Pressione sanguigna alta? Se non trattata maggiori rischi nelle donne

Scritto da:
Krizia Ribotta
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sangue

Secondo uno studio condotto dall’equipe di scienziati del Wake Forest Baptist Medical Center, la pressione sanguigna troppo alta risulta essere più pericolosa per le donne più degli uomini.

Come si può leggere sul numero di dicembre del magazine on-line Therapeutic Advances in Cardiovascular Disease, per la prima volta sono stati riscontrati delle differenze significative riguardo ai meccanismi che causano la pressione alta negli uomini e nelle donne.

Dall’analisi di un campione di cento volontari tra uomini e donne con un’età media di 53 anni e che non stavano seguendo alcun trattamento anti-ipertensivo, è emerso che il gentil sesso soffre dei disturbi vascolari circa il 30-40% in più degli uomini, a parità di pressione di sanguigna alta. I test specialistici per valutare lo stato di salute del cuore e dei vasi sanguigni, inoltre, hanno mostrato alcune differenze fisiologiche del sistema cardiovascolare da non sottovalutare, tra cui diversi tipi e livelli di ormoni coinvolti nella regolazione della pressione sanguigna.

Come precisato dagli scienziati: “La comunità medica ritiene che la pressione alta sia un problema identico per entrambi i sessi e i trattamenti si basano su questa premessa. La nostra è la prima ricerca a considerare il sesso come un elemento cardine nella scelta della giusta terapia con agenti antipertensivi”.

La ricerca è stata capeggiata da Carlos Ferrario, medico e professore di chirurgia presso la Wake Forest Baptist, che ha ribadito: “Questo è il primo studio che considera il genere sessuale come un elemento importante nella selezione di agenti antipertensivi, o nel basare la scelta di un farmaco specifico sui vari fattori che rappresentano l’elevazione della pressione sanguigna”.

Il principale autore di questa nuova scoperta, inoltre, ha voluto porre l’attenzione su un’altra questione: “I nostri risultati dello studio suggeriscono la necessità di comprendere meglio le basi specifiche dei processi ipertensivi nel sesso femminile per ritagliare trattamenti ottimali per questa popolazione vulnerabile- ha sottolineato- Abbiamo bisogno di valutare nuovi protocolli (quali farmaci, in quale combinazione e in quale dosaggio) al fine di trattare le donne con la pressione sanguigna alta”.

Naturalmente lo studio, visto il quantitativo di esaminati, risulta parzialmente attendibile se confrontato o riportato su una scala mondiale. Ricordiamo le ampie differenze date da variabili come l’alimentazione, l’attività fisica, l’etnia e quindi la genetica, l’area geografica di appartenenza e non per ultima l’attenzione medica nei processi di prevenzione e diagnosi. Se tuttavia, coadiuvato da altri studi si potrebbe pensare ad un interessante base per costruire un dato scientifico ad oggi non certo: in caso di pressione del sangue alta non trattata le donne rischiano maggiormente rispetto agli uomini.

Krizia Ribotta
20 gennaio 2014