La duplice identità della Mimosa…in realtà cosa regaliamo l’8 Marzo?

Scritto da:
Andrea Bonifazi
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1 minuto

Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante” diceva Friedrich Nietzsche. E molto probabilmente c’è chi ha”partorito un’intera galassia” fornendo i nomi comuni ad alcune Fabacee (piante conosciute anche come Leguminose). In questo ribollente calderone di nomi comuni e nomi scientifici liberamente interscambiabili sono cadute Mimosa, Robinia e Acacia.

Con un parafrasato “dulcis a principio”, partiamo dal buonissimo miele d’Acacia: verrebbe da pensare che sia così chiamato perché prodotto dalle Api grazie al nettare dei fiori di Acacia.
Troppo facile… lo si ottiene grazie ai delicati fiori bianchi che arricchiscono le pendule e profumate infiorescenze della Robinia pseudoacacia, una pianta originaria del Nord America introdotta in Europa da pochi secoli. Importantissima per il suo copioso nettare, a livello ecosistemico questa Fabacea costituisce un problema non irrilevante, essendo una specie alloctona fortemente invasiva. L’epiteto specifico giunge in nostro soccorso e ci fa capire che l’errore è comprensibile: “pseudoacacia” lascia infatti intendere che la somiglianza con la classica Acacia sia lampante.

Le eleganti infiorescenze di Robinia pseudoacacia (Ph. 4028mdk09)

Ma allora qual è la vera Acacia?
L’Acacia propriamente detta appartiene appunto al genere Acacia, anch’essa una Fabacea. In Italia una specie molto comune è Acacia dealbata, ma per creare ulteriore confusione, la chiamiamo “Mimosa”. Un albero che non merita presentazioni, rinomato soprattutto per i suoi delicatissimi capolini gialli che vengono regalati l’8 Marzo in occasione della Festa della Donna. Pianta profumata e bellissima in grado di impreziosire i nostri giardini…eppure anch’essa, da un punto di vista ecologico, può costituire un problema per la nostra biodiversità, essendo una specie aliena originaria di Tasmania e Australia.

I vistosi capolini di Acacia dealbata (Ph. marieValet)

Che pignoleria, che problema c’è a chiamarla Mimosa?“, starà pensando (giustamente) qualcuno.
Il disagio nel darle questo nome scaturisce dal dualismo dialettico che accompagna questi alberi. Come già scritto, la confusione regna sovrana nella famiglia delle Fabaceae: infatti Mimosa è il nome di un altro genere di piante. Tra le specie più celebri vi è sicuramente Mimosa pudica, conosciuta come “Sensitiva”.
Caratterizzata da piccole e delicate infiorescenze rosa, è conosciuta soprattutto per i processi di tigmomastia che la caratterizzano: l’uomo è stato infatti da sempre affascinato dalla sua sbalorditiva capacità di rispondere a stimoli tattili o a vibrazioni richiudendo le foglie su se stesse. Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, ha passato delicatamente il dito alla base delle sue foglie, rimanendo a bocca aperta osservando come reagissero impellentemente.
A legare labilmente con un sottile filo questa specie alle altre, oltre la famiglia, vi è anche l’alloctonia: M. pudica, infatti, è originaria dell’America Latina.

La straordinaria Mimosa pudica (Ph. Soubhik)

Tre specie differenti e provenienti da varie parti del mondo unite da un triste destino: creare confusione mentale in chi le nomina!

Andrea Bonifazi

Sitografia

http://www.actaplantarum.org/acta/schede.php