Labioschisi, palatoschisi e labiopalatoschisi: informazioni sulle malformazioni e sull’intervento
- Redazione
- 21 Dicembre 2014
- Salute & Medicina
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La labioschisi, conosciuta anche come labbro leporino, è una malformazione che colpisce un bambino su 1000.
Intorno al 4 mese di vita embrionale tale malformazione si presenta con la mancata saldatura delle tre parti che formano i labbro superiore. La mancata saldatura del palato segue diversi gradi, presentandosi nella forma di una lieve fessura sul labbro fino ad arrivare alla completa separazione del medesimo.
La palatoschisi è un’altra malformazione che ha la stessa frequenza della labioschisi e che si presenta sempre come una fessura a seguito di una mancata saldatura delle strutture maxillo-facciali.
Nel caso della palatoschisi però la divisione si crea sul palato e non sul labbro superiore. Come nel caso della labioschisi anche per quello che concerne la palatoschisi la malformazione si può presentare in diversi gradi di gravità, interessando nei casi meno gravi solo al palato molle o arrivando fino al palato duro.
La labiopalatoschisi è invece una malformazione che colpisce 1 bambino su 600 e che si presenta quando la labioschisi si accompagna alla palatoschisi. In questi casi si presentano delle vere e proprie deformità nella struttura nasale, mascellare e in anomalie dentarie in corrispondenza della schisi.
Quest’ultima malformazione è molto grave e viene trattata con alte probabilità di successo seguendo standard e protocolli chirurgici molto avanzati.
L’origine di queste malformazioni maxillo-facciali segue aberrazioni cromosomiche, solitamente nella trisomia del cromosoma 13 o in quella del cromosoma 18.
Secondo le statistiche mediche la malformazione è ereditaria solo nel 25% dei casi. Sono invece i fattori ambientali, soprattutto nel primo trimestre di gravidanza, che determinano l’insorgenza di palatoschisi, labioschisi e labiopalatoschisi, come nei casi di esposizioni a radiazioni, assunzione eccessiva di alcuni farmaci, età avanzata, fumo ed alcol.
Queste malformazioni causano nei casi più gravi problemi di alimentazione, difficoltà nel linguaggio e nella respirazione. Per questo motivo i medici consigliano di operare il neonato intorno al terzo mese di vita.
L’intervento dura intorno i 45 minuti-1 ora e prevede un’operazione chirurgica di ricostruzione praticata in anestesia totale. La pelle del labbro viene ricostruita attraverso l’utilizzo di tessuti locali senza bisogno di prelevarne da altre zone del corpo. Per la palatoschisi invece l’intervento consiste nel praticare delle incisioni lungo i bordi della frattura e congiungendo tra loro, suturandoli, i muscoli del palato molle. In questo caso vengono inoltre ricostruiti i rivestimenti delle strutture nasali.
Questo tipo di intervento ha alte probabilità di riuscita e permette ottimi risultati sia sul piano estetico che funzionale.
Ad oggi nei paesi in via di sviluppo, dove il presentarsi di questo tipo di malformazioni in aumento, spesso i bambini non hanno accesso all’intervento necessario a causa dell’indigenza delle famiglie o dell’inadeguatezza dei presidi medico-sanitari.
Molti di questi bambini, nei casi di malformazioni più gravi, non sopravvivono al primo anno di vita. Gli altri sono spesso confinati nell’emarginazione sociale a causa della loro impossibilità a parlare.
In soccorso di queste patologie l’organizzazione internazionale Operation Smile opera dal 1982 attraverso missioni medico-sanitarie per restituire il sorriso anche ai bambini nati nelle paesi più poveri del nostro pianeta. In quasi trent’anni di operato sono stati oltre 5400 i volontari che hanno reso possibile oltre 220.000 interventi chirurgici cambiando la vita ad altrettanti bambini.
Operation smile inoltre da diversi anni opera per favorire l’autosufficienza medica di questi paesi sviluppando centri specialistici all’avanguardia in loco e formando il personale medico.
21 dicembre 2014