La medusa più piccola al mondo

Scritto da:
Redazione
Durata:
1 minuto

Quest’oggi parleremo di un animaletto tanto piccolo quanto letale: la Medusa Irukandji la cui diffusione si ramifica  lungo le coste australiane, conta due specie: la Carukia barnesi e la Malo kingi.

Come l’immagine evidenzia la dimensione della cupola dell’animale è di circa un’centimetro; stessa cosa non si potrebbe dire dei lunghi tentacoli che si diramano per ben un metro. Sebbene la sua cospicua fragilità non gli permetta di avere contatti diretti con le prede, la versatilità dei tentacoli gli assicura una completa libertà di attacco nell’area da essi delimitata. L’animale basa la sua alimentazione su piccole prede, principalmente su pesci di piccola stazza.  Queste meduse sono ricoperte da massi di aculei non solo lungo i tentacoli ma anche sopra tutta l’esombrella, parte molto delicata che al minimo contatto (anche in un semplice acquario o contenitore) la ucciderebbe. Per questo motivo l’animale non può essere catturato vivo.

La medusa rilascia al minimo contatto un pericolosissimo veleno che causa la sindrome di Irukandji. I sintomi più comuni sono un fortissimo aumento della pressione arteriosa (la pressione sanguigna normale è di circa 120/80) che in questo caso raggiungerà i 150/100, sudorazione nella zona della puntura o generalizzata, nausea e vomito, brividi, forti mal di testa, palpitazioni, aumento della respirazione ed un altissimo rischio di emorragie celebrali. Sudetti sintomi si propagano entro un massimo di 40 minuti, tempo nel quale, se non si viene soccorsi, vi è un altissimo rischio di morte. L’unico rimedio efficace risulta essere l’aceto che applicato sulla parte avvelenata previene il corso della sindrome, inebendo il funzionamento dei nematocisti. Non appena ricoverati in ospedale, si inizia un trattamento con il solfato di magnesio. Ad oggi non esistono comunque antidoti efficaci contro sudetto veleno.

La sua scoperta la dobbiamo ad Hugo Flecker che nel 1952 le documentò dandogli poi l’appellativo di “Irukandji” nome della popolazione autoctona della zona costiera settentrionale del Cairns. Dodici anni dopo, nel 1964, il Dr. Jack Barnes identificò la prima delle due Irukandji la: Carukia barnesi. Infine, per attestare la sindorme, adescò un minuscolo esemplare, per poi farsi pungere insieme al figlio e ad un bagnino.