Un pappagallo da tutelare: il Kākāpō
Strigops habroptilus, noto più comunemente come Kākāpō, è un grosso pappagallo terricolo, endemico della Nuova Zelanda. È l’unico esponente (specie) del genere Strigops (dal greco strigos “gufo” + ops “occhio”) e Il suo nome comune deriva dai termini māori kākā («pappagallo») e pō («notte), ovvero pappagallo notturno.
È uno tra gli animali più singolari al mondo: è l’unica specie di pappagallo incapace di volare e quello tra i più longevi, arrivando a superare addirittura i 60 anni di età. Non solo, è anche il più massiccio (pesa circa 4 kg, ma può arrivare fino a 7 kg). Presenta, inoltre, un forte dimorfismo sessuale: il maschio è molto più grande rispetto alla femmina, circa un 30-40% in più in termini di peso. La femmina, a differenza del maschio, manifesta un piumaggio con minore quantità di giallo e meno chiazze, testa più piccola, ali e coda relativamente più lunghe e becco più stretto.
La sua dieta è costituita principalmente da tuberi, bulbi e rizomi, di cui si nutre durante la notte, sfruttando il suo olfatto estremamente sviluppato. Le ali, sebbene inutili al volo, vengono utilizzate per frenare, mantenere l’equilibrio e direzionare il movimento durante la discesa dagli alberi. Le grandi zampe gli consentono, infatti, di arrampicarsi con agilità sugli alberi fino a raggiungere altezze di 20-30 m.
Le singolarità di questo insolito uccello tuttavia non si esauriscono qui. I Kākāpō sono gli unici pappagalli che adottano un sistema nuziale basato sul “lek”, ossia sul raduno di tutti i maschi in specifiche aree riproduttive (“arene”) dove sfoggiano il proprio piumaggio e si rintanano in buche del terreno dalle quali emettono richiami a bassa frequenza (inferiori a 100 Hz), definiti booming, per attrarre le potenziali partner con versi udibili fino a 5 km di distanza.
La riproduzione, a differenza di quanto accade per la maggior parte degli uccelli, non avviene tutti gli anni, ma solamente ogni 3-4 anni, in corrispondenza del periodo in cui il rimu (Dacrydium cupressinum, conifera endemica della Nuova Zelanda) fruttifica abbondantemente.
Il sistema riproduttivo basato su display nuziali appariscenti e le peculiari caratteristiche biologiche del Kākāpō lo rendono estremamente vulnerabile e soggetto a forte predazione da parte di mammiferi. Quest’ultima è in parte associata al loro inefficace meccanismo di difesa: in caso di pericolo, infatti, tendono ad immobilizzarsi per confondersi con la vegetazione circostante sfruttando il loro piumaggio screziato e mimetico.
Strategia un tempo molto efficace nei confronti del suo primordiale predatore naturale, l’aquila di Haast (Harpagornis moorei, estinta intorno al 1480 d.C.), ma del tutto inadeguata con i predatori introdotti dai coloni europei (ratti, ermellini, puzzole e gatti), dotati di ottimo olfatto. Prima dell’introduzione dei predatori alloctoni l’areale del Kākāpō occupava una superficie ben più ampia. Oggi è fortemente minacciato di estinzione e sono molti gli sforzi portati avanti dal team di ricerca Kākāpō Recovery per mantenere viva l’esigua popolazione attuale (circa 153 esemplari secondo i dati del 2017).
Allyson Vigano
BIBLIOGRAFIA
- Cockrem, J.F. (2006). The timing of breeding in the kakapo (Strigops habroptilus). Notornis 53(1): 153-159
- Powlesland, R.G.; Merton, D.V.; Cockrem, J.F. (2006). A parrot apart: the natural history of the kakapo (Strigops habroptilus), and the context of its conservation management. Notornis 53 (1): 3 – 26.
SITOGRAFIA
kakaporecovery.org.nz/wp-content/uploads/2012/12/Kakapo-timeline.pdf