L’aridità del clima in Asia centrale causata dall’orogenesi
- Leonardo Debbia
- 24 Dicembre 2013
- Ambiente & Natura, Geologia
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Uno studio della Stanford University suggerisce che il sollevamento di due catene montuose dell’Asia centrale, iniziato 30 milioni di anni fa, ha ampliato il deserto del Gobi, trascinando tutta quanta la regione verso un clima di estrema aridità.
Alcuni ricercatori della Stanford hanno visitato il bacino Nemegt nel Deserto del Gobi, in Mongolia, alla ricerca di prove che riconducessero alle cause di questa estrema aridità dell’Asia centrale.
I segni di antiche precipitazioniche hanno lasciato la loro impronta in sedimenti sepolti per lungo tempo in Mongolia contrastano l’idea corrente che le condizioni di aridità oggi prevalenti in Asia centrale siano state causate da un antico sollevamento dell’Himalaya e del Tibet.
Gli scienziati di Stanford ipotizzano invece che sia stata piuttosto la formazione di due catene montuose minori, i Monti Hangay e i Monti Altai, il maggior fattore che ha influenzato il clima della intera regione, permettendo l’espansione del deserto del Gobi, il più grande dell’Asia.
Gli scienziati finora avevano ritenuto che la formazione della catena dell’Himalaya e dell’altopiano del Tibet, circa 45 milioni di anni fa, avessero originato l’ambiente arido interno al continente asiatico.
“La spiegazione tradizionale è che il sollevamento della catena dell’Himalaya, erigendo una barriera naturale, abbia impedito all’aria calda dell’Oceano Indiano di raggiungere l’Asia centrale”, ha detto Jeremy Caves, studente del gruppo di ricerca di Chamberlain.
Questo processo avrebbe creato un’ombra pluviometrica che avrebbe prodotto climi umidi e piovosi in India e Nepal e climi asciutti e secchi in Asia centrale.
L’ombra pluviometrica – come noto – è il fenomeno per cui il versante di una montagna o, come in questo caso, di una catena montuosa, opposto ai venti prevalenti, diventa una zona a scarsissima precipitazione, dato che le montagne fanno da ostacolo al passaggio dei sistemi nuvolosi.
Al tempo stesso, l’elevazione dell’altopiano del Tibet avrebbe innescato un processo atmosferico di subsidenza atmosferica, provocato dalla massa d’aria calda che cala lentamente da quote elevate stendendo una coltre sull’Asia centrale.
“L’aria che scende ‘soffoca’ i sistemi convettivi come i venti, le correnti e i temporali e il risultato è la desertificazione dell’ambiente”, ha detto Caves.
Questo modello, a lungo accettato, secondo il quale si sarebbero formati gli ambienti aridi dell’Asia centrale, non tiene però alcun conto delle due catene montuose settentrionali degli Altai e degli Hangay.
Per studiare gli effetti delle catene montuose minori sul clima regionale, Caves e i colleghi di Stanford e del Rocky Mountain College del Montana, nel 2011 e nel 2012 si sono recati in Mongolia e hanno raccolto campioni da sedimenti di terreno antico, sia fluviali che lacustri, da siti remoti delle regioni centrali, sud-occidentali e occidentali del Paese, scelti in base a studi precedenti dei luoghi effettuati da altri colleghi.
“Avevamo consultato lavori di scienziati polacchi e russi che erano andati a cercare resti di dinosauri”, ha dichiarato Hari Mix, uno studente della Stanford che partecipava alla ricerca.
“In molti dei siti visitati c’erano ancora resti di dinosauro in giro”.
I campioni dei vari siti sono poi stati avviati ai laboratori perché ne fosse analizzato il contenuto isotopico di carbonio. Il livello degli isotopi in un terreno è infatti legato alla produttività delle piante, che dipende a sua volta dalle precipitazioni annuali.
Così, attraverso le misurazioni degli isotopi nei campioni, il team ha potuto ricostruire i livelli di precipitazioni del passato.
I nuovi dati indicano che le precipitazioni nel centro e nel sud-ovest della Mongolia erano diminuite dal 50 al 90 per cento nelle ultime decine di milioni di anni.
“Attualmente le precipitazioni si aggirano su circa 5 centimetri all’anno” dice Caves.
Questo significa che gran parte della Mongolia e dell’Asia centrale erano ancora relativamente umide anche dopo la formazione dell’Himalaya. e del Tibet, 45 milioni di anni fa. I dati dimostrano che le piogge non hanno iniziato a diminuire fino alla formazione dei rilievi montuosi di Hangay, 30 milioni di anni fa.
La regione ha iniziato a inaridirsi da circa 5-10 milioni di anni fa quando hanno fatto la loro comparsa anche i Monti Altai.
Gli studiosi ipotizzano che una volta formati i Monti Hangay e Altai, le loro ombre pluviometriche hanno bloccato la penetrazione di aria umida nell’Asia centrale.
“Come risultato i lati settentrionali e occidentali di queste montagne sono umidi, mentre i lati meridionali e orientali sono asciutti”, conclude Caves.
Il sollevamento di Hangay e Altai avrebbero prodotto altre conseguenze di più ampia portata.
In Asia oggi i venti occidentali incontrano l’ostacolo dei Monti Altai, dando luogo a forti venti ciclonici. In condizioni adeguate, questi venti raccolgono grandi quantità di polvere attraverso il Gobi.
“Le origini di questi venti ciclonici sono correlati proprio con il sollevamento dei Monti Altai”, sostiene Caves.
Leonardo Debbia
24 dicembre 2013