Baby schema: i cuccioli sono scientificamente più teneri

Scritto da:
Chiara Grasso
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1 minuto

Tutti i cuccioli di mammiferi (Homo sapiens compreso) hanno evolutivamente sviluppato caratteristiche facciali, fisiche e comportamentali che stimolano nell’adulto le cure parentali: occhi grandi, viso tondo, andatura goffa ecc. Tale conformazione venne definita dall’etologo Konrad Lorenz come Baby Schema e questa convergenza sembra essere funzionale non solo nei confronti dei genitori o di altri membri della stesse specie ma anche come difesa anti-predatoria verso altre specie.
Nell’Uomo questo dipende dal genere, dal livello di empatia e insicurezza e dal momento di vita degli individui. Esperimenti sul Baby schema sono stati utilizzati anche da designer per progettare le automobili.

Ci troviamo spesso a guardare un bambino e sorridere, incontrare un cucciolo di cane e provare tenerezza, vedere una foto di un pulcino ed esclamare: “Ma che carino!”. È tutto normale, lo dice la scienza: siamo di fronte a quello che si chiama Baby schema.
L’etologo premio Nobel Konrad Lorenz, nel suo trattato del 1971 “Studies in Animal and Human Behavior” descrive le caratteristiche del Baby schema presente nei piccoli di tutte le specie di mammiferi e molte di uccelli, quali: testa grossa e viso piccolo rispetto al cranio, occhi grandi e tondi, orecchie piccole, muso corto, con mascella poco sviluppata, fronte convessa, guance paffute, arti corti e grassocci, forme arrotondate, pelle morbida, vocalizzi, andatura goffa, comportamento “giocherellone”.

Queste conformazioni morfologiche che caratterizzano i piccoli (Umani compresi) è stato dimostrato provocare negli adulti meccanismi di cure parentali e di attenzione verso il piccolo (Lorenz, 1943). La risposta al Baby schema aumenta l’affetto positivo, la protezione e il controllo verso il cucciolo e allo stesso tempo diminuisce l’aggressività nei confronti di questo (Lorenz, 1943; Nittono et al., 2012). Tale convergenza evolutiva per i piccoli, altrimenti indifesi, infatti è sia un richiamo per le cure parentali di membri della stesse specie, sia un sistema anti-predatorio per evitare gli attacchi da individui di specie diverse.

Anche nell’Uomo il Baby schema è notevolmente attivato. E non solo verso cuccioli di umani, ma anche verso altre specie animali. L’attrazione verso gli altri animali si definisce Biophilia Hypothesis, il cui termine è stato coniato da  Wilson nel 1984. Anche nei cuccioli di Homo sapiens, infatti, il Baby schema sembra attivarsi nei confronti di altre specie, e questo sembra emergere tra i 3 ed i 6 anni d’età (Morris et al., 1995; Borgi and Cirulli, 2013).

Nell’Umano, la percezione alla risposta del Baby schema sembra essere influenzata dal genere: le donne sarebbero maggiormente sensibili alle piccole differenze facciali nei bambini, rispetto agli uomini. Questo potrebbe suggerire che gli ormoni femminili deputati alla riproduzione siano anche importanti nella risposta ai segnali infantili (Sprengelmeyer et al, 2009).

Studi scientifici provano, inoltre, che le donne in menopausa o che assumono pillole anti-concezionali, sembrano essere meno attente ai segnali del Baby schema, rispetto alle donne che non assumono la pillola o che non sono ancora entrate nel periodo della menopausa. Questo suggerisce che la percezione dei segnali infantili, negli individui, corrisponde al livello di motivazione che questo ha nel prendersi cura del piccolo e chiaramente una donna che non è più fertile, artificialmente o biologicamente, non ha la motivazione sufficiente per essere altamente ricettiva ai segnali infantili. Una recente ricerca dell’Università Bicocca di Milano ha dimostrato che le donne, rispetto agli uomini, sono maggiormente predisposte nel riconoscere volti umani in oggetti inanimati (pareidolia) e questo si potrebbe ricondurre  alla capacità del sesso femminile di essere più ricettivo ai segnali del Baby schema e quindi del riconoscimento dei volti in generale, rispetto al sesso maschile (riflessione personale).

Per concludere, un’interessante curiosità proveniente da uno studio pubblicato su International Journal of Design, in cui hanno modificato graficamente la carrozzeria anteriore di diverse automobili, rendendola il più simile possibile alla composizione visiva di un viso di bambino, riprendendo il Baby schema. Hanno dimostrato che la maggior parte dei consumatori ha preferito la vettura modificata con i fanali anteriori più grandi e rotondi e le forme rotondeggianti: il Baby schema è dimostrato funzionare anche nel design e nel marketing.
Insomma, il nostro emisfero destro si attiva maggiormente quando osserviamo un’immagine di un piccolo, il che dimostra che il nostro sistema d’attenzione viene sollecitato e anche il nucleo accucmbens viene attivato maggiormente con la prova che il Baby schema, anche neuronalmente ed endocrinamente, motiva l’adulto nelle cure parentali e nell’affetto invece che nell’aggressività. Persone con un alto livello di empatia, secondo uno studio olandese del 2013, sembrano essere maggiormente ricettive al Baby schema, mentre gli individui risultati narcisistici o insicuri hanno dimostrato essere i meno ricettivi.
Quindi, la prossima volta che davanti ad un cucciolo di elefante vi scappa un sorriso ed una voce imbarazzante, non preoccupatevi: state semplicemente funzionando come biologia comanda. Ma fate attenzione a non essere manipolati da visi infantili la prossima volta che andate a comprare una macchina!

Chiara Grasso 

Fonti:

  • Alice M. Proverbio  Jessica Galli -Women are better at seeing faces where there are none: an ERP study of face pareidolia – Social Cognitive and Affective Neuroscience -2016
  • Borgi M., Cirulli F. – Children’s preferences for infantile features in dogs and cats. Hum. Anim. Interact. Bull. – 2013
  • Glocker, Melanie et al. – Baby Schema in Infant Faces Induces Cuteness Perception and Motivation for Caretaking in Adults – 2006
  • Koyama, Reiko; Takahashi, Yuwen; Mori, Kazuo – Assessing the cuteness of children: Significant factors and gender differences – Social Behavior and Personality – 2006
  • Lorenz, Konrad –  Studies in Animal and Human Behavior. Cambridge, MA: Harvard Univ Press – 1971
  • Mainardi  Danilo – Perché mamma scimmia ama un tigrotto – Corriere della sera – 2011.
  • Marta Borgi, Irene Cogliati-Dezza, Victoria Brelsford, Kerstin Meints, Francesca Cirulli – Baby schema in human and animal faces induces cuteness perception and gaze allocation in children – Frontiers Psychology – 2014
  • Melanie L. Glocker et al – Baby schema modulates the brain reward system in nulliparous women – Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America – PNAS – 2008
  • Miesler, Linda M., Leder, Helmut L., Herrmann, Andreas H. – Isn’t It Cute: An Evolutionary Perspective of Baby-Schema Effects in Visual Product Designs – International Journal of Design – 2011
  • Sprengelmeyer, R et al., –  The Cutest Little Baby Face: A Hormonal Link to Sensitivity to Cuteness in Infant Faces. – Psychological Science – 2009
  • VickyLehmanna, Elisabeth M.J. Huis – The human and animal baby schema effect: Correlates of individual differences Behavioural Processes – 2013
  • Wakako Sanefuji, Hidehiro Ohgami, Kazuhide Hashiya –  Development of preference for baby faces across species in humans (Homo sapiens) Journal of Ethology – 2007[AB1]