Mar di sardegna: balenottere anche in inverno

finblowE’ il report presentato dall’Accademia del Leviatano secondo cui, nel corso della campagna invernale di monitoraggio cetacei da traghetto, sono stati avvistati nel Mediterraneo Occidentale numerosi esemplari di balenottera. L’avvistamento è avvenuto nel Mar di Sardegna, la parte di mare compresa tra l’isola italiana della Sardegna e l’arcipelago spagnolo delle Baleari.

 

Secondo quanto dichiarato da Stefania Carcassi dell’Accademia del Leviatano “L’utilizzo di navi e traghetti di linea per monitorare i cetacei amplia fortemente il range rappresentato dall’alto mare che, altrimenti, sarebbe irraggiungibile con normali mezzi di ricerca durante tutto l’anno. In effetti la maggior parte delle osservazioni marine si concentrano e limitano, generalmente, alla sola estate.”

 

Sempre nel mar di sardegna sono stati infatti avvistati capodogli (Physeter macrocephalus), globicefali (Globicephala macrorhynchus e Globicephala melas), zifi (Ziphius cavirostris) e grampi (Grampus griseus) oltre i comuni tursiopi (Tursiops truncatus) e stenelle (Stenella).

 

La campagna di monitoraggio in questione è stata resa possibile per mezzo delle imbarcazioni della Grimaldi lines. Il transetto marino che include ed attraversa aree di mare contraddistinte per la diversa morfologia e batimetria, comprende le Bocche di Bonifacio, tratto di mare particolarmente vulnerabile per il trasporto marittimo, dove è stata istituita la prima PSSA (Particularly Sensitive Sea Area) del meditteraneo e della quale ha permesso il monitoraggio. Secondo quando comunicato nell’area di sbocco delle Bocche di Bonifacio nel Mar di Sardegna, all’altezza dell’Isola dell’Ansinara sono avvenuti avvistamenti di balenottere in gran numero.

 

Secondo Anna Ruvolo, ricercatrice dell’università di Pisa che per 4 anni ha monitorato il tratto di mare tra Livorno e Bastia (Santaguario di Pelagos): “I traghetti sono eccellenti piattaforme per gli avvistamenti, in mare, di cetacei, tartarughe, uccelli marini e macro rifiuti, in particolare siamo coinvolti nel processo dell’adattamento di un protocollo con cui monitorare il marine litter da traghetto così come già avviene in diversi contesti internazionali. De facto, il marine macro litter, compromette non soltanto il turismo, verso il quale si traduce come impatto negativo ma risulta pericolosissimo per le specie che popolano l’area stessa sia per le plastiche che vengono ingerite sia per le reti fantasma che si aggrovigliano a cetacei e tartarughe.”

 

Al network di ricerca operante nell’area del Santuario Pelagos, coordinato da ISPRA, partecipano numerosi enti di ricerca italiani e francesi con l’appoggio e l’apporto di due compagnie di trasporto marittimo: la Grimaldi Lin es e la Corsica-Sardinia Ferries.

 

Salvatore Maurizioli
21 febbraio 2013