Eternit: chi sono Stephan Schmidheiny e il barone Louis De Cartier

Partecipanti al processo Eternit.
Partecipanti al processo Eternit.

Stephan Ernest Schmidheiny, classe 1947, è membro della quarta generazione della più importante famiglia industriale in Svizzera. Dopo gli studi in Giurisprudenza all’Università di Zurigo eredita dal padre la Eternit di Niederurnen e nel 1976 diviene Amministratore Delegato del Gruppo Eternit Svizzera. La famiglia Schmidheiny ha commercializzato amianto per tre generazioni. Nel momento di maggiore espansione, controllava fabbriche in Svizzera, Italia, Germania, Grecia, Sud Africa, Asia e America Latina.

Dopo la tragedia dell’amianto in Italia, conclusasi nel 1986, Stephan variò i suoi investimenti in diversi settori tra cui quello della silvicultura, della produzione di energia e delle apparecchiature elettriche ed ottiche, nonché nel settore bancario e dei beni di consumo. In questo periodo divenne un famoso architetto industriale e, come riconoscimento divenne membro del consiglio di amministrazione di aziende leader come ABB Group, Nestlé, Swatch e UBS AG.

Nel 1980 ha creato Fundes, un’organizzazione che sostiene lo sviluppo delle piccole e medie imprese in diversi paesi dell’America Latina. Nel 1982 Schmidheiny ha cominciato ad acquistare terreni forestali nel Cile, possedendo ora più di 120.000 ettari nel sud del Paese, vicino a Concepción. Parte di questi terreni sono contesi con alcune popolazioni locali per via della confusione creatasi in seguito alla dittatura di Pinochet.

Nel 1990 è stato nominato consigliere capo per gli affari e l’industria, per la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (UNCED), meglio noto come Summit della Terra a Rio de Janeiro del 1992.

Il Barone belga Jean Louis de Cartier de Marchienne.
Il Barone belga Jean Louis de Cartier de Marchienne.

Ha poi creato un forum in cui gli uomini d’affari più importanti di tutte le parti del mondo hanno sviluppato una prospettiva di business sulle sfide tra ambiente e sviluppo. Questo forum più tardi divenne il World Business Council per lo Sviluppo Sostenibile, un’organizzazione che oggi conta 160 aziende tra le più importanti del mondo, come suoi membri. Schmidheiny è stato eletto Presidente Onorario. Nel 1990 ha inoltre istituito la Fondazione AVINA, che contribuisce allo sviluppo sostenibile in America Latina, favorendo alleanze produttive tra i leader sociali e commerciali.

Nel 2003, Stephan Schmidheiny si è ritirato da tutte le sue funzioni esecutive. È tutt’oggi considerato una degli uomini più ricchi del mondo.

Il Barone belga Jean Louis de Cartier de Marchienne, classe 1921, è il terzo di cinque figli del pilota-colonnello Roul de Cartier. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il ventenne Jean Louis fu catturato dai nazisti dopo l’invasione del Belgio e fu mandato al campo di concentramento di Sachsenhausen. Riuscì a fuggire per miracolo, finendo però tra le mani dei Russi ai quali si dovette unire entrando nell’Armata Rossa, dove divenne tenente. Dopo la guerra, tornò in Belgio. Al suo ritorno, venne ricevuto da un lontano parente, l’ambasciatore Emile de Cartier de Marchienne, il quale lo adottò ufficialmente e Luois prese il suo cognome. Nel 1968 fu poi nominato Barone ereditario.

Nel 1950 sposò la figlia di un importante industriale, Viviane Emsens. Il matrimonio fu all’origine della sua attività professionale all’interno della multinazionale Eternit, di cui la famiglia Emsens era una dei principali azionisti. Infatti, dal ’66 al ’78 è stato amministratore delegato e poi presidente del consiglio di amministrazione fino al 1986.

Durante gli anni settanta le proteste nei confronti dell’uso di amianto divennero sempre più numerose finché la legislazione che ne vietasse l’utilizzo fu votata nella maggior parte dei Paesi industriali, ordinando inoltre la rimozione dell’amianto dagli oggetti in cui era stato utilizzato.

Stephan Schmidheiny e Jean Louis de Cartier de Marchienne sono stati accusati di presunto comportamento negligente per aver esposto lavoratori di Eternit e cittadini attigui alle fabbriche  alle polveri di amianto, dopo che questa legge era entrata in vigore, ignorando quindi ogni tipo di sistema di sicurezza.

L'industriale svizzero Stephan Schmidheiny
L’industriale svizzero Stephan Schmidheiny

Il procedimento legale è iniziata al Palazzo di Giustizia di Torino il 10 dicembre 2009. Il processo è stato una causa civile di massa, in cui circa 6.000 persone hanno chiesto un risarcimento danni per la morte di circa 3.000 persone che hanno lavorato o vissuto in prossimità di impianti della Eternit in Italia. Dopo anni di indagini, il procuratore Raffaele Guariniello e il suo team hanno agito per conto di 2.619 ex Eternit dipendenti delle fabbriche italiane a Casale Monferrato (AL), Cavagnolo (TO), Rubiera (RE) e Bagnoli (NA) e 270 membri della famiglia o residenti locali. L’indagine della procura di cinque anni ha stabilito che i due dirigenti sono stati effettivamente i responsabili dei mancati sistemi di sicurezza e informazione nelle attività italiane di Eternit, al momento delle contaminazioni nel 1970.

Essi sono stati entrambi condannati a 16 anni di reclusione il 13 febbraio 2012. Si tratta di una sentenza storica, in cui i dirigenti di una azienda vengono condannati per un disastro ambientale e di salute ad estensione mondiale. È curioso che un tale processo si sia svolto e concluso, nell’unico modo possibile, in Italia, mentre in Svizzera la causa civile ha perso e in Belgio erano state avviate diverse cause legali, di cui però si sa poco.

Oggi, 3 giugno 2013, la Corte di appello ha condannato Stephan Schmidheiny a 18 anni per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di misure di sicurezza; due anni in più rispetto al primo grado. Per Louis De Cartier, deceduto lo scorso 21 maggio all’età di 92 anni, la Corte ha deciso il non luogo a procedere.

Il risarcimento riconosciuto al Comune di Casale Monferrato è di 30,9 milioni, più 20 milioni alla Regione Piemonte.

Massimo Gigliotti
3 giugno 2013