Scoperta e morfologia della Rosalia alpina.
Si tratta di un coleottero appartenente alla famiglia dei “Cerambycidae” (chiamati anche Longicorni o Capricorni, a causa delle lunghe antenne). Venne descritto nel 1758 dal noto Linneo (Figura 1), figura centrale della Storia Naturale del Settecento, dandole il nome di Rosalia alpina.
Nonostante la specie provenga dalle Alpi, la si può trovare anche in zone del centro e sud-est Europee. La sua morfologia di xilofago obbligato (animale che si nutre di legno) lo rende particolarmente vistoso ed elegante. Le dimensioni variano da 15 a 40 mm di lunghezza. E’ caratterizzato da una livrea vistosa; il corpo, incluse le elitre (ciascuna delle due ali anteriori che proteggono il secondo paio di ali e l’addome dei coleotteri), sono di colore grigio-blu o blu chiaro vellutato con chiazze nere talvolta orlate di bianco (Figura 2). Le antenne sono molto lunghe e nei maschi quasi due volte più lunghe del corpo. Si nutrono di vegetali, mentre, allo stato larvale, si nutrono di legno, scavando gallerie e producendo talvolta gravi danni alle colture. Questa specie di raro coleottero è protetta dalla Comunità Europea.
Avvistamento nella Foresta Eterna (CZ).
Particolarmente importante e di gran rilievo per il territorio Calabrese è la scoperta fatta dall’equipe di ricercatori dell’Università della Calabria, guidata dall’entomologo Antonio Mazzei, nel sito della Sila Catanzarese ed in particolare della Foresta Eterna. Bosco di straordinaria bellezza, la Foresta Eterna è formata da alberi di faggio, quercia, pino, abete e acero secolari, esemplari di età avanzata tra i 400 e i 500 anni di età (foresta vetusta).
L’ultimo avvistamento della Rosalia alpina è avvenuto nel 1990 presso Camigliatello Silano. Prima di allora era segnalata in pochissime località del Pollino. Tutto ciò fino al 2013 quando l’equipe dei ricercatori calabresi, fece questa importante scoperta nei pressi di Caritello-Viperaro (CZ), nell’ambito del progetto “Individuazione, caratterizzazione e stesura delle linee gestionali dei boschi vetusti all’interno del Parco Nazionale della Sila”.
Importanza della specie.
Questa specie di coleottero è fondamentale per l’ecosistema e per la sopravvivenza degli stessi luoghi silani: questi coleotteri che decompongono il legno fungono da “fertilizzante” naturale per la crescita e la conservazione della flora del Parco Nazionale della Sila (Figura 3 e 4). E’ importante sottolineare che la più grande minaccia di questa specie di coleottero è la perdita del proprio habitat. In virtù della salvaguardia di queste specie diventa particolarmente urgente la necessità e il dovere di proteggere e conservare la nostra amata Terra, guardandola non come fonte da sfruttare, ma come un’inestimabile ricchezza.
Gianfranco Secreti