Artico e Antartico. Poli opposti, anche nelle tendenze

Scritto da:
Leonardo Debbia
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Paesaggio in Antartide

Uno studio della NASA, che ha esaminato le osservazioni satellitari e le rilevazioni da Terra negli ultimi 20 anni, pone in evidenza il verificarsi di un fenomeno “strano”, apparentemente contraddittorio, che sta interessando le zone polari del nostro pianeta.
Mentre il ghiaccio dell’Artico si sta infatti riducendo per lo scioglimento, il ghiaccio della Antartide sta avanzando sull’oceano, estendendo le dimensioni del continente.

Se il riscaldamento globale è ormai riconosciuto dalla Comunità scientifica internazionale come un fenomeno in atto, tuttavia i Poli della Terra mostrano di avere modalità e comportamenti opposti: mentre il Polo Nord si scalda, il Polo Sud sta infatti raffreddandosi.

Nell’Artico, secondo i dati raccolti da più fonti ufficiali, da 30 anni stiamo assistendo ad uno scioglimento progressivo del ghiaccio marino, divenuto ormai preoccupante, dal momento che ha raggiunto nel 2012 il suo minimo storico.

Nel continente antartico, al contrario, dal 1978 al 2010 la copertura ghiacciata è andata crescendo ad una media di 18mila Kmq all’anno, una superficie considerevole, se si considera che è vasta quanto il Veneto.

“In Antartide è in atto un aumento complessivo del ghiaccio marino, che è l’opposto di quello che sta accadendo nell’Artico”, dice l’autore dello studio, Claire Parkinson della NASA. “Tuttavia, il tasso di crescita è molto più basso del tasso di diminuzione nella regione artica”, precisa.

Polo Nord. Calotta glaciale in fase di riduzione. 

La prima prova diretta che i cambiamenti segnalati nella deriva del ghiaccio marino in Antartide si sono verificati negli ultimi 30 anni in risposta ai venti mutevoli è stata pubblicata in questo meses dalla rivista Nature Geoscience.

Secondo gli studiosi del clima, l’effetto è il risultato di un unico, identico processo, proprio il riscaldamento terrestre o, per meglio dire, l’aumento della temperatura media terrestre.

La diretta conseguenza di questo processo, nelle zone polari settentrionali è l’esposizione sempre maggiore delle acque alla luce solare, che raggiunge anche quelle più profonde,  riscaldandole e provocando uno scioglimento maggiore del ghiaccio marino.

Al Polo Sud, al contrario, proprio per la presenza del ghiaccio, la temperatura atmosferica tende ad abbassarsi. In sostanza, fa più freddo e l’ambiente non fa che “ghiacciare” ulteriormente.

Siamo giunti al punto in cui questi due sistemi hanno preso ad autoalimentarsi.

Polo Sud. Calotta glaciale in fase di espansione.

Gli scienziati ritengono che il riscaldamento delle fasce atmosferiche più basse sopra l’Antartide abbia fatto diminuire l’estensione del buco dell’ozono – evento verificato e confermato – che si traduce, ovviamente, in una insolazione minore, una minore quantità di calore e conseguentemente in una maggiore formazione di ghiaccio.

Lo studio del fenomeno è comunque complesso e sta continuando, anche per le concause che sono chiamate a giocare il proprio ruolo: venti, correnti marine e quantità di radiazione solare in arrivo sulla superficie terrestre e sull’oceano.

Non tutti, comunque, vedono il fenomeno come un evento negativo.

Dal punto di vista commerciale e industriale, lo scioglimento dei ghiacci al Nord apre nuove rotte ai trasporti marittimi e con ogni probabilità potrebbero anche essere scoperti nuovi giacimenti petroliferi sottomarini.

Considerando la cosa in quest’ottica e con queste aspettative, si dovrà necessariamente fare i conti con una serie di implicazioni geopolitiche che ne conseguiranno.

Leonardo Debbia
21 novembre 2012