Nuovo pericolo per le api italiane: rintracciati nidi di Vespa velutina

Scritto da:
Marco Ferrari
Durata:
1 minuto

Le api italiane erano già sotto attacco a causa di un acaro parassita (Varroaspp) ma ora dovranno vedersela anche con una specie straniera invasiva, la Vespavelutina. I ricercatori la controllano da tempo perché questo insetto, introdotto in Francia dall’oriente, può avere un impatto fortemente negativo sulle api e di conseguenza sull’agricoltura. Il calabrone asiatico attacca le api da miele durante la bella stagione aspettandole all’atterraggio sul predellino dell’arnia e divorandole. A volte si osservano veri e propri assalti all’interno delle arnie.

Vespa asiatica proveniente dal sud-est asiatico. Nel 2004 è arrivata in Francia poi si è diffusa in Spagna, ora anche in Italia. (Fonte Wiki Commons)
Vespa asiatica proveniente dal sud-est asiatico. Nel 2004 è arrivata in Francia poi si è diffusa in Spagna, ora anche in Italia. (Fonte Wiki Commons)

L’imenottero è di dimensioni simili a quelle del calabrone nostrano ed è riconoscibile per il corpo scuro e la parte terminale delle zampe di colore giallo. Come tutti i vespidi è un insetto sociale e costruisce nidi con migliaia di individui. I nidi sono rintracciabili o al suolo o in rami alti sugli alberi. I primi avvistamenti si sono avuti in Piemonte ed Liguria, dove sono stati rintracciati anche i nidi (in Toscana e Lazio sono in corso controlli identificativi).

Nido, può ospitare sino a duemila vespe. (Fonte: Wiki Commons)
Nido, può ospitare sino a duemila vespe. (Fonte: Wiki Commons)

La pericolosità per l’uomo è simile a quella delle altre vespe, tenuto però conto che una specie che non viene contrastata sviluppa un notevole numero di individui, aumenta di conseguenza la probabilità di incontri con le persone. Un segnale di allarme da non sottovalutare è dato dal forte ronzio degli esemplari in volo nei pressi del nido. Nel caso di incontro accidentale con un nido è bene allontanarsi quanto prima evitando movimenti rapidi e proteggendo la cute scoperta. Ogni avvistamento dovrebbe essere riportato agli agricoltori della zona per le opportune contromisure.

L’Università di Torino ha messo a punto un leggerissimo transponder che fissato ad un calabrone catturato e successivamente liberato permetterà il rintraccio dei nidi e la loro distruzione con antiparassitari o con le fiamme.

Comunque la situazione delle api nel nostro paese diventa critica per una sequela di fattori a partire dalla varroasi, ai trattamenti antiparassitari che, anche se regolamentati, possono dare conseguenze, ed ora alla vespa asiatica che ha come fonte alimentare le api con una percentuale variabile dal 50 al 90% a seconda della stagione. Inutile rammentare il ruolo basilare delle api come impollinatrici in agricoltura ma anche come indicatori ambientali di ecosistemi in equilibrio; siamo ormai, anche in questo caso, all’esordio di una condizione di emergenza ecologica.

Marco Ferrari
16 febbraio 2014