Fisiognomica

Scritto da:
Francesco Alessandro Squillino
Durata:
1 minuto

Prima di addentrarci nell’affascinante mondo di un’intrigante ma naturale ottica sulla nostra relazione “Viso a Viso” con il mondo che ci circonda e nel rapporto magari “Occhi negli Occhi” con chi ci sta a cuore o meglio ancora nel cuore, crediamo sia necessario una specie di atto di fede che unisca con momentaneo ponte ideale scienza certa e sensibilità, antropometria accademica ed osservazione sensibile psico-emotiva, scientifica ed artistica. Molti furono i nomi eccelsi della scienza e delle discipline umanistiche come Polemo di Laodicea  autore del celebre trattato “Physiognomonia” risalente al secondo  secolo a.C. o nella antica Grecia con il sofista Adamanzio  Physiognomica. Il principale esponente della fisiognomica moderna è stato il pastore svizzero Johann Kaspar Lavater amico di Goethe. Il suo saggio sulla fisiognomica pubblicato per la prima volta in tedesco nel 1772 divenne subito popolare. Venne poi tradotto in francese ed inglese influenzando molti lavori successivi ed il  fisico e filosofo inglese Thomas Browne discusse della possibilità concreta di dedurre le qualità interne di un individuo dall’aspetto esteriore del viso.

Molti in seguito hanno ipotizzato che grande parte del sapere umano si basasse in sulla neonata Fisio-gnomica figlia diretta della Fisio-nomia_estetica della realtà deducendo per mezzo della sensorialità sincronizzata alla osservazione morfo-genetica quale cosciente parte della legge naturale. Consideriamo due basilari corpus fisiognomici. La fisiognomica predittiva con la sua correlazione tra peculiari caratteristiche fisiche dal viso in poi e corrispondenze  caratteriali e la fisiognomica come correlazione statistica tra caratteristiche fisiche come viso, mani, struttura corporea e tratti caratteriali abbinando fisicità al comportamento corrispondente. Nella considerata correlazione dovuta al rimescolamento genetico si valuta il  determinismo genetico del carattere disvelando indole individuale per esempio contenuta ed espressa nella forma del volto punto confluente tra il nostro patrimonio genetico a l’ambiente che ci ha formati.

A differenza della fisiognomica lo studio dinamico mostra come ogni elemento del viso suggerisca significati diversi e le principali  osservazioni si basino sul quadro cranio-facciale, il telaio osseo e muscolare del viso e del profilo. Mentre una struttura larga del viso segnala quindi estroversione, una stretta struttura una tendenza ad abilità difensiva e sensibilità. L’osservazione meticolosa dei  “Recettori” come occhi, il naso e la bocca esprimono invece scambi inconsci e se di forma e struttura grande in un quadro stretto indicano per esempio che si assorbono più informazioni provenienti dal mondo esterno  di quanto si possa elaborarne e la tipologia che ne deriva è quella del “Reagente” che disperde energia con una certa facilità. “Recettori” piccoli invece in un quadro largo sono segno di concentrazione con una struttura che si ritrova in individui che procedono per obiettivi con fermezza e determinazione esprimendo  comportamenti ed atteggiamenti eterodiretti. Una struttura del viso con accento “scavato” evocherà allarmismo e/o agitazione mentre una struttura rotonda ed esempio diplomazia. Viso piatto= difesa. Viso tonico=dinamismo, attività.

