Piante sensibili
- Paola Pinto
- 31 Agosto 2012
- Ambiente, Ambiente & Natura, Botanica
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Adornano le nostre case, impreziosiscono i nostri giardini, arricchiscono i prati. Ovviamente, sto parlando delle piante. Straordinari organismi che si presentano ai nostri occhi con una varietà di forme e colori davvero sorprendente. E sempre ai nostri occhi, appaiono assolutamente immobili, completamente distanti dal mondo che le circonda. Ma scopriamo se le cose sono davvero così come sembrano.
La maggior parte delle piante vive in ambienti caratterizzati da un mosaico di parametri, variabili non soltanto con cadenza stagionale, ma anche mutabili in intervalli di tempo più ristretti di giorni, se non addirittura di ore. Tutti questi fattori influenzano da vicino la vita di una pianta, la sua crescita, lo sviluppo e la morfogenesi. Appare ovvio, quindi, che tutte le piante debbano essere in grado di percepire i suggerimenti ambientali, come cambiamenti di temperatura, di umidità, di durata del fotoperiodo, di processare le informazioni raccolte e rispondere adeguatamente a questi stimoli.
Ebbene, le piante sono capaci di tutto ciò: percepire, tradurre l’informazione, reagire.
Quindi, la loro “immobilità” è solo apparente! Ma non disperiamoci per questo errore di valutazione commesso, dopotutto anche Linneo, come noi, aveva dato un giudizio che oggi appare inappropriato, affermando che “gli animali sentono, le piante no”. Si sbagliava, ci sbagliavamo tutti, o quasi.
Le piante si dimostrano degli organismi sensibili e percettivi.
Ma, a nostra discolpa (e a quella di Linneo), possiamo dire che certo le piante non possiedono organi di senso ed apparati tanto differenziati come quelli degli animali. I recettori, nei vegetali, sono rappresentati da organi alquanto semplici, come: fotorecettori, coinvolti nell’assorbimento dell’energia luminosa; statoliti d’amido, deputati alla percezione della gravità; ectodesmi e papille tattili, responsabili della sensibilità agli stimoli meccanici.
Ed anche le loro risposte sono più lente. Ma basta conoscerle per capire che, però, ci sono. Cominciamo col dire che le risposte di una pianta ai diversi tipi di informazioni raccolte nell’ambiente, possono essere riunite in quattro classi: tropismi, nastie, tassie e risposte morfogeniche.
I tropismi sono movimenti effettuati dai vegetali fissi, in una direzione dipendente da quella dello stimolo. Essi provocano una crescita orientata della pianta, o di una sua parte, in funzione delle condizioni ambientali. Alcuni esempi di questo tipo di movimento sono il fototropismo, in risposta agli stimoli luminosi; il geotropismo, come reazione alla forza di gravità; il chemiotropismo, in risposta alla presenza di sostanze chimiche e il tigmotropismo, reazione agli stimoli tattili che si osserva palesemente nei viticci che toccando un oggetto, vi cresceranno attorno, avvolgendolo.
Nel caso delle nastie siamo sempre di fronte ad una risposta che si traduce in movimento. Ma , in questo caso, la direzione non dipende da quella dello stimolo. Esse avvengono per fenomeni di accrescimento o per fenomeni di cambiamento di turgore. A seconda della natura dello stimolo, riconosciamo la chemio nastia, la seismonastia,che rappresenta la reazione agli stimoli meccanici. Un esempio di questo tipo di nastia è dato dalla trappola delle piante insettivore: quando un pelo sensoriale viene toccato, le due metà della foglia si chiudono, in un battito d’ali. Anche i movimenti di apertura e chiusura dei fiori sono reazioni nastiche: fotonastie, dovuti alle oscillazioni dell’intensità luminosa, e termonastie, quando causati da variazioni di temperatura.
Le tassie, a differenza delle reazioni precedenti, sono risposte agli stimoli che si osservano nelle forme vegetali che si spostano liberamente(dotate, cioè, di locomozione). Si traducono in veri e propri movimenti verso(tassie positive) o lontano(tassie negative) dallo stimolo. Anche le tassie vengono classificate sulla base della natura dello stimolo in chemiotassie, fototassie, termotassie(sensibilità alle diverse temperature), tigmotassie (reazione agli stimoli tattili), aerotassia e idrotassia (rispettivamente reazione all’ossigeno e all’umidità).
Infine, le piante producono risposte morfogeniche. In questo caso, la pianta risponde ad uno stimolo con un vero e proprio cambiamento, che può interessare o il metabolismo di un tessuto, o l’intera pianta. Esempi di questo tipo di risposta sono l’induzione a generare fiori, l’induzione alla germinazione dei semi dormienti.
Insomma, i sistemi sensoriali e i meccanismi di risposta delle piante sono, senza ombra di dubbio, poco sofisticati. Non può essere attribuita una categoria umana ai loro comportamenti. Ma questo non deve indurci ad ignorare la capacità delle piante di “sentire” l’ambiente. Il grave errore che spesso commettiamo è di giudicare inferiore tutto ciò che non riusciamo a capire, o a vedere. La sola cosa che in natura realmente conti è che le strategie messe in atto si dimostrino vantaggiose ai fini della sopravvivenza. E nel caso delle piante, dobbiamo ammettere che hanno centrato l’obiettivo!