chiaramente limitata ma per il suo utilizzo non vengono tagliate altre piante perché queste vengono estratte dal terreno. Queste sue caratteristiche hanno fatto nascere un progetto di raccolta fondi destinati alle famiglie dei soccorritori morti nell’attentato alle Torri Gemelle, nel suo decimo anniversario, come simbolo di rinascita. I  più famosi designers contemporanei hanno realizzato dei tavoli a modello unico con il legno del Kauri che sono stati venduti all’asta.

Massimo Gigliotti