Viso rilassato= rinuncia e tranquillità, caratteristiche quest’ultime prevalentemente femminili. Nella griglia interpretativa fisiognomica il viso può essere diviso in tre piani fondamentali; il piano superiore o cerebrale contenente topografia della fronte e degli occhi, correlato alla funzione del pensiero e dell’immaginario in traduzione del grado della nostra comprensione razionale del mondo; Il piano medio o affettivo-sociale con area zigomatica nasale, correlato a sentimenti e valori esprimenti la nostra percezione intuitiva del mondo ;il piano inferiore o istintivo, mascella e bocca, connesso alle funzioni della introiezione del cibo e che indica il nostro interesse per il tangibile, la concretezza. In un’analisi completa fisiognomica vengono presi in considerazione equilibri fra tre piani ed il “Dominante” rivelerà le principali tendenze comportamentali del soggetto. Di grande fascino è poi la considerazione dei due “Emivolti” del viso che possono rivelare la nostra dualità interna e la ricerca di equilibrio per un cammino  evolutivo. Il lato sinistro del viso fornisce informazioni legate al passato, il destro sul modo di affrontare la realtà e su come ci si proietta nel futuro. Ma quando è possibile che un “Morfo_Psicologo” possa effettuare analisi del volto? La risposta è che può essere iniziata sin dall’adolescenza mentre in un bambino piccolo la zona relativa all’affettività non è ancora ben sviluppata impedendone una valutazione. Siamo tutti in continua evoluzione ma certi elementi e la basilare struttura ossea, non mutano. L’analisi del volto consente una volta entrati nella stimolante modalità suggerita dalla fisiognomica anche di orientarsi professionalmente identificando il potenziale innato di ognuno aiutando a focalizzare la propria vocazione. Ma ci si può fidare di una disciplina che non è oggetto di alcuna statistica? Di una scienza clinica che si basa su innumerevoli osservazioni senza leggi e con varie ipotesi interpretative e comprendere in parte alcuni comportamenti e non di spiegarli in maniera esaustiva e definitiva, pur avendo conferma e verificabilità? Il morfo psicologo osservando invero un codice  deontologico assai severo assieme al segreto professionale presenta socialmente il proprio contributo come aiuto a_preconcettuale mai giudicando ma comprendendo, rammentando.

Innumerevoli i suggerimenti utili nel campi dell’umano della fisiognomica e che vanno dall’educazione dei bambini a stabilire una buona comunicazione con i genitori alle coppie in difficoltà stimolando i partner ad adottare più facilmente un linguaggio comune. La Fisiognomica applicata è una disciplina intrisa di rispetto ed amore inteso in senso lato e sintonia relazionale con il corpo stesso ed il fiorire straordinario di tutta una serie di fiction televisive statunitensi e non solo basate proprio sull’osservazione morfologica fisico_estetica_funzionale  motivazionale dei personaggi mostra quanto sia presente e viva in noi l’osservazione in  “Fisiognomia” del mondo. Un lavoro musicale davvero straordinario e profondo lo ha realizzato per noi il maestro Franco Battiato nell’album dal titolo appunto “Fisiognomica” e dalle parole del testo molto ancora comprendiamo ci sia da approfondire e riscoprire in questa scienza, sorella dell’arte, compagna della morfologia medica, ispiratrice dell’osservazione mutevole e misteriosa del rapporto tra uomo ed universalità .Tutte le strade quindi quando in armonia concorrono alla formazione del concetto di “umano” e come fiumi che giungono al mare le vie della conoscenza e del benessere ci appartengono tutte per forma, colore, amore. Riportarne le bellissime profonde parole del testo è come ritornare per un istante intenso e ricco dentro un inconsueto differente livello creativo di noi stessi.

Francesco Alessandro Squillino

Leggo dentro i tuoi occhi
da quante volte vivi
dal taglio della bocca
se sei disposto all’odio o all’indulgenza
nel tratto del tuo naso
se sei orgoglioso fiero oppure vile
i drammi del tuo cuore
li leggo nelle mani
nelle loro falangi
dispendio o tirchieria.
Da come ridi e siedi
so come fai l’amore
quando ti arrabbi
se propendi all’astio o all’onestà
per cose che non sai e non intendi
se sei presuntuoso od umile
negli archi delle unghie
se sei un puro un avido o un meschino.
Ma se ti senti male
rivolgiti al Signore
credimi siamo niente
dei miseri ruscelli senza Fonte.
Vedo quando cammini
se sei borioso fragile o indifeso
da come parli e ascolti
il grado di coscienza
nei muscoli del collo e nelle orecchie
il tipo di tensioni e di chiusure
dal sesso e dal bacino
se sei più uomo o donna
vivere venti o quarant’anni in più…