Riconosciuta con decreto l’efficacia dei farmaci a base di cannabinoidi

Scritto da:
Valerio Tedeschi
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farmaci-cannabinoidiIl decreto è di gennaio, per l’esattezza del 23 gennaio 2013, e la sua pubblicazione divulgata con la Gazzetta Ufficiale dell’8 febbraio, dalla quale si evidenzia il riconoscimento, da parte del Ministero della Salute, della Cannabis come farmaco.

Questo ulteriore passo nell’ambito dell’impiego medico di sostanze psicoattive, come in primo luogo la cannabis, è assolutamente di rilevante importanza, in quanto, dopo aver assistito negli ultimi mesi a livello locale ad iniziative di successo dei vari consigli regionali riguardo alla possibilità di utilizzare cannabinoidi per fini terapeutici, il mese scorso è giunto questo significativo ed ulteriore atto da parte del Ministro Balduzzi.

La conoscenza e gli studi sui semi di cannabis femminizzati, sui vari ceppi della canapa e sulle proprietà palliative della cannabis sono ormai noti da molto tempo ed evidenti a tutti; il riferimento è naturalmente a quelle peculiarità che sono molto utili nell’alleviare il dolore dei pazienti durante il trattamento di diversi tipi di malattie, quali sclerosi multipla e tumori, e nel contribuire a guarire patologie come la disfagia o a combattere altri disturbi come l’ansia. Particolarmente significativo è il fatto che, come recita il decreto, i medicinali di origine vegetale a base di cannabis siano stati inseriti nella Tabella II, sezione B, ovvero quella in cui sono presenti le sostanze considerate a minor rischio di dipendenza e abuso.

Ciò significa che il testo del provvedimento legislativo, sostenuto anche dal parere autorevole del Consiglio Superiore di Sanità e dall’Istituto Superiore di Sanità, conferma quanto diversi esperti e addetti ai lavori avevano già sostenuto: la cannabis non può essere considerata alla stessa stregua delle altre droghe più pesanti e nocive.

Indubbiamente una buona notizia, dunque, in particolar modo per tutti quei malati che d’ora in avanti, nel richiedere ed ottenere i farmaci di cui necessitano, troveranno verosimilmente davanti a loro molti meno ostacoli e procedure più snelle ed adeguate, oltre che tempistiche ragionevoli.

Come ci si aspettava, il decreto è stato un’ulteriore occasione per rinverdire e rinvigorire il dibattito relativo alla marijuana, che vede due diverse fazioni e punti di vista distinti; come sempre il punto di incontro più giusto e ragionevole si trova nel mezzo. Se da una parte, infatti, sarebbe completamente privo di senso rinunciare all’aiuto che determinati farmaci possono dare per lenire le sofferenze di persone malate, dall’altra non bisogna porre sullo stesso piano l’uso medico con un utilizzo personale e scriteriato della cannabis, la quale, pur essendo una droga leggera assolutamente non paragonabile alle sostanze veramente dannose per il nostro organismo, può rappresentare, in determinati contesti e per individui con certe problematiche psicologiche, il primo passo verso un utilizzo di droghe più pesanti.

Proprio per questo motivo, per una maggiore responsabilizzazione e regolamentazione, ma senza cadere nel proibizionismo, sarebbe probabilmente opportuno iniziare a legiferare anche in questo senso, proprio come è stato fatto a proposito dei farmaci in ambito medico, in un periodo in cui, in Italia, è già fattibile e tutt’altro che impossibile procurarsi semi di marijuana autofiorenti per la coltivazione, vaporizzatori per il fumo e altre sostanze psicotrope di origine vegetale.

Valerio Tedeschi
26 febbraio 2013