Vade retro tecnologia: rende l’uomo sempre più ottuso
- Krizia Ribotta
- 17 Novembre 2012
- Ricerca, Ricerca & Scienza
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Chi l’avrebbe mai detto che i nostri antenati fossero più intelligenti di noi che viviamo nel XXI° secolo? Gerald Crabtree, genetista presso l’università di Stanford ha pubblicamente affermato che l’avanzamento sempre più incalzante della tecnologia nella nostra vita non solo ci rende dipendenti, ma anche più stupidi dell’uomo che viveva 2mila anni fa. Eppure i risultati dei suoi studi sembrano parlare chiaro: “In rapporto all’uomo di qualche migliaio di anni fa la nostra intelligenza è sicuramente più debole; per fortuna la società è invece abbastanza forte da contrastare l’effetto”.
Una società, la nostra, in cui la tecnologia è diventata quasi un tutt’uno con noi, tanto che non ne possiamo più fare a meno. Smartphone, tablet, notebook, netbook e Ipad sono entrati nella nostra vita così, come un fulmine a ciel sereno, e se all’inizio erano visti solo come strumenti costosi, oggi sono considerati dei veri e propri beni di prima necessità, alla pari con i vestiti ed il cibo. Così come abbiamo bisogno di nutrirci, abbiamo anche bisogno di controllare continuamente l’aggiornamento degli status su Facebook, le foto in cui siamo stati taggati, gli ultimi tweet in cui siamo stati menzionati e le e-mail che riceviamo.
Le notifiche che compaiono direttamente sul display sono diventate praticamente inutili, visto il nostro continuo ricorso allo strumento tecnologico. L’amico immaginario di un tempo, da cui non ci saremmo mai separati, ora è stato sostituito da uno di questi dispositivi hi-tech all’ultimo grido, che ci compriamo anche a costo di sottoscrivere un finanziamento a causa dell’elevato costo. Lo vogliamo e basta. Non perché fa tendenza, come pensavano all’inizio i critici, ma perché siamo completamente assorbiti da quel vortice di notizie, gossip e curiosità.
E per quei genitori che pensano di avere in casa dei piccoli geni solo perché i figli in età scolare sanno maneggiare un iPhone e sanno giocarci, forse è arrivato il momento di aprire gli occhi e di rendersi conto che avere internet sul telefono fa sì che gli studenti non siano più preoccupati per una verifica o un compito scritto, perché tanto possono collegarsi e digitare su Google la domanda. Prima la sufficienza era conquistata solo da chi se la meritava perché aveva studiato, ora è regalata anche a chi è così in gamba e veloce ad usare uno smartphone. Infatti, come sottolinea con rammarico Crabtree: “la selezione naturale non è più così estrema”.
Krizia Ribotta
17 novembre 2